Chapter 27

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  Fu questione di pochi minuti, e la ciurma accorse a bordo della nave rimanendo sbigottita di fronte alla scena a cui dovettero assistere. Immediatamente Gwen ordinò di togliere l'ancora e si ammainare le vele, mentre un altro gruppo di uomini l'aiutò a sollevare il capitano, seguito da Noah che prontamente capì la situazione.
- Fate attenzione, è ferito grave! Portatelo immediatamente nella sua cabina! - urlò tra le voci che si estendevano sul ponte, mentre li seguiva con espressione cupa.

Gwen rimase in piedi ed immobile a guardare il ragazzo ricoperto di sangue essere trasportato sottocoperta, avvertendo scariche continue lungo il suo corpo, che la fecero tremare.

Aveva veramente paura, per la prima volta in tutta la sua vita.
Lei che era così forte ed inarrestabile.
Lei che si sentiva come il mare: imperscrutabile e imbattibile.
Lei che aveva superato qualsiasi ostacolo, adesso si ritrovava a battere i denti al solo pensiero di perdere l'uomo della sua vita.

L'uomo che amava: il suo capitano.

- Gwen...Hey... - la scosse Geoff visibilmente preoccupato dallo stato in cui cadde la ragazza. Aveva le mani e gli indumenti completamente sporchi del sangue di Duncan, ed era bianca come un cadavere.
- Dove vuoi andare con Duncan in quello stato? - chiese per farla calmare, ma ebbe l'effetto contrario. Lo scansò violentemente, stizzita.

Possibile che non ci era arrivato?

- Nel posto più sicuro per lui, Tortuga! Hai detto che ha una villa lì, giusto?! - chiese con ovvietà ma non aspettò che lui le desse conferma e velocemente corse verso Brick che era al timone.
- Brick, quanto tempo ci vuole per arrivare a Tortuga? Il più presto possibile?! - chiese spazientita, mentre lentamente venne affiancata da Geoff esausto.
- Più o meno una mezza giornata, Jo, ma dovremmo forzare le vele e sfidare le correnti del mare... - spiegò il ragazzo visibilmente provato dalla situazione. Gwen stava per rispondergli ma Geoff la prese per un braccio girandola verso di sé.
- È una follia!!! Te ne rendi conto?! - le urlò contro, pentendosi tuttavia del suo comportamento poco elegante con una ragazza. Lei si liberò dalla sua presa senza indugi.
- Lo so benissimo! Ma è l'unica speranza per Duncan di essere al sicuro! Geoff, qui è odiato da tutti! Se in città si spargesse la voce sulle sue condizioni, come pensi che reagirebbero questi mascalzoni? Ne approfitterebbero per ucciderlo, ed io non voglio perderlo! Intesi?! - sputò con tutta la rabbia che accumulò. Poi una solitaria lacrima cominciò a scendere lungo il viso cinereo della fanciulla, e Geoff gliel'asciugò immediatamente.
Sospirò, quella ragazza non avrebbe mai ceduto se a comandarla fosse stato il suo cuore, come in quel momento.
- Corri di sotto, Duncan ha bisogno di te. Mi occuperò io di controllare la rotta. Arriveremo a Tortuga, parola di pirata. - le disse, sorridendole, e Gwen non poté far altro che ricambiarlo con gli occhi le brillarono in un tacito ringraziamento.

⚓⚓⚓


Arrivò nella cabina di corsa e, senza neanche bussare, vi entrò affannata.
Il capitano venne sdraiato sul suo letto in posizione supina, e svestito della sua camicia, mentre Noah gli era accanto che lo stava visitando con movimenti esperti e consapevoli. Immediatamente Gwen gli fu accanto.
- Allora, com'è la situazione? - chiese con un filo di voce, e vide il medico smettere di tamponare la ferita.
- Il capitano è grave: tralasciando i lividi sparsi in quasi tutto il busto, ha un taglio profondo che ha forato un'arteria, ma questo è il male minore. Se fosse stata utilizzata più forza nel colpo, la lama avrebbe raggiunto il cuore e sarebbe morto all'istante. - spiegò lui senza mezzi termini, asciugandosi la fronte bagnata di sudore e volgendo lo sguardo verso di lei.
- Ha un'emorragia interna e ho urgenza di intervenire internamente. Tuttavia il rollio della nave mi impedisce di ricucire la ferita in maniera precisa, e c'è il rischio che posso compromettere la situazione. - continuò poi il giovane medico, vedendo che la ragazza non riusciva a dire nulla.
D'altro canto Gwen avvertì nuovamente gli occhi pizzicarle, rimanendo a bocca aperta.
Guardò il suo capitano per qualche istante, e sentì il suo cuore stringersi osservando la grossa macchia dietro la sua schiena.
- Ma sta perdendo sangue! - esclamò non riuscendo a mascherare la voce tremante. L'uomo sospirò, riprendendo una nuova garza inzuppandola in un composto da lui preparato.
- Sì, ma l'unica cosa che possiamo fare è rallentare la perdita di sangue stringendogli la ferita fino a quando la nave smetterà di rollare così impetuosamente. - rispose tamponando la fronte del capitano con la garza appena imbevuta.
- Dobbiamo arrivare a Tortuga il più presto possibile! A terra puoi avere tutta la stabilità necessaria per l'intervento! - disse lei inchiodando gli occhioni lucidi e neri a quelli sottili e marroni di Noah. Lui sorrise amaramente.
- Certo, se ci arriva vivo... - constatò, guardandola pietoso.
Immediatamente Gwen avvertì il mondo cadergli addosso, mentre distolse lo sguardo da quello del medico.
Avrebbe pianto nuovamente, ma in quel momento Duncan non aveva bisogno di una ragazzina piagnucolante e in preda al panico.

No, non ci avrebbe rinunciato così facilmente.

Prese dalle mani del medico la garza con cui stava tamponando la fronte, prendendo così il suo posto.
- Cos'altro possiamo fare per rallentare il flusso di sangue, Noah? - chiese con una calma inaspettata, che fece rabbrividire anche un tipo privo di espressione come il medico.
- Potremmo creare un unguento con delle erbe che Dj ha in dispensa. Faranno da barriera per un po' di tempo tra la ferita e l'esterno. Ti va di andarle a prendere? - chiese Noah con espressione improvvisamente sicura e rassicurante, tanto da pervadere anche Gwen stessa.
- Subito! - e così dicendo corse in cucina per procurarsi tutto il necessario.

⚓⚓⚓


La nave era ormai in mare aperto, sfidando la sorte e le intemperie che in quel momento si affacciavano minacciose sull'oceano, che ricambiava con onde di altrettanta intensità.
Nonostante fossero passate un bel po' di ore, la Warrior non smise di rollare, e ciò fece capire a Gwen quanto burrascoso fosse lì fuori.
Pensò al resto della ciurma che dava anima e corpo per assicurare a tutti una navigazione sicura.
Pensò alla loro fedeltà emersa non appena videro il loro capitano giacente inerme tra le sue braccia: senza batter ciglio avevano accettato di sfidare mari e cieli per consentire al loro capitano la sopravvivenza.

Duncan meritava quella ciurma più di chiunque altro capitano esistente, ma soprattutto meritava di vivere.

Gwen invece non seppe nemmeno lei in quante persone si divise durante quel tragico evento: passava dal ponte per recuperare l'acqua e stracci che Noah le chiedeva, per poi passare alla dispensa e poi alla cabina.
E tutto si ripeteva con intensa morbosità.
Solo in tarda mattinata, Noah fu costretto ad abbandonare il capitano per occuparsi della ferita di Geoff, che seppe essersi riaperta dopo gli sforzi che fece.
Così Gwen era lì, presente in ogni istante, ad occuparsi del suo uomo: continuava imperterrita a tamponare la fronte con la garza, e quando smetteva massaggiava delicatamente la ferita spalmando l'unguento di erbe preparato da Noah.
Era a pezzi, sia moralmente che fisicamente: se ne stava seduta su una sedia accanto al letto di Duncan, con le maniche risvoltate, il corpo privo di forze e sul volto un'espressione assente.
Alzò lo sguardo sul viso martoriato del suo amato, e immediatamente l'orrore a cui dovette assistere si fece largo nella sua mente, non lasciandola più in pace. Fece uno scatto veloce voltando il viso come se volesse scuotersi, ma altre lacrime cominciarono a scendere lungo il suo viso tondo e senza colorito.
- P-Perdonami... - iniziò lei, avvertendo un nodo in gola. Si calò piano verso il viso del giovane, che venne riposizionato in maniera supina, ed avvicinò la sua fronte premendola contro la sua.
- Perdonami per non essere arrivata in tempo. Se solo mi fossi mossa prima a quest'ora tu...tu... - non riusciva a finire la frase, tanto era il dolore che il quel momento avvertiva dentro di sé. Allungò una mano verso il suo viso, scendendo sul mento ruvido e accentuato del ragazzo, e si ritrovò a desiderare di rispecchiarsi di nuovo in quelle iridi mozzafiato di cui si era tanto innamorata.

La facevano sentire al sicuro, trasmettendole fiducia e libertà.
In quelle iridi vedeva l'oceano che aveva tanto desiderato solcare.
Vedeva la sua vita.
Vedeva sé stessa.

- N-Non lasciarmi... ti prego, ho bisogno di te. Non potrei vivere senza l'uomo che ho sempre desiderato... - sussurrò dolcemente a pochi centimetri dal suo viso, non riuscendo a trattenere la voglia di baciarlo.
Lo fece delicatamente, convinta che anche quelle dolci carezze avrebbero aggravato la situazione, assaporando le sue labbra morbide ed esperte che adorava, e che adesso erano secche e piene di tagli.
Ripeté il gesto senza mai fermarsi, riempiendo poi ogni centimetro del suo viso, avvolta da uno strano sentimento di appartenenza.

L'amava alla follia, eccome se lo amava.
Gli avrebbe dato la sua stessa vita, se avesse potuto, e solo in quel momento se ne rese conto. Sorrise di fronte a quella consapevolezza, e non seppe nemmeno lei il motivo.

- Ti amo, mio capitano. - gli sussurrò, mentre scoppiò nuovamente a piangere contro il suo petto.








Angolo Autrice:
Rieccomiiiii!
Nuovo capitolo e nuove consapevolezze!
Vi piace questa coraggiosa ma allo stesso tempo fragile Gwen?
Fatemi sapere se vi piace come sta continuando la storia!

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