Chapter 25

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Mancavano poche ore all'alba, e solo in quel momento la città sembrava respirasse aria di tranquillità. I due ragazzi erano sulla soglia della taverna, ed entrambi si strinsero la mano per sigillare il loro accordo.

- Bene, allora agiremo in questo modo: voi sbrigate le vostre faccende a Tortuga, mentre io cerco di prendere tempo col mio re. Lui sa che io sono in Africa per una spedizione nelle colonie possedute. Non penso possa sottrarsi se gli raccontassi che quei territori avrebbero bisogno di rifornimenti di ogni genere. - spiegò Devin, sorridendo soddisfatto.

- Tra un paio di giorni, non mancherò. - rispose Duncan, ricambiando il sorriso.

Già non vide l'ora di tornare, il capitano, per mettersi immediatamente in viaggio verso un tesoro di inestimabile valore.

Da troppo tempo non avvertì più quelle sensazioni di euforia ed eccitazione tipici di un viaggio alla ricerca di qualcosa di misterioso.

Da poco tempo a questa parte si dedicò solo ed esclusivamente alle piccole ma fruttuose commissioni del re d'Inghilterra, all'insegna del dovere e della giustizia che non lo abbandonarono mai.

Ma lui e la sua ciurma erano pur sempre lupi di mare.

Probabilmente addomesticati, più gentili, ma erano comunque pirati. E il loro animo si infiammava non appena gli veniva offerta la possibilità di esplorare e soprattutto di arricchirsi.

Erano spiriti guerrieri, amavano l'avventura, e niente gonfiava i loro cuori più della libertà.

Duncan sapeva che quell'invito celava una realtà che li avrebbe sconvolti, ma non fino a quel punto.

Si trattava di un tesoro che avrebbe sfamato entrambe le ciurme per tutta la loro vita.

Quel tesoro era leggenda.

E lui aveva la chiave per arrivarci.

Bastava utilizzarla.

⚓⚓⚓

Gwen aveva la testa che le scoppiava: non era abituata a frequentare luoghi così chiassosi e pieni di gente malridotta. Inoltre l'odore di rum fu talmente forte che la stordì.

Nemmeno il mercato della sua piccola Cleggan era così rumoroso.

Man mano che vide le persone uscire dalla taverna, le sue orecchie smisero di pulsare e la testa tornò a riconnettere.

Ma in tutto questo non perse mai d'occhio il suo capitano.

Infatti quando vide Duncan alzarsi dal tavolo e, accompagnato dal suo nuovo alleato, si affaccendava ad uscire fuori, non esitò un solo istante a seguirlo.

Durante quelle ore di conversazione tra i due giovani, Gwen cercava in tutti i modi di udire i loro discorsi, ma in quel bordello era impossibile. Così si limitò semplicemente ad osservarli dal suo angolo angusto dietro il pianoforte.

Dopo essersi assicurata che il capitano si fosse allontanato dallo sconosciuto, Gwen riprese a seguirlo. Era veramente stanca e a stento si reggeva in piedi, ma ringraziò il Cielo per la quiete che in quel momento regnò nella città. Si sentì meno sottopressione dagli sguardi curiosi che le rivolgevano, così assunse maggior sicurezza. Mentre camminò, mantenne sempre il suo sguardo davanti a sé e il cappuccio abbassato sulla testa.

Ad un tratto vide Duncan fermarsi di colpo, e quasi non inciampò per trovarsi un nascondiglio qualora egli si fosse girato. Ciò non avvenne, ma capì che egli stava riflettendo in quanto lo vide accelerare il passo ed inoltrarsi in direzione del porto.

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