Capitolo 15

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Quella notte Ryan non venne da me.
Come lo sapevo? Primo perché avevo chiuso occhio si e no tre ore, e secondo perché quando mi svegliai trovai l'altra parte del letto intatta.
Da una parte ero sollevata perché così quella mattina non avrei dovuto spiegargli tante cose, ma dall'altra ero triste. La sera prima mi aveva guardato e abbracciato con tanta intensità che una parte di me ero convinta che sarebbe venuto da me, l'altra invece era già pronta ad archiviare un'altra illusione.

Quando mi svegliai notai che erano solo le sei del mattino e decisi di rimanere un po nel letto, fissando il soffitto.
Doveva essere un'estate indimenticabile in modo positivo mentre adesso sarebbe stata indimenticabile in modo del tutto negativo.
Oltre a Ryan pensai anche a Cleve, se anche lei aveva passato la notte insonne, a quanti pensieri anche lei aveva per la testa...
Basta! Stavo pensando troppo.

Mi portai una mano sul volto che si bloccò sugli occhi perché sentii tutto un tratto dei rumori provenire dalla cucina.
Mi alzai e con gli occhi ancora un po deboli per la vista della luce mi avviai fuori dalla camera.
Intenta a bere un caffè c'era Cleve, seduta su uno sgabello e intenta a fissare la finestra che dava sull'entrata.
-Già sveglia?-chiesi con voce assonnata.
-Non ho dormito un granché e mi pareva inutile starmene lì a fissare il soffitto-spiegò con voce debole.
Presi una tazza e mi versai del caffè sedendomi accanto a lei
-Già, ti capisco-
-Hai litigato con Ryan?-mi chiese posando la tazza vicino a se.
Presi dei biscotti e inziai a pucciarli nel caffè.
-No abbiamo solamente discusso poi ci siamo chiariti-spiegai brevemente tralasciando il fatto che non era venuto a dormire qui.
-Siamo messe proprio bene!-si passò una mano sul volto facendo un profondo respiro.
-E tu? Come ti senti?-
La sentii fare una risata amara -Sto. Non ho fatto che pensare stanotte e sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta ma poi penso agli altri, ai miei genitori e a cosa potrebbero pensare di me-
Vedevo che non stava bene ma cercava di far finta di niente.
-Ne hai parlato con qualcuno a parte me?- cercai di alludere a Tommy perché pensavo che fra loro ci fosse qualcosa e stavano molto bene insieme. Lui era molto meglio di Andrew.
-No, Tommy forse ha capito di cosa si tratta ma non gli ho ancora detto niente-
Si vedeva che le piaceva e tanto.
-Ieri sera non vi siete rivolti la parola-dissi
-In realtà mi ha chiamato quando oramai ero a letto ma non ho risposto. Volevo starmene un po' per i fatti miei-
-Capisco....ma Cleve non chiuderti in te stessa. Cerca di parlarne con qualcuno, forse riesce ad aiutarti più di me. Sai che io ho fatto lo stesso errore quando avevo abbandonato il liceo e credimi non è stato facile riaprire i rapporti con persone che avevo allontanato-feci un piccolo sorriso che lei ricambiò.
-Anche se parli poco mi aiuti comunque-
E il discorso era finito.

Quel giorno non andammo in spiaggia, il tempo era molto nuvolo e sentivo che di lì a poco avrebbe piovuto.
Cleve aveva deciso di andare a fare una corsetta per cercare di schiarirsi le idee mentre io continuai la staccionata.
L' Avevo cartavetrata tutta e bisognava solo verniciarla.
Iniziai a passare il pennello sporco di vernice bianca sul legno quando sentii qualcuno parlare.
-Come sta venendo questa famosa staccionata?-
Mi girai e vidi Tommy venire verso di me.
-Diciamo bene o almeno lo spero!-dissi facendo un sorriso che lui ricambiò anche se con un po di riluttanza.
-Bene...-disse per poi guardarsi intorno.
Ancora prima che mi potesse fare la domanda che stava aspettando di fare, lo precedetti.
-Cleve è andata a correre. Non so quando ritornerà-spiegai fermandomi per vedere la sua reazione.
Si portò una mano dietro al collo come faceva Ryan quando era imbarazzato.
-Senti posso farti una domanda?-
Lo vidi appoggiarsi alla ringhiera delle scale.
-Si certo-
-Beh...si tratta di Cleve-
Mi misi a ridere -Lo avevo notato-
Lo sentii ridere ma ritornó subito serio
-Non capisco che le prende! È da quando è arrivata che è strana. Parla a stento, ride poco. Insomma la conosco da quando eravamo piccoli e non si è mai comportata così!-
Si vedeva che era frustrato, mi faceva tenerezza ma sapevo che se ci teneva veramente a lei, cosa che pensavo, doveva combattere e capire da solo cosa stesse succedendo a Cleve.
-Lo so Tommy ma dovresti parlarne con lei. È vero ha qualcosa che non va ma non è niente di grave.-cercai di essere il più dolce possibile.
-Si certo è solo che a volte è difficile-
-È sempre difficile quando tieni a una persona-dissi quasi tra me e me.
Mi scrutò per qualche secondo.
-E tu?-
Alzai la testa per incontrare i suoi occhi
-Io cosa?-chiesi stringendo di più il pennello tra le mani.
-Anche tu sembri triste. C'è qualcosa che non va?-
-No no. Sono solo pensieri che vanno e vengono. Ma sto bene veramente-spiegai facendo un sorriso rassicurante.
-Ehi tutto apposto qui?-
Al suono di quella voce ci girammo entrambi. Era Ryan, aveva le mani in tasca e ci scrutava.
-Si tutto apposto amico. Ora vado. Grazie mille Erin.-
Mi alzai per salutarlo -Figurati-
Andò verso Ryan che lo salutò con una pacca sulla spalla e poi se ne andò.
Subito dopo il suo sguardo cadde su di me e su ciò che pochi minuti prima stavo facendo.
-A che punto sei?-chiese scavalcando i legnetti che giacevano sulla sabbia.
-Bene devo solo verniciare-spiegai guardandomi attorno.
Mi sedetti di nuovo dov'ero poco prima e continuai a verniciare cercando di resistere alla tentazione di chiedergli il perché non era venuto da me la sera precedente.
Lo vidi sedersi davanti a me e iniziò a giocherellare con un pennello
-Scusa se sta notte non sono venuto da te ma è successo un casino alla festa-spiegò grattandosi la fronte.
Smisi di fare quello che stavo facendo e lo fissai
-Che cos'è successo?-
-Nate si è ubriacato da fare schifo tanto che sta ancora dormendo, Tommy era praticamente assente, tu e Cleve ve ne siete andate...-
-E Natalie?-chiesi stringendo il pennello che avevo in mano.
Lo sentii ridere amaramente -Quando sono ritornato ha iniziato a fare la pazza. Sai come sono quelle persone no?-
Si lo sapevo. Ma che cavolo centrava lui con quella putt... ragazza?!
-Stavate insieme?-chiesi con freddezza
Alzó la testa di scatto guardandomi con gli occhi sgranati
-Cosa?! No!-
-Allora perché se le è presa con te?-
Sospiró lungamente mentre io stavo per alzarmi e andarmene
-Perché le piaccio....senti abbiamo scopato quando eravamo più piccoli ma poi è finita. Tutto qui!-
Tutto qui! Gli sembrava poco?!
Inoltre aveva usato la parola "scopato" cosa che con me non usava mai.
Ma chi era questo ragazzo?!
-Non eri tu che dicevi che facevi l'amore e non scopavi?!-mi alzai per cercare di avere un po' più di forza e coraggio per la litigata che stava per arrivare.
Si alzò con uno sguardo incazzato
-Ho detto che facevo l'amore ma con te solo con te! E lei non è te-
Da una parte ciò he aveva detto mi consoló e mi fece battere forte il cuore ma dall'altra sentivo che non potevo fidarmi.
-Io...non so..non ci capisco più niente-sussurrai cercando di dirigermi verso la spiaggia ma lo vidi mettersi davanti a me tenendomi le mani tra le sue.
-Ascolta lo so che è difficile da capire ma da quando ci sei tu io non riesco a pensare ad altro. Credimi è la verità.-
La sua era quasi una supplica.
Non risucii a dire niente se non guardare il mare dietro a lui.
Lasciati andare Erin!
-Baciami-dissi guardandolo
Un po sorpreso mi scrutò un attimo e poi le sue labbra furono sulle mie.
Quel bacio fu diverso da tutti gli altri, non aveva niente di casto, era sensuale, appassionato e incredibilmente bello.
-Vieni-sussurró sulle mie labbra mentre mi portava dentro casa.
Quando chiuse la porta dietro di se inizió a spogliarmi e io feci lo stesso.
Finimmo per andare sul mio letto e lì capii tutto quello che non riusciva a dirmi a parole.

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