Chapter 37

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La notte passò velocemente, ma i ragazzi furono già ben svegli e in piedi, fuori dalle loro tende e col cuore trepidante di euforia.
Tutti erano pronti per scovare quel bottino e portarselo a casa, e determinati erano i loro capitani a soddisfare quel desiderio.
Si divisero in gruppi, in modo da soppesare l'eventuale peso dalla caverna alle navi: non sapevano esattamente cosa avrebbero trovato, ma Duncan era pronto a non tornare a casa a mani vuote.
Gwen ebbe finalmente il consenso di seguire gli uomini, e gioiosa affiancò Duncan e Devin con le loro squadre.
Si guardava intorno curiosa, osservando e memorizzando ogni particolare di quella foresta così fitta. La giornata precedente, Duncan e i suoi uomini tagliarono gli arbusti per liberare il sentiero e rendendolo così più accessibile, per cui non le fu difficile attraversare quel tratto senza avvertire i rami conficcarsi nella pelle. Notò però la marea di insetti che invadevano l'aria, ma a parte loro non vi era alcun apparente ostacolo sul loro cammino.
Arrivarono così di fronte alla caverna e tutti trattennero il respiro quando, con le loro torce, cominciarono ad inoltrarsi cauti e con i sensi in allerta.
L'ambiente era umido e scivoloso, tanto che la ragazza dovette mantenersi al braccio del suo uomo per non cadere. Lui captò la sua difficoltà, così la prese per mano e la strinse forte a sé.

- Reggiti, Gwen. Il sentiero è in pendenza. - le sussurrò piano, e lei annuì velocemente.

Devin prese la prima posizione innanzi a tutti, sentendosi in dovere di fare maggior luce al resto del gruppo.
Man mano che scendevano in profondità, la luce già fioca del Sole che penetrava nella grotta si faceva sempre più debole, tanto da costringerli ad accendere le torce che portarono con sé.

Nessuno fiatava, troppo presi a guardarsi intorno e difendersi da qualsiasi cosa fosse capitata sul loro cammino.

L'unico suono percepito era il solo respiro unito alle gocce d'acqua che cadevano alternate dalle cavità della grotta.

Una melodia che per Gwen pareva inquietante.

Ad un tratto però Devin si bloccò di scatto, non accennando ad alcun movimento. Duncan aggrottò la fronte in un gesto di preoccupazione.

- Devin, hai visto qualcosa? - chiese serio, guardandosi intorno nel buio tenebroso, mentre il ragazzo annuiva impercettibilmente.

- N-Non posso crederci. - disse il francese a stento, avvertendo le gambe tremargli. Subito Duncan lo raggiunse affiancandolo, e capì al volo il suo sconvolgimento: un enorme spazio si allargava innanzi a loro, illuminato dalla luce delle monete che brillavano sotto i raggi del Sole di alcune inspiegabili insenature del soffitto dalle quali penetravano. Intere ed infinite pile di monete si innalzavano fino a toccare il soffitto, mentre una trentina di bauli erano sparsi sul pavimento. Alcuni avevano le serrature arrugginite, altri erano talmente colmi di ricchezze che furono lasciati aperti.

Vi erano monete sparse lungo tutta la superficie della caverna, alcune addirittura incastonate nella pietra.

Un sogno, dunque, agli occhi sgranati di ogni membro di quelle ciurme.

Ma non era finita qua: l'atmosfera sembrava ancor più magica dal gioco di luci che le gemme preziose riproducevano quando venivano colpite dai raggi solari.

Duncan, che stentava a credere ai suoi stessi occhi, avanzò di qualche passo e si calò per prendere tra le mani una delle infinite monete di cui era ricca quella caverna.
Se la girò tra esse, affascinato dalla sua lucentezza, testando che non stesse affatto sognando.
Sorrise radioso, voltandosi indietro incrociando gli occhi sbalorditi di ogni uomo, per poi soffermarsi su quelli di Devin, che tremavano di incredulità.
Mostrò orgoglioso la moneta che luccicò di luce propria, mentre non riuscì a contenere la felicità.

- Siamo giunti al famigerato traguardo, amico mio. - disse, ed immediatamente urla di felicità si diffusero tra i presenti.

Ci fu chi pianse dall'emozione, chi diede pacche sulle spalle al proprio amico congratulandosi a vicenda, mentre altri esultarono saltando sui loro posti.

Duncan abbracciò caloroso Devin che si commosse, ringraziandolo di tutto l'aiuto che ricevette da lui e dalla sua ciurma. Gwen invece rimase ancora lì impalata a contemplare quell'ammasso di ricchezze senza fine, non riuscendo a proferir parola.

Non aveva mai visto così tanta abbondanza di monete, né avrebbe mai creduto di averle nella sua misera vita.
Non osava nemmeno sognare una cosa del genere, non voleva illudersi.
Ma invece eccola lì, ad un passo da quel pozzo di ricchezze, che avrebbe potuto far vivere nel lusso ognuno di loro.
Era qualcosa di surreale, tanto da farle temere che fosse tutto un bellissimo sogno.

Tuttavia qualcosa le fece cambiare idea, mentre si sentì avvolta da braccia familiari, che la scossero euforiche.

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