Capitolo 27

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Non so se avete mai fatto caso a quei simboli che ci sono sui display di ogni cellulare quando ascolti la musica.
C'è il ritorna indietro, c'è la pausa e poi c'è l'andare avanti.
E tra quei tre simboli se avessi dovuto basarli sulla mia vita e su quello che mi stava succedendo non avrei saputo quale usare.
Potevo ritornare indietro, ma non sarebbe servito a niente dato che non potevo sapere quello che il mio futuro mi avrebbe riservato e sicuramente avrei fatto le stesse scelte.
Potevo mettere in pausa, ma purtroppo questa scelta non poteva durare per sempre.
E infine c'era l'andare avanti, che forse era la scelta più saggia da fare, ma era quella che riservava più paura perché c'era il terrore dell'ingnoto ossia di cosa sarebbe accaduto nel futuro o anche solo il giorno seguente.
Ecco. Io mi trovavo in quella situazione in cui dovevo scegliere se rischiare o se fermarmi perché indietro non potevo tornare.

Il giorno seguente quella sera non vidi ne Bryan ne Cleve.
Quest'ultima pensavo che sicuramente era con Tommy, mentre Bryan non avevo idea.
Per quel poco che lo conoscevo sapevo che era un tipo inaspettato, sorprendente e con un lavoro rischioso.
Per tutto il giorno mi ero immaginata lui in tenuta militare e anche se una parte di me lo trovava sexy, l'altra lo temeva. Non avevo paura di lui, assolutamente no!
Ma avevo paura per la sua salute e per quello che quel mondo così violento gli avrebbe potuto riservare.

Cercai di non pensarci facendomi diversi bagni in mare e la sera ritornando a casa sotto la doccia ancora non mi ero tolta dalla testa quella paura.
Bryan sapeva benissimo cosa pensavo e per fortuna mi aveva lasciato un po' di spazio e di tempo per riflettere, ma mi mancava.
Però dovevo ragionare.
Potevamo funzionare insieme?
Potevamo conoscerci meglio?
C'è l'avrei fatta a sopportare l'attesa nel rivederlo dopo una missione?
Non lo sapevo. Non sapevo niente.

Quando uscì dalla doccia mi cucinai qualcosa , guardai un po' di televisione e poi decisi di uscire sul portico e sedermi sugli scalini.
Forse la vista del mare mi avrebbe aiutata.

Dopo circa mezz'ora, però, i miei pensieri furono spazzati via dal rumore dei passi di Cleve che si stava dirigendo verso casa.
Aveva gli stessi vestiti della sera prima, i capelli erano tutti arruffati e sotto gli occhi aveva delle occhiaie ben visibili.
-Ciao-dalla sua voce si intuiva che qualcosa non andava.
-Ciao, sei stata da Tommy?-le chiesi stringendomi le mani nelle tasche della felpa a causa del venticello che si era alzato.
Si appoggiò allo scorrimano della scala e con una risata amara scosse la testa.
-No sono stata da Shelly, io e Tommy abbiamo discusso-
-Per Natalie?-
Quella ragazza stava diventando insopportabile. Era proprio una gallina.
-Si e per quello che ho deciso di fare-
-Parli del lavoro e di abbandonare gli studi?-
Annuì appoggiando un piede su un gradino.
-Dice che forse è meglio se ci rifletto ancora bene, che forse è sbagliato che io rimanga qui e altra cose. Praticamente pensa che io stia facendo una cazzata-
-Ah.-risposi semplicemente.
Meno male che non era l'unica ad avere problemi.
-Tu invece? Non sei stata con Bryan?-
-No- risposi freddamente
-E ieri quando ti ha rincorso cosa vi siete detti?-
-Abbiamo parlato-
La guardai con sguardo torvo perché sapevo che di lì a poco avremmo litigato.
-Di cosa?-
Presi un profondo respiro
-Di quello che fa per vivere. E sono sicura che tu lo sapevi già! O sbaglio?-
Chiuse gli occhi e cercó di camminare verso di me ma la fermai con una mano.
-Cleve non sono in vena per i giri di parole e per quello che vedo neanche tu. Quindi rispondimi o sì o no-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Si. Lo sapevo-
Ok. Avremmo sicuramente litigato.
-E perché non mi hai detto niente?- dissi con rabbia alzandomi.
-Perché non aspettava a me dirtelo!-
-Si ma sapevi che io mi stavo affezionando e invece di fermarmi mi spingevi sempre di più verso di lui-
Mi guardò malissimo, ma non mi fece paura perché la rabbia era pari in quel momento.
-Non ti ho puntato una pistola alla tempia dicendoti di stare con lui. Io ti ho dato dei consigli ma tu potevi benissimo rifiutarli.-
-Si è vero. Ma io ti ho ascoltato perché sai che non sono brava con i ragazzi e non ho molta esperienza mentre tu qualcosa in più la capisci.
E di certo non potevo sapere che lui faceva e fa il militare!-
Stavamo urlando e ringraziai che vicino a noi non cerano case.
-Beh mi dispiace ma tanto l'hai detto anche tu che tra voi non può funzionare quindi dove sta il problema?- disse urlando e gesticolando
-Il problema è che lo amo!-gridai senza pensarci due volte.
Vidi la mia amica arretrare di qualche centimetro mentre io cercavo di calmare il mio respiro.
-Erin...-
-No Cleve basta. Sono stufa dei tuoi mi dispiace. Lo so che non spettava a te dirmelo ma non dovevi neanche spingermi a provarci- dissi con voce piu calma mentre scendevo le scale e mi dirigevo verso la spiaggia.
-Io l'ho fatto per te!- la sentii dire
Mi voltai di scatto
-Per me?-
-Si perché sei sempre chiusa e per farti parlare a volte bisogna storcertele dalla bocca. Per non parlare di quello che provi. Mentre da quando conosci Bryan un po' sei cambiata-
-Cleve io sono fatta così! Non posso cambiare di colpo. E vuoi parlare di cose non dette beh mi dispiace ma sei tu la prima che dopo quasi un mese mi ha confessato quello che voleva fare!-
-Avevo paura di quello che avresti potuto pensare!- urló
Scossi la testa e risi amaramente mentre spostavo un po' di sabbia con le scarpe.
-Vuoi sapere cosa pensò veramente? Che forse Tommy ha ragione, su quello che pensi di fare ci devi riflettere ancora bene perché se tu ne fossi veramente sicura non chiederesti a destra e a manca consigli o opinioni su quello che vuoi fare. La vita è tua e non nostra-
Quando finì mi sentii più libera, mentre lei sembrava a pezzi.
-Sai che ti dico Erin? Vaffanculo-
Pure?!
Si girò e mentre stava facendo le scale per entrare in casa le urlai dietro
-No Cleve, vaffanculo tu!-
E poi la porta si chiuse.

Cercai di riprendermi un attimo da quello che ceravamo dette e invece di entrare in casa mi diressi verso quella persona di cui in quel momento avevo bisogno.

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