Capitolo 25

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Avete presente quei film in cui c'è una festa e due ragazze iniziano a darsele di santa ragione?!
Tiramenti di capelli e oggetti che volano?!
Bene! Questo era quello che stava succedendo a casa di Ryan e Tommy, tranne per il fatto della festa, perché quella sera nella loro casa regnava la calma più assoluta eccetto per le due matte in mezzo al salone.

-Brutta stronza!-sentii urlare Cleve appena entrai in casa.
Mi chiusi la porta dietro alle spalle e mi avviai in direzione della sala.
Quando vidi il quadretto mi scappó una piccola risata.
Vedere tre ragazzi che non riuscivano a staccare due ragazze era il colmo.
-Erin ci puoi dare una mano?-chiese Nate che stava cercando di allontanare Natalie da Cleve.
In quel momento la meglio sembrava avercela la mia amica dato che teneva stretti, in un pugno, i capelli dell'altra.
Non facevano altro che urlare.
Sembravano due galline!
Mi avvicinai e cercai di mettermi in mezzo e con qualche spintone riuscii a far mollare la presa a Cleve.
-Basta! Ma che vi prende?!-urlai girando la testa da una parte all'altra.
Cleve era tenuta stretta da Tommy, aveva il fiatone e uno sguardo che trasmetteva solo collera, mentre dall'altra perte cera la zocc..cioè Natalie che si aggrappava a Nate e a Ryan cercando di rimanere in piedi.
-Chiedilo alla tua amichetta. È lei che ha cominciato!-disse La gallina urlando.
-Vuoi vedere che come ho incominciato ti finisco anche!- ecco che Cleve stava ripartendo all'attacco ma Tommy riuscì a tenerla fra le sue braccia.
-Non mi interessa chi ha incominciato e sinceramente non mi interessa neanche il perché di questa cazzata. Ma dovete piantarla tutte e due! Avete vent'anni non cinque. Se dovete risolvere un problema si parla e basta-dissi con frustrazione
-Facile a dirlo ma come fai a non mettere le mani addosso a un'oca come lei?!-mi rispose Cleve
-Oca a chi?!-urló l'altra
Ecco che ricominciavano.
-Basta!-urlai mettendo le mani davanti a entrambe.
Quell'urlo mi uscì quasi naturale ma non venne pensata così dai ragazzi che mi stavano guardando sorpresi.
-La dovete finire. Ne ho abbastanza di litigate. Quindi adesso ognuna se ne vada per conto proprio. Cleve tu vai con Tommy-mi rivolsi a lei e poi girai la testa verso Natalie -E tu fai quello che vuoi. Se vuoi stare con Nate stacci ma lascia in pace Cleve. Ok?-
Chiesi rivolgendomi ad entrambe ma non ricevetti risposta.
-Ok?-urlai più forte
-Va bene-risposero all'unisono.
Feci un respiro profondo e mi diressi verso l'uscita.
Avevo bisogno di prendere un po' d'aria. Mi succedeva sempre quando mi arrabbiavo o urlavo. Mi innervosivo facilmente.
-E se volessi anche Ryan con me?-
A quella domanda la mia mano si bloccò sulla maniglia della porta, mi girai e vidi la stronza fare un sorrisetto tra le braccia di Nate.
Resisti Erin, sii forte!
La rabbia era troppa, non riuscii a trattenermi e girai di scatto la testa in direzione di Natalie urlando
-Allora prenditelo!-
Aprii la porta e uscii sbattendola.
Buttai fuori l'aria che avevo trattenuto a lungo e mi incamminai verso casa mia.
Mentre passeggiavo non sentivo più niente, ne dolore, ne rabbia, niente.
Sentivo solo un grande vuoto.
Non mi sentivo così da tanto e ne fui felice.

Quando fui a metà strada mi sentii chiamare da una voce troppo familiare e mi girai.
Ryan stava correndo nella mia direzione e quando si trovò davanti a me lo vidi aggrottare la fronte
-Ehi...sai che non diceva sul serio Natalie-
Alzai leggermente le spalle -Non mi importa Ryan. Davvero. Va bene così-indietreggiai di qualche passo per poi girarmi e continuare per la mia strada.
Ma una mano mi afferró un polso e mi girai.
-Erin che ti prende?-il suo tono era frustrato stanco...come il mio.
-Niente. Va tutto bene ho solo sonno.-spiegai cercando di allontanarmi ma non ci riuscii.
-Non è vero. Perché i tuoi occhi non dicono questo-
Feci una piccola risata a quelle parole.
-I miei occhi? E secondo te cosa stanno dicendo?-
Mi avvicinai un po' di più a lui cercando di sfidarlo ma quello che fece mi irrigidì.
Alzó una mano accarezzandomi una guancia mentre l'altra teneva ancora dolcemente il mio polso.
-Dicono che mi ami come io amo te-sussurró
Oh cavolo!
Questo non l'avevo previsto.
Provavo qualcosa per lui ma non sapevo se era veramente amore, mentre lui...lui aveva appena detto che mi amava.
-Come fai ad esserne sicuro?-
Questa volta fu lui ad alzare lievemente le spalle
-Lo so e basta. Forse mi sbaglio ma ne dubito.-
Mi amava.
Ryan mi amava.
Non ci potevo credere.
Avevo preso tanti calci in faccia nella mia breve vita e sentir dire da un ragazzo molto bello che mi amava, mi faceva solo chiudere più in me stessa.
Mi allontanai piano, sentii mollare la sua presa.
Lo fissai negli occhi
-Non puoi amarmi.-bisbigliai
Lo sentii fare una piccola risata.
-Beh invece è così. Non dovrei ma...mi sono innamorato di te-
-Già non dovresti. Abitiamo troppo lontani e non potrebbe funzionare-spiegai
-Non è per quello Erin. La distanza si supera-
Aggrottai la fronte non capendo cosa voleva dire.
-Se non è per la distanza allora per che cos'è?-
Si portò una mano nei capelli come se fosse frustrato.
Non ci conoscevamo e sapevo che mi stava nascondendo qualcosa.
-Lascia perdere non ha importanza-
Si girò per dirigersi verso casa sua ma non potevo non sapere.
Lo raggiunsi e mi misi davanti a lui
-Non puoi dirmi che mi ami e poi andartene così. Dimmi che cosa c'è oltre la distanza che ti preoccupa-
Prese un profondo respiro e scosse la testa
-Non posso perché poi tu te ne andrai-
-Non puoi saperlo finché non me ne parli-
Non disse niente e quel silenzio pesava sul mio cuore come un macigno.
-Avanti dimmi cosa c'è!-sbottai
-Sono nell'esercito!-urló
Ecco che il mio cuore perse un altro battito.

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