Chapter 4

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Si alzò con uno scatto deciso frugando nel baule di Scott, dove conservava i suoi indumenti maschili, e ne scelse qualcuno da indossare.

Provandoli, si accorse che erano larghi, ma non se ne importò, sarebbe stato un vantaggio se doveva nascondere il seno, al fine di fingersi uomo.

Tuttavia sarebbe stato un grosso rischio girovagare in quel modo, ma ad un tratto un'altra idea le balenò in mente, illuminandole gli occhi.

Si allontanò dallo specchio, per poi avvicinarsi ad un altro baule, stavolta il suo, dentro il quale vi era un doppiofondo.

Non era sicura di trovarlo, ma alla fine non riuscì a placare un gridolino di gioia.

Quello che aveva in mano era un bustino, utilizzato dalle nobili dame quando dovevano apparire più perfette di quanto già non lo fossero. Lo vinse ad una scommessa in una bettola: un pirata l'aveva sfidata a carte, e in palio lui mise il bustino di una delle sue tante prostitute, mentre lei gli avrebbe pagato un doppio boccale di birra.

Ovviamente, anche se non sapeva nemmeno in quale modo, vinse lei, e lui dovette separarsi da quell'oggetto così prezioso. Quel ricordo le fece tornare il sorriso, e ringraziò il suo buon senso per non averlo buttato.

- Fai proprio al caso mio. - disse al bustino, prima di infilarselo.

Osservò che il bustino reggeva sommariamente il suo odioso e prosperoso seno, e schiacciandolo sembrava che avesse un po' di pettorali.

Perlomeno avrebbe ridotto il suo volume.

Restavano solo i capelli da mascherare, e sperò di trovare qualche berretto tra le cose di Scott, perché tagliarseli era l'unica possibilità che non avrebbe voluto prendere in considerazione in tutta quella bizzarra situazione. Ma con sua grande euforia trovò anche quello, fu così che decise di specchiarsi di nuovo allo specchio e... sì, era decisamente soddisfatta del suo travestimento.

Stava contemplando meglio la sua figura allo specchio, per accertarsi che non sarebbero nati dubbi sul suo conto, quando sentì qualcuno dietro la porta che bussava.

- Gwenny sono io, Scott, posso entrare? - la ragazza diede un'ultima occhiata al suo aspetto, notando con terrore che indossava ancora gli abiti del fratello.

Si sarebbe insospettito trovandola vestita in quel modo e le avrebbe sicuramente proibito di uscire di casa.

Non poteva permettere che scoprisse tutto, nonostante lei avesse col fratello un legame che andava aldilà del loro sangue: non avrebbe capito quanto fosse importante per lei, e così non pensandoci due volte si fiondò nel letto, coprendosi tutta.

- Entra. - disse dopo un paio di attimi di esitazione, e lui lo fece.

Faceva sempre così: quando Ryan la rimproverava, lui cercava, quando poteva, di consolarla, soprattutto dopo la morte della loro madre.

Sapeva che erano soli, e lui faceva di tutto per non farlo pesare alla sua sorellina.

Si avvicinò al suo letto, si sedette al bordo, dopodiché le accarezzò dolcemente la testa.

- Gwenny... - ripeté di nuovo lui, sorridendole e distendendo le guance piene di lentiggini.

- Non ora Scott. Non mi va di parlare né tantomeno di sentire scuse che giustificano il suo operato... - ammise però lei decisa, guardando un punto imprecisato di fronte a lei. Lui sospirò.

- Non voglio difenderlo, vorrei solo che tu placassi un po' la tua rabbia. Infondo è nostro padre. - disse lui in tono pacato.

- E cosa dovrei fare? Perdonarlo dunque? L'hai sentito Scott! L'ha privata di qualcosa che per lei era di vitale importanza. Ho sempre creduto nel loro amore, ma quella che ha tradito non è stata nostra madre. - affermò stizzita da quelle parole insensate.

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