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Usciti dalla pizzeria maledissi me stessa per la scenata con la cameriera, lo conosco appena, anzi, non lo conosco affatto ma il legame mi porta sempre più vicino a lui quando dovrebbe essere il contrario, non conosco bene neanche Mia ma le sue parole mi rimbombano nella testa, se gli sto accanto lui soffrirebbe ma non posso farne a meno, in questo caso invidio gli essere umani, prima di avere la certezza che la persona davanti a loro sia quella giusta ci impiegano del tempo assieme al dolore, cercano di esserci l'uno per l'altro ed è questo che fa crescere il loro amore. Noi invece? Sappiamo già tutto, alcuni addirittura appena incontrano il loro compagno se lo portano a casa non facendolo uscire per nessun motivo al mondo solo per paura che quest'ultimo possa scappare o rifiutare il legame. Travis ci sta andando piano comprendendo la situazione ma il problema sono io, sono io che sto tirando per le lunghe questa storia e sono sicura che più vado avanti e più lui si sentirà tradito una volta detta la verità ma non posso neanche rivelargliela di punto in bianco, avere la compagna con il sangue di Lucifero nelle vene non è una cosa da poco, anzi, la gerarchia considera la mia leggenda come appunto solo una leggenda, non si aspetterebbero mai di trovarsi faccia a faccia con me, io sono l'unica chiave che può aprire le porte dell'inferno in questo mondo, liberando tutti i più grandi guerrieri di sempre, coloro che hanno vissuto non per difendere, ma per distruggere, persone fuori di testa che sono sclerate pur di avere il controllo e senza di me quelle anime dannate rimarrebbero per sempre nel loro girone, ora che sono qui invece basterebbe poco perché il male si impossessi definitivamente di me, vivo in bilico tra le due forze che mi hanno messo al mondo, bene e male, luce e ombra, felicità e dolore e spero che non arrivi mai il momento di dover scegliere da che parte schierarmi perché non saprei nemmeno io cosa fare, le persone comuni non esiterebbero a scegliere la parte buona ma dentro di me l'idea del sangue, della distruzione, della morte alimentano la parte folle del mio essere.

Mentre camminiamo verso l'ascensore nessuno dei due parla e questi silenzi sempre più frequenti mi infastidiscono, Travis preme il pulsante di chiamata e durante l'attesa noto i suoi movimenti costanti, come se non riuscisse a stare fermo, come se l'ansia lo stesse divorando, involontariamente appoggio la mia mano sulla sua spalla, anche se ci sono quasi venti centimetri di differenza in quel momento il suo sguardo sembra essere davanti a me come una linea retta, toglie la mano dal suo posto per poi far intrecciare le dita con la mia, le porte si aprono e noi entriamo, premo il bottone per il secondo piano e mentre saliamo inizio a guardarmi attorno, non è uno di quei classici ascensori in cui le pareti sono di acciaio, questo le ha in vetro lasciano la visuale libera a chiunque sia dentro o fuori, le porte si aprono nuovamente e Travis mi trascina in uno dei pochi negozi pieni a qualsiasi ora del giorno, Zara.
In Italia non ho mai voluto entrarci dato che non mi sentivo a mio agio con tutti quei vestiti eleganti ma ora che sono cresciuta la voglia di essere un po' più femminile calcia dentro di me per emergere, ho sempre odiato i vestiti, tacchi, borsette, collane lunghe chilometri o orecchini di diamanti, anche perché io non li posso indossare, sul lobo sinistro ho il dilatatore da 1,8 e sull'altro un semplice orecchino da 1 millimetro.
Ma la domanda che mi frulla nel cervello è una, cosa diavolo ci faccio qui con lui? Travis molla la mano e si posiziona davanti con lo sguardo altrove come se stesse cercando le parole giuste.

"Devi dirmi qualcosa Travis?" Fa un respiro profondo e poi punta i suoi occhi sui miei.

"Mi chiedevo se, si beh mi chiedevo se ti andava di.."
Lascia la frase in sospeso fregandosi la faccia con le mani.

"Tra poco ci sarà il ballo di inizio anno e mi domandavo se ti va di venire con..me."
Tutta quest'ansia per chiedermi di andare con lui al ballo? Non dovrei essere io quella in ansia dato che non so ballare? Le sue guance si tingono di un lieve rossore chiaro segno di imbarazzo, vederlo in difficoltà rende il tutto una sorta di barzelletta ma ridergli in faccia non mi sembra il caso.
Non posso accettare, ciò che Mia potrebbe fargli è a me ignoto e la cosa mi spaventa, non ho paura di lei ma delle sue azioni si, dal primo momento mi è sembrata una pazza psicopatica e dopo quella mattina ne ho avuto la conferma, quindi la mia risposta è no.

The devil's daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora