9

1.1K 75 2
                                    

"MOCCIOSA ALZATI"
urla Alex dalla cucina, quanto odio dovermi alzare dal mio unico e vero amore.. il letto sembra incollato a me, non vuole farmi alzare, le lenzuola mi avvolgono come due braccia enormi, ma non posso stare a casa devo andare a scuola per forza, per almeno una settimana di fila voglio andarci dato che negli anni scorsi almeno un giorno lo saltavo, soprattutto nell'ultimo periodo che era davvero straziante, il freddo della mattina e il caldo del pomeriggio mi facevano esaurire le forze..
Vabbene, alziamoci.
Vado in bagno e inizio a truccarmi, non ci metto molto, ormai sono abituata a truccarmi in dieci minuti massimo, (tranne quando mi succedono piccoli inconvenienti come quello di ieri) dato che Alex di pazienza non ne ha, prendo una felpa nera un paio di leggins e le mie amate nike bianche, almeno un po' di colore deve esserci non sempre e solo nero.
'Certo che potresti vestirti meglio.. lui lo apprezzerebbe'
Se sono la sua compagna mi accetta anche per come mi vesto
'.. testarda.'
Grazie so di esserlo

Vado in cucina e quello che vedo è.. non ci sono parole per descrivere il meraviglioso panino alla Nutella sul mio piatto che mi fissa invitandomi a morderlo, Alex non appena vede la mia reazione scoppia a ridere.

"Ti do 2 minuti, vedi di muoverti"

Alzo gli occhi al cielo e inizio a sbuffare, devo muovermi? E va bene al diavolo le buone maniere, in quattro morsi ho finito il mio panino. La Nutella è sempre stata il mio secondo grande amore, dopo il letto ovviamente, lui non mi abbandona mai.
Prendo lo zaino e salgo in macchina.
Appoggio la testa sul finestrino e un'immagine mi si proietta davanti, poi due, e tre fino a quando non mi ritrovo immersa in una specie di filmino mentale.
Non riesco a riconoscere nulla è tutto sfocato, sento solo le urla strazianti di una donna che si contorce dal dolore e poi più nulla, il buio mi avvolge completamente, vedo solo due occhi enormi con sfumature rosse e nere venirmi incontro come se volessero mangiarmi in qualche modo, non riesco ad allontanarmi e loro si avvicinano fino a trovarmi a pochi centimetri di distanza, non ho paura dato che so di chi si tratta.
"Ciao Giorgia"
"Immaginavo che fossi tu.."
"Eh già.. sai.. anche se provi a togliermi di mezzo io ci sono sempre, e voglio che prima o poi tu mi faccia uscire"
"Non esiste. Non dopo quello che hai fatto, lotterò contro me stessa pur di farti rimanere lì dove sei."
"Questo lo vedremo presto"

Mi sento come se una lama mi entrasse in corpo e sento che qualcosa in me cambia, ero riuscita a liberarmene perché ora è tornato? Non si era più fatto vedere da quando mi sono trasformata la prima volta ed ora si è risvegliato.
Sento delle sberle che continuano ad arrivarmi in piena faccia.

"Giorgia svegliati, andiamo svegliati"

Apro piano piano gli occhi, Alex mi guarda in preda alla paura.. ti prego dimmi che i miei occhi sono normali, ti prego.
Prendo lo specchio dallo zaino e non ci posso credere, i miei occhi sono totalmente neri con l'iride rosso fuoco. Un senso di rabbia inizia a crescere dentro di me, come se in un momento volessi prendere la prima persona a caso e farla a brandelli, ma stranamente dopo pochi istanti questa voglia svanisce.
Mi giro verso Alex che mi guarda, i suoi occhi sono bloccati su di me.
Mi sta guardando ma lo sguardo è assente, fino a quando non sbatte le palpebre e tiene chiusi gli occhi per qualche secondo.

"È tornato?" Mi chiede in tono preoccupato.
"Si è tornato."

Uso il teletrasporto e ritorno a casa, metto le lenti a contatto e mi materializzo in macchina.
"Sapevo che mi sarebbero ritornate utili" dico ad Alex preoccupato più che mai.
"Alex tranquillo, non succederà niente, non può uscire senza il mio consenso" dico prendendogli la mano.

-Vedrai che il consenso me lo darai molto presto-
Non ti azzardare.

In un battibaleno siamo davanti alla mia scuola, sto per uscire quando Alex mi prende per il braccio.

"Sta attenta e cerca di controllarti"
Accenno a un si con la testa ed esco dalla macchina.
Non me la ricordavo così grande, anche se l'ho vista ieri..
Prendo il foglio con gli orari e vedo di avere letteratura nell'aula C6, metto via il foglio ed entro a scuola, tutti sanno dove andare tranne me ovviamente.
Mi guardo attorno quando sento il suo profumo
"Serve una mano?" Mi chiede facendomi girare.
'È bellissimo..'
Non adesso ti prego

"Si grazie devo trovare l'aula C6" dico un po' tremante, stupido compagno che mi manda in pappa il cervello.

'Non offenderlo!'

"Si lo so abbiamo tutti gli orari insieme" risponde facendomi un sorriso smagliante.
"Oh.. giusto" sento le guance andarmi a fuoco.
"Vieni ti accompagno"

Mi prende per la mano e mi porta in classe, a quel gesto la mia lupa inizia a saltare di gioia e devo dire che sentirla così felice mi solleva, mentre camminiamo per la scuola vedo tutte le ragazze lanciarmi occhiatacce e dirsi qualcosa tra loro per poi scoppiare a ridere, non ci faccio molto caso ed entriamo in classe, gli unici posti liberi sono infondo alla classe in centro, senza mai staccare la mano dalla mia mi porta a sedere, Dio che imbarazzo ho gli occhi di tutti puntati addosso.. odio essere al centro dell'attenzione.

Durante l'ora di letteratura Travis non fa altro che guardarmi, so che se inizio a fissarlo a mia volta mi incatenerei nei suoi occhi quindi preferisco evitare.
Prendo appunti fino a quando un bigliettino non mi arriva in testa, mi giro e vedo Luke sorridermi, apro il bigliettino e leggo il contenuto, mi giro e gli faccio un 'ok' attaccando indice e pollice, ma mi accorgo che qualcosa non va sento gli occhi di qualcuno guardarmi furiosi, guardo Travis e noto che i suoi occhi stanno per cambiare colore, so cosa può succede se un'Alpha perde la pazienza quindi faccio un gesto estremo, gli prendo la mano e faccio intrecciare le nostre dita, lui si gira e mi sorride.
Non prendo appunti per tutte e tre le ore mattutine dato che non volevo staccare la mano da quella di lui, ho la necessità di sentirlo vicino a me, di avere un minimo di contatto fisico, anche se non sa che sono un lupo magari una chance gliela posso concedere.

Suona la campanella e stacco la mano dalla sua, scusa bel imbusto ma alla mia pausa cicca non rinuncio, prendo una sigaretta dalla borsa e noto che i suoi occhi non la smettono di fissarmi, alzo la testa e mi porto l'indice sulle labbra mimando un 'shh', lo vedo irrigidirsi di colpo per poi alzarsi e prendendomi la mano trascinandomi fino al giardino della scuola e mi conduce fino a un'angolo del giardino inosservato.

The devil's daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora