Chapter 19

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Mar dei Caraibi.

Dominica, Roseau.

Era passata una settimana da quando ci fu quel piacevole quanto equivoco incidente tra Duncan e Gwen.
Lui era intenzionato ad evitarla in tutti i modi, reputando che allontanandola dalla sua vista avrebbe giovato lui e la stessa ragazza. D'altro canto lei, ancora profondamente scossa dall'accaduto, subiva le decisioni, seppur sofferte, del capitano, non nascondendo una certa delusione e un senso di vuoto che si facevano sempre più intensi.
La situazione si era completamente capovolta, e anche l'aria che tirava sulla nave cominciava ad appesantirsi ogni qualvolta i due erano costretti ad avere un contatto.
Il giovane capitano non faceva altro che distrarsi dalle immagini di quella notte che, imperterrite, non lo lasciavano in pace: vedeva ancora il suo viso candido e rosso per la violenza a cui venne sottoposto, le sue labbra gonfie e gli occhi grandi come la pece e terrorizzati, che puntarono a lui.
Per evitare la pazzia, non stava un minuto fermo: passava intere giornate chiuso nella sua cabina a fare chissà quali calcoli di rotte mentre, quando era costretto a stare sul ponte, si accostava al quadro per controllare conti e rifornimenti da fare.
La sera, invece, quando lei lo raggiungeva nella sua cabina, si faceva trovare già sull'amaca, assopito e intento a dare le spalle alla porta.

Ed ogni volta la fanciulla ne rimaneva delusa.
Delusa da quel suo comportamento tanto indifferente quanto contraddittorio.
Delusa dalla consapevolezza che fu tutta una messa in scena per portarla a letto.

No, le faceva troppo male pensare che lui fosse in realtà così meschino ed egoista.
Non poteva pensare che quei occhi chiari e meravigliosi che si illuminavano quando la guardavano, le mentirono per tutto il tempo.

Pochi giorni prima si sentiva una principessa, riempita di attenzioni e desiderata fino all'inverosimile, e adesso tutto quello divenne solo un dolce e lontano ricordo.

Ciò che accadde le diede dimostrazione di quanto tutto fosse stato solo un modo per avvicinarla, eppure Gwen non era del tutto convinta.

Non se lo spiegava nemmeno lei, ma avvertiva qualcosa dentro che le alimentava il cuore di speranza ed indirizzava la mente verso pensieri positivi.

Era una forza sconosciuta, presente nel suo più profondo intimo, che inevitabilmente emergeva confutando anche ciò che era così evidente ad occhi delusi come lo erano i suoi.

E si dannava, per essere così debole ogni qualvolta si trattasse di Duncan.

Poiché, nonostante lo spavento e la paura o anche solo la violenza dei suoi gesti, a lei mancava.

Mancavano le attenzioni che lui le donava, scoprendo di desiderarle lei stessa.
Mancava quel calore che le trasmetteva solo guardandola, capace di farla sentire viva e capace di affrontare qualsiasi cosa.
Le mancava quel rapporto così strano tra loro.
E non ne sapeva il motivo.

⚓⚓⚓


- Hey, si può sapere a cosa stai pensando tutto il giorno? - una voce così allegra e familiare la destò da quel tormento giornaliero che puntualmente non eliminava i suoi dubbi, facendo sì che la ragazza gli rivolgesse l'attenzione.
- Ho dormito male Geoff, scusami ma non è giornata. - disse senza emozioni Gwen, che tornò a guardare l'orizzonte di fronte a sé, poggiata alla prua della sua amata nave.
Il ragazzo non smise di guardarla, rivolgendole uno sguardo preoccupato.
- Strano, sono le stesse parole del capitano. - osservò lui attento, ottenendo un'occhiata sorpresa ma allo stesso tempo inceneritrice.
- Avrà anche lui le sue buone ragioni. - affermò lei atona, combattendo contro le sue forti emozioni.
- E sarebbero le stesse? - continuò lui insistendo. Lei lo guardò male.
- Cosa stai insinuando? - domandò la ragazza con sguardo sospetto. La vedetta alzò le sopracciglia scettico, allungandosi verso di lei fino a sussurrarle in un orecchio.
- Quello che oramai si chiedono tutti sulla nave. Cosa credi, che non ce siamo accorti? Tu e il capitano vi evitate, ma non so per quale motivo. – disse a quel punto schietto ed infastidito.
Gwen rimase spiazzata da quella confessione, tuttavia cercò di mantenere la calma: non voleva creare altri casini, non ora che non aveva neanche la protezione di Duncan.
-Abbiamo litigato, per questo non ci parliamo. - spiegò, ma lui sembrava essere ancora distaccato ed incredulo.
- Ah sì? E quando? Mentre eri nella sua cabina, come ogni sera? - il tono di Geoff era così inopportuno che ferì molto Gwen, ma non poteva dargli torto: lui era il suo miglior amico e gli aveva nascosto troppe cose, tra cui anche questa.
La giovane deglutì a fatica, rendendosi conto che la situazione, per la prima volta, le stava sfuggendo di mano.
- Senti Geoff, la questione è abbastanza delicata...- iniziò lei dopo aver sospirato, ma il biondino non la fece finire.
- Delicata? Solo adesso? Se fosse stata realmente così me l'avresti raccontata, visto che dici di fidarti di me. - disse con l'amaro in bocca, e Gwen non poté non sentirsi colpevole.
- Hai ragione, ma ecco... - la ragazza si stava preparando a confessargli tutto, quando una voce la interruppe bruscamente.
- Ragazzi, venite subito! Non sapete quanto stia delirando Dj! - esclamò uscendo di corsa dalla stiva Topher, alquanto divertito. Gwen e Geoff si guardarono confusi, tuttavia decisero di seguirlo allarmati.

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