Chapter 11

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Quando la fanciulla mise piede sul primo mattone del porto, stentava a credere di riuscire a stare dritta da sola, senza avvertire un irrefrenabile movimento ondoso sotto i suoi piedi: erano finalmente a Londra, la capitale inglese della Gran Bretagna.

E per essere la capitale, aveva esattamente tutte le caratteristiche: il molo era gremito di gente proveniente da ogni parte del mondo, mischiato tra coloro che ci lavoravano e coloro che erano di passaggio.

Regnava un caos infernale, cosicché il capitano pensò di dare raccomandazioni precise prima di perdere qualche membro per strada.

- Uomini, vorrei chiarire una cosa: non vi ho dato il permesso di venire con me a terra per lasciarvi dare sfogo a tutte le vostre voglie, per cui esigo un comportamento rigoroso mentre siamo qui, come ospiti del re. Io devo recarmi a corte, per concludere, e non tornerò prima di sera. Nel frattempo chi deve svolgere servizi di qualsiasi tipo, è libero di farlo, a patto che non combini nulla di osceno: in tal caso se la vedrà con me. Tuttavia, al mio ritorno voglio trovarvi tutti qui ad aspettarmi, intesi? - Duncan guardò i membri della sua ciurma uno alla volta negli occhi, mentre parlava, e Gwen non poteva fare altro che ammirare quel suo temperamento autoritario e rispettoso con cui aveva sotto controllo tutto l'equipaggio.

- Agli ordini, capitano! - dissero in coro e, dopo aver fatto un inchino, cominciarono a spargersi a macchia d'olio in tutte le direzioni.

La ragazza seguì con lo sguardo il capitano, che si fece scortare da due marinai, fino a quando la vista glielo permise, dopodiché anch'ella si allontanò dal luogo di ritrovo con l'urgente intenzione di voler fare compere.

Prima che potesse intraprendere qualsiasi iniziativa, prese per il polso il suo amico Geoff e gli si posizionò di fronte con un'espressione furba. Lui le rispose divertito e allo stesso tempo curioso di sapere cosa stesse passando per la testa al suo compagno.

- Quel sorrisetto vispo non promette nulla di buono. - iniziò lui sorridendo. Lei fece di rimando.

- Tu devi accompagnarmi in qualche posto a comprare degli indumenti. Non posso più continuare ad accettare i tuoi. – spiegò lei decisa, non mollando la presa dal suo polso. Il biondo la guardò stranito, tuttavia non se la sentì di rifiutare.

- Hai abbastanza denaro con te? Londra è un po' caruccia per un pirata alle prime armi. - la informò con premura. A quell'affermazione Gwen sorrise, rimembrando la sorpresa nel trovare quella ricompensa così fruttuosa poche ore prima: avrebbe potuto sfamare la sua famiglia per due mesi con quel denaro, ed ella era a bordo da neanche 30 giorni.

- Certo! Adesso però portamici, io mi perderei lungo queste strade a me sconosciute. Magari con te...- lo pregò con fare persuasivo, ma lui non era affatto uno stupido, e la fermò capendo già tutto.

- Eh va bene, piccolo furfante. Ho afferrato il concetto, ti accompagnerò a fare spese. Ho una vecchia conoscenza che vende vestiti buoni a prezzi bassi. Ti porterò da lui. - le spiegò, e Gwen non poté fare a meno di esultare abbracciandolo. Poi le fece segno di seguirlo ed insieme si inoltrarono nella bella Londra.

Si guardò intorno curiosa e attratta da quella moltitudine di persone che vivevano lí. Ogni via e ogni angolo erano sempre affollati, ed ella rimase stupefatta dalla densa popolazione. Niente a che vedere, si ritrovò a pensare Gwen, con la sua piccola e tranquilla Cleggan, in cui in determinate ore della giornata si poteva addirittura godere del silenzio che faceva padrone lungo molte delle sue strade.

Lì invece le sembrava che la città non riposasse mai.

Geoff continuava ad attraversare le strade con passo deciso, fiero ed esperto di conoscere molto bene la città.

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