Capitolo 17

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-Ancora non ci credo che hai fatto tutto questo da sola!-

Si!
Finalmente dopo due settimane di duro lavoro ero riuscita a finire la "famosa" staccionata.
Era venuta molto bene, tanto che anche io mi meravigliavo del mio lavoro!
Avevo comprato altri pezzi di legno per far sì che il recinto non solo sarebbe stato dove si accedeva per andare in spiaggia, ma anche dietro, cosicché i passanti avrebbero visto una casa curata e recintata.
L'avevo dipinta tutta di bianco che con i colori della casa ci stavano a pennello.

Il giorno prima,dopo essere ritornata dalla spiaggia, aver fatto la doccia e mangiato,mi misi subito a lavoro e verso le due di notte il avevo finito.
Quella mattina la mia sveglia fu l'urlo di Cleve che uscendo avevo visto ciò che avevo terminato. Quando mi alzai andai fuori e la vidi girare su se stessa, sembrava non crederci.
-Già. Se ci penso neanche io,ma invece eccolo qui!-dissi sedendomi sugli scalini mentre guardavo il mio "capolavoro"
Cleve scosse la testa ancora incredula per poi sedersi vicino a me.
-Sei stata bravissima! Io già ai primi due pezzi avrei lasciato perdere. Si vede che Ryan sta avendo i suoi effetti positivi su di te!-mi spintó piano con tono malizioso.
Risi scuotendo la testa.
Da quella sera, quasi ogni giorno, risicavamo a ritagliarci un po ti tempo per vederci.
Era bello poter essere libera di fare e dire ciò che volevo, litigavamo quasi sempre anche per le cavolate ma mi sentivo bene vicino a lui.
Cercavo sempre di tenere le distanze, questo lui lo vedeva e anche se a volte lo vedevo che voleva dire qualcosa, si tratteneva.
Quel giorno, però, non saremmo riusciti a vederci fino alla sera perché insieme ai suoi amici avevano organizzato una grande festa, che Cleve diceva che sarebbe stato il party più fantastico di tutta l'estate. Solo perché c'erano praticamente tutti gli universitari della California messi in quella casa! Fantastico?! Come no!

-Senti chi parla! Quella che appena vede il telefono illuminarsi inizia ad andare in iper ventilazione!-dissi ricevendo una linguaccia da lei.
Da quella sera che aveva passato da Tommy sembrava essere rinata.
Era ritornata quella di sempre, anche se a volte la vedevo fissare il vuoto e quando la richiamavo lei rispondeva con un debole sorriso.
Mi aveva detto che aveva spiegato tutto a Tommy e da quello che sapevo lui non l'aveva spinta a fare niente, solo a prendersi un po di tempo e di pensarci bene.
Dovevo ammetterlo...Tommy era veramente un ragazzo fantastico! Anche quando ci vedeva giù di morale, insieme a Ryan, riusciva sempre a farci ridere.

-Comunque ragazzi a parte. Pronta per stasera?-chiese tutta eccitata.
-Come no! Non ricordarmelo ti prego-le dissi chiudendo gli occhi.
-Oh ma dai! Come è possibile che non ti piacciano le feste?!-
La guardai male -Lo sai che non mi sono mai piaciute! Io sono molto più tranquilla!-
-Sembri una suora!-disse ad alta voce fino a quando non ricevette una gomitata dalla sottoscritta che la fece stare zitta.
-Andiamo rompi palle facciamo colazione!-dissi alzandomi.

Dopo aver sistemato la casa andammo in spiaggia dove trovammo Ryan e Tommy.
Quando Ryan mi vide lascio perdere quello che stava facendo e venne verso di me dandomi un bacio casto sulla bocca.
-Ciao!-disse tutto sorridente
-Ciao! Ma non avevi detto che oggi saresti rimasto a casa con gli altri per la preparare la festa?-
-Si ma volevamo fare un tuffo prima di metterci a lavoro-spiegó

Annuì e Salutai anche Tommy e poi stesi il telo e quando stavo per sdraiarmi sentii una presa sul fianco che mi fece rialzare.
Feci un piccolo urletto perché non capivo cosa stava succedendo ma quando vidi Cleve e Tommy ridere mi accorsi di essere finita a pancia sotto su una spalla di Ryan
-Ma che cavolo fai?!-dissi dandogli una pacca leggera sulla schiena
-Voglio andare a fare un bagno-rispose ridendo.
Oh cazzo!
-Cleve aiutami!-urlai ridendo e lei fece lo stesso salutandomi da lontano.
Stronza!
Ad un tratto non riuscii più a elaborare un pensiero perché l'acqua gelata del mare mi avvolse del tutto, compreso il viso.
Quando ritornai a galla vidi Ryan ridere come uno scemo e Cleve e Tommy fare lo stesso.
Quando riuscii a dire qualche parola l'unica che mi venne fu
-Stronzo!-
-Oh oh che caratterino per un po di acqua!-
Ah sì?! adesso gli facevo vedere io "un po d'acqua"
Mi buttai su di lui e cercai di farlo cadere in acqua con scarsi risultati perché a differenza mia lui era più muscoloso e alto.
E infatti finì di nuovo io giù ma quella volta riuscii a trascinarlo con me.
-Si!!-urlai vittoriosa
Lo vidi passarsi una mano sul viso per togliersi l'acqua e ridere a sua volta
-Non male nana malefica!-disse dandomi un bacio sulla guancia.

Quando finalmente riuscii ad uscire dall'acqua mi stesi a peso morto sul telo mentre Tommy, Cleve e Ryan scherzavano e urlavano come degli scemi.
Li guardai e mi scappó un piccolo sorriso a sentirli e a vedere quelle scene.
Mi stavo divertendo anche io.

Verso le nove di sera sia io che la mia amica eravamo già pronte avevamo entrambe una t-shirt e degli shorts,
Niente di troppo stravagante e decidemmo di sederci ancora un po' sul porticato per rilassarci prima delle pazzie di mezzanotte.
Mentre Cleve mi raccontava una cosa che le era successo il giorno prima insieme a Tommy, il mio cellulare inizió a suonare.
Era mia madre.
Da quando ero lì ogni sera aspettavo la sua chiamata,non la chiamavo io perché sapevo che fino alle otto, otto e mezza non era a casa da lavoro, quindi l'aspettavo.
-Ciao mamma!-risposi tutta felice
-Ciao patata!-
Sentendo il suo tono quasi spento mi preoccupati subito.
Mi alzai per andare dentro casa così che Cleve non si preoccupasse ma già era tardi, la vidi seguirmi.
-Che succede mamma?-le chiesi nel panico.
Ti prego dimmi che stai bene!
-Niente tesoro è solo che...-
-Solo che cosa?-chiesi quasi disperata
Mi girai verso Cleve che vedendo il mio sguardo scosse la testa come per chiedermi cosa stava succedendo.
-Oggi sono andata a firmare i documenti per la separazione e sai che c'era anche tuo padre vero?-
Accidenti me ne ero completamente dimenticata!
Cazzo non l'avevo neanche chiamata per rassicurarla.
Che idiota!
-Si certo-mentii
-Beh tuo padre mi ha chiesto di te e mi ha chiesto il tuo numero-
Oh no!
-Non glielo hai dato vero mamma?!-chiesi con voce quasi tremante
-Mi dispiace tesoro ma gliel'ho dato. Lo so che ora ti incazzerai ma vuole solo sentirti. E se ti chiama rispondi anche se so che non vuoi almeno poi sei tranquilla.- spiegó
Mio dio!
Non ero incazzata, ero infuriata!
Non doveva dargli il mio numero avrebbe dovuto parlarne prima con me!
Erano passati quattro anni da quando lo avevo visto l'ultima volta. Non mi aveva salutato, non mi aveva detto niente.
Aveva solo aperto la porta e se ne era andato.
E adesso l'incubo era ritornato.

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