Chapter 20

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 Il mare assunse un movimento lento e piacevole, tanto da cullare quella nave che in quel momento si stava riposando, illuminata dalla sola luce della Luna e delle stelle che quella notte erano ancor più splendenti.
Gwen rimase nella sua cabina in compagnia della piccola Maya che, nonostante il nuovo luogo, non parve affatto spaventata. Correva ed abbagliava a qualsiasi cosa, ed era sempre così piena di forze che la ragazza non si capacitava di dare una spiegazione a quelle energie inesauribili.

Quella cagnetta era una forza della natura, era irrequieta ma allo stesso tempo cauta.
Come lei, dopotutto.

Le venne da ridere di fronte all'ennesimo tentativo da parte della cagnetta di salire sopra il letto e così, provandone pietà, la prese in braccio elevandola da terra per poi abbracciarsela.
Ringraziò il Cielo per averle fatto ritrovare la sua inseparabile amica: aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, sfogarsi.
Qualcuno che la capisse, che la lasciasse piangere senza chiedere.

E qualcuno che le facesse compagnia in momenti del genere: quella notte non volle passarla nella cabina del capitano, voleva rimanere da sola e in pace per riflettere.
Per poi finire nel desiderarlo.

- Ma tu guarda questa piccola peste! Hai avuto il coraggio di seguirmi su una nave pirata pur di non lasciarmi? Pazza! - esclamò lei rivolgendosi a Maya, giocherellandoci.

La cagnetta in tutta risposta abbaiò contenta per poi leccarle affettuosamente il viso. La ragazza sorrise sentendosi di valere per qualcuno. Le baciò la testolina, focalizzando i suoi pensieri sulla famiglia che lasciò per seguire quella strada, e sorrise malinconica.

- Chissà se mio padre e Scott mi stanno pensando, vorrei tanto sapere come stanno... - chiese ad un certo punto guardando la cagnolina che ovviamente non le rispose. A quel punto chiuse gli occhi, per assaporare la pace di quella cabina.


⚓⚓⚓



Improvvisamente sentì bussare alla porta, ed immediatamente i capelli le rizzarono sulla testa. Si ricompose come meglio poteva, alzandosi dal letto e rimettendosi veloce i vestiti di quella mattina.
- Chi è? - chiese titubante poggiandosi sulla porta per bloccarla, terrorizzata dall'idea che fosse il capitano stesso adirato per la sua assenza.
- Sono io Jo, Geoff. Posso entrare? - la voce ovattata del suo migliore amico arrivò come un'ancora di salvezza. Sospirò, ringraziando il Cielo per averla ascoltata l'ennesima volta. Così si allontanò dalla porta, aprendola e ritrovandosi l'amico in intimo.
Entrò senza troppe cerimonie, prendendo posto sul letto per poi venire investito dalla spensieratezza di Maya. Geoff venne subito coinvolto.
- Eccola qui la nostra intrusa! Ciao... - disse lui scherzoso giocando con l'animale. Nel frattempo Gwen prese posto accanto all'amico sorridendo alla sua affermazione.
Poi lo guardò con occhi ridenti e furbi.
- Cosa c'è Geoffrey, non riesci a dormire? - disse lei schernendolo.
Il ragazzo, che era intento a tormentare la piccola Maya, alzò lo sguardo limpido come il Cielo e che in quel momento venne attraversato da uno strano scintillio, facendolo sorridere sornione.
- In realtà, mio caro, la vedetta di una nave non conosce la parola riposo. È perennemente sveglio e attento a qualsiasi cosa, e non gli sfugge nulla. Neanche alcuni quotidiani spostamenti sospetti, come quello di un certo ragazzino gracile che sempre più volentieri visita la cabina del proprio capitano a notte fonda... - spiegò lui, riducendo gli occhi ad un'unica fessura, avvicinandosi piano piano al viso candido dell'amico che lo guardava senza proferir parola.
Gwen ebbe un sussulto non appena si rese conto che Geoff avesse scoperto il segreto fra lei e il capitano e, malgrado non fosse mai successo nulla di scandaloso, ebbe la sensazione che il suo interlocutore si fosse fatto diversi pensieri su ciò che avessero potuto fare da soli in quella stanza. Era così rossa in viso che avrebbe potuto sentirsi male da un momento all'altro. Aprì la bocca intenzionata a chiarire quanto più possibile, ma il ragazzo la precedette.
- Ascolta Jo, con questo non voglio affatto screditare le persone che hanno una certa tendenza. Certo, non me lo sarei aspettato da Duncan, ma vi rispetto, siete miei amici. Solo che, cavolo, potevate dirmi che... - Geoff si scoprì essere piuttosto imbarazzato, e nel frattempo si grattò la nuca nervoso per il suo stesso discorso.
Ma Gwen fu sempre più basita, e scosse la testa scioccata.

Un momento: Geoff credeva che lei fosse... sul serio?!

Fu inorridita.

- Oh no frena, Geoff! Stai insinuando che io e il capitano siamo omossessuali?! - chiese lei alzando la voce senza accorgersene.
- E cosa dovrei pensare, amico? Due uomini insieme in una stanza, ogni notte... cosa dovrebbero fare, secondo te? - chiese lui spazientito, mentre lei lo incenerì con lo sguardo.
- M-ma non è così! I-Io sono... - iniziò a dire, poi si bloccò incontrando gli occhi curiosi di Geoff che, vedendola tentennare, inarcò le sopracciglia assumendo un'espressione confusa. A quel punto la ragazza si sentì in trappola.

Era fatta, doveva rivelare all'amico che lei in realtà fosse una donna, e che per tutto il tempo l'aveva ingannato.

Si rabbugliò a quel pensiero, ma lei si fidava così tanto di quel ragazzo che era convinta che lui avrebbe capito.
E non l'avrebbe tradita.

Sì, poteva fidarsi da quel biondino dalla risata facile e dal sorriso spensierato.
Poteva confidarsi col suo miglior amico.

- E-Ecco io...io sono una donna in realtà, Geoff. E il mio vero nome è Gwen... - ammise lei con un filo di voce, mentre abbassava il capo, troppo imbarazzata. Ma il ragazzo scoppiò a ridere, circondandole le spalle con un braccio.
- Hahaha questa era bella, Jo! Quasi ci stavo cascando!!! - rise lui non riuscendo a trattenere le lacrime.
Ma smise immediatamente, vedendo quello che credeva fosse Jordan avvolto da un'aria fin troppo seria.
Il ragazzo deglutì, scansandosi di colpo da lei.
- No, non è possibile... tu come... una donna non può... - non poté crederci, gli sembrò tutto così surreale. Gwen gli rivolse un'occhiata truce.
- Una donna non può cosa, Geoff? Essere un marinaio e comportarsi come tale? Non può salire su una nave e svolgere le proprie mansioni? Avanti, dillo. – lo incitò lei sentendo il suo cuore divenire una pietra di fronte alle parole dell'amico.
Il ragazzo sgranò gli occhi facendo spallucce.
- È quello che dicono... voglio dire... - ma fu nuovamente interrotto.
- Una donna, se vuole, è capace di fare qualsiasi cosa voglia! Ed io, suppongo, ne sono la prova su questa nave!! - esclamò incrociando le braccia.
Il ragazzo non seppe cosa dire: lei aveva ragione, ma purtroppo sapeva quanto fosse difficile smuovere le convinzioni popolane, soprattutto tra uomini spietati e rozzi come i pirati.
Per lui non c'erano problemi se Jordan fosse una donna, anzi, l'ammirò: fu attratto da sempre dal suo coraggio, dalla sua forza e dalla tenacia ampliamente dimostrati.
Era così forte eppure così piccola.
Sorrise sinceramente, mentre guardò meglio il corpo della presunta ragazza: effettivamente era molto esile, per essere un uomo, e le mani erano troppo piccole e affusolate per svolgere quei compiti. Posò lo sguardo sul viso, e solo in quel momento notò i lineamenti aggraziati e morbidi, e si stupì per non averci mai fatto caso prima d'ora.
Gwen intanto studiò lo sguardo di Geoff, che a tratti cambiava da un momento all'altro.
Captò le sue perplessità, così decise di liberarsi del cappello e della camicia, mostrando così il petto schiacciato dal busto.
Di fronte la verità, Geoff rimase sorpreso da quanto fosse bella e semplice quella ragazza. I suoi occhi si spostarono inevitabilmente sul seno schiacciato dal busto, facendo intravedere la sua prosperità che dovette mascherare per tutto il tempo.

Sì, era decisamente una gran bella ragazza.

Quasi si pentì di aver già una fidanzata, ma scacciò immediatamente quel pensiero malsano.
- P-Puoi rivestirti comunque, mi stai tentando. Ed io ho una reputazione da mantenere. - affermò lui imbarazzato, cercando di soffermarsi con lo sguardo sul viso di lei, che divenne sorridente.
La ragazza si rimise veloce gli indumenti sorridendo soddisfatta, per poi tornare sul letto. A quel punto l'amico la prese nuovamente a sé per farle il solletico.
- Beh allora su questa nave qualcuno si stava divertendo a nostra insaputa! Cosa facevate di bello tu e il capitano nella sua cabina a quest'ora, eh?! Mi sembrava strano che proprio Duncan fosse così stupido da preferire gli uomini alle donne! - chiese malizioso, ridendo anche lui della sua constatazione. Gwen cercò di liberarsi della presa dell'amico, avvertendo improvvisamente un caldo eccessivo.
- Non abbiamo fatto niente, Geoff! Non ancora, almeno... - ammise timida lei, e con una puntina di rimorso che al biondo non sfuggì.
- No, non ci credo! Lui ottiene sempre quello che vuole, soprattutto se si tratta di questo tipo di cose!!! - Geoff fu talmente sorpreso del comportamento del suo fratellone che non lo riconobbe più. Lei accennò ad un sorriso, che però svanì subito ricordando il motivo per cui Duncan non esaudì il suo desiderio, quella notte.
- L'ho fermato, Geoff. E lui non si è ribellato. - continuò, iniziando a torturare un lembo della camicia, sempre più imbarazzata. D'altra parte Geoff non seppe cosa dire, se non che il comportamento del capitano facesse oltremodo discutere.
Conosceva Duncan, le sue abitudini, i suoi giochi e le persuasioni che utilizzava per ottenere quello che voleva.
Le suppliche erano inutili.

Quando voleva qualcosa l'otteneva. Sempre.
Ma quella ragazza, in qualche strano ed inspiegabile modo, era riuscita a bloccarlo.
A destarlo, a renderlo vulnerabile.
Lui aveva accettato il rifiuto di una donna.
E questo era fuori da ogni immaginazione.

La guardò con una strana luce negli occhi, e subito intravide la fisionomia della donna perfetta per il capitano.

Bella, intrigante, furba, coraggiosa e dolce: questa era Gwen, un miscuglio di caratteristiche contrastanti tra loro che la rendevano unica.
Speciale per Duncan.
E probabilmente se n'era accorto anche lui.

- Avete litigato. È per questo che sei rimasta qui, stanotte? - chiese lui di getto, mettendo in ordine i suoi pensieri che si fecero sempre più chiari. Lei annuì impercettibile, poggiata ad una spalla del biondo, mentre questi la coccolò.
- Da quell'episodio non fa altro che evitarmi. Mi ignora e fa finta che io non esistessi. A volte mi prende anche in giro, ma non ne capisco il motivo. - spiegò la fanciulla, girando i pollici tra loro. Geoff annuì senza accorgersene: conosceva troppo bene quel ragazzo che considerò da sempre suo fratello, nonostante le differenze di ceto. Tuttavia stava cercando di racimolare quelle nozioni per capire cosa lo spingesse a comportarsi in quel modo insensato.
Era palesemente spaventato, ma non sapeva il motivo.
Ad un certo punto venne distolto dai suoi pensieri da una sensazione di bagnato sul proprio petto.
Erano lacrime, lacrime di Gwen.
Stava piangendo silenziosamente.
- Hey... - iniziò lui, accarezzandole il viso. - Perché piangi? -
Lei scosse la testa.
- Non lo so Geoff, so solo che... mi manca, ecco. - disse lei, avvertendo un vuoto all'altezza del cuore, che da giorni ammonì il desiderio di battere più velocemente ogni qualvolta lei avesse un contatto con il capitano.

Le mancava il suo respiro sulla sua pelle, i suoi occhi che le ricordavano tanto il mare di Cleggan, le sue mani su di lei, i suoi baci e il suo sorriso.
E più ricordava, più stava male a causa dell'assenza di quelle sensazioni.

Le bastava che veniva pronunciato il suo nome, e lei avvampava come non mai.

- Lo ami, non è vero Gwenny? - chiese Geoff probabilmente troppo schietto, ma a lei parve la domanda più bella del mondo.
Non poté più negarlo oramai, fu così palese anche a sé stessa e si diede della stupida per essere stata così ostinata a non volerlo capire prima.
Sorrise, annuendo dolcemente con la testa, e inevitabilmente la mente le proiettò l'immagine dei loro baci, facendole battere forte il cuore.
- Sì, lo amo Geoff. L'ho sempre amato, e credevo anche lui provasse qualcosa. Ma adesso non lo so più... - dichiarò lei, avvertendo le cosiddette farfalle allo stomaco.
E l'amico sentì che la ragazza stesse dicendo la verità. I suoi occhioni neri erano così luminosi quando si parlava di Duncan, che fu impossibile non accorgersi del grande amore che lei provava.

Sorrise euforico: era perfetta per Duncan.

A quel punto le alzò il capo, guardandola furbo negli occhi.
- Allora qui ci vuole qualcuno che smuova un po' la situazione! - esclamò, indicandosi. Lei mostrò uno sguardo confuso, ma Geoff non se ne curò.
- Non preoccuparti bambina, ci pensa zio Geoff a risolvere tutto! - e detto questo le fece l'occhiolino, che la ragazza ricambiò con un lungo ed affettuoso abbraccio, come tacito ringraziamento.  






Angolo Autrice:
Heylà! Rieccomi qui con un capitolo fresco fresco!
Colpo di scena: finalmente Gwen si è tolta la maschera anche con Geoff, oramai la verità sta venendo sempre di più a galla.
Ma Geoff sarà in grado di mantenere il segreto per l'incolumità di Gwen?
E cosa avrà mai in mente il biondino per aiutare la fanciulla a riappacificarsi con il capitano?
Lo scoprirete la prossima settimana, continuate a seguirmi!
Prima di salutarvi, però, vorrei fare una precisione: nel testo si parla chiaramente di omosessualità e si potrebbe capire che io non lo approvi, ma vorrei smentire tutto questo.
Non ho nulla in contrario all'omossesualità, ma mi sono solo adattata all'epoca, e durante quel periodo infatti persone che avevano un certo orientamento sessuale non comune venivano tendenzialmente etichettati male.

Detto questo...
Buon weekend a tutti!


Dalhia_Gwen 

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