32

1K 70 2
                                    

Non riesco a dormire, sono sul retro della casa ad osservare il sole sovrastare le cime degli alberi davanti a me, i primi raggi del giorno mi sfiorano là palle dandomi quel poco di calore che serve per non farmi venire i brividi. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dall'armonia della natura, nessun rumore interferisce, il trambusto del traffico a quest'ora sembra dormire, gli uccellini canticchiano allegramente dai loro nidi dando un buongiorno piacevole per chi, come me, ha passato la notte a rivoltarsi nel letto nella speranza di chiudere gli occhi e rilassarsi. Passo una mano sulla runa, non è un tatuaggio direi di più un solco, un marchio che ti scava la pelle come per dirti 'ora che ci sono non mi leverai mai.' E questo mi rende diversa ma non fuori posto, mi sento una delle tante persone tra il mondo intero che sta finalmente trovando la sua strada, che sta finalmente capendo quale sia il suo posto nel mondo. Alex sta ancora dormendo e decido di andare nella vecchia casa di Jhosep, sento che quel posto mi appartiene ma so che non è così. Vado in camera e metto qualcosa di comodo, oggi è sabato quindi posso passare il resto della giornata in giro dato che Alex andrà dalla sua amata, metto delle scarpe comode ed esco sperando di ricordarmi la strada in tal caso mi teletrasporto direttamente lì.
Il tragitto è rilassante, uno dei pochi momenti in cui sono in pace con me stessa e fortunatamente ricordo la strada, l'odore del bosco mi impregna i polmoni portandomi ad inspirare ed espirare profondamente più volte per assaporarmi il tutto, ogni passo verso quella casa fa scattare qualcosa in me, un leggero bruciore mi colpisce il collo come se mi mancasse l'aria ma non riesco a tornare sui miei passi, le gambe si muovono da sole portandomi a pochi metri dalla catasta di legna, il bruciore inizia a diventare sempre più forte come se qualcosa mi stesse per entrare sotto la pelle lacerandola, tocco il punto e il metallo bollente della collana mi costringe a ritirarla, la vista inizia a diventare offuscata e l'aria attorno a me sembra scappare, la voce mi manca e dal dolore al petto mi accascio per terra stringendo l'erba in due pugni talmente stretti che le sento il conficcarsi delle unghie nella carne poi tutto finito, questo dolore può essere paragonato a quello provato stamattina ma so di certo che non può essere una runa, a fatica mi rialzo con la testa che gira come una trottola, ritocco il collo ma il ciondolo è sparito controllo per terra, dentro ai vestiti ma sembra sparito. La sensazione di essere osservata è tanta ma ovunque io guardi c'è solo il bosco, le gambe iniziano di nuovo a camminare verso la casa anche se non glielo sto comandando io, a pochi passi precipito in una buca, mi guardo attorno e so per certo che questa volta non è una visione: sta accadendo tutto realmente, lo scenario è proprio come lo ricordavo con la luce infondo al tunnel che sembra essere solo un puntino, di mia iniziativa percorro tutto il corridoio senza mai staccare lo sguardo dalla luce, a pochi passi il cuore fa un tuffo che mi fa rannicchiare con le ginocchia a terra, cerco di respirare il più possibile anche se in questo momento mi sembra impossibile, con tutte le forze mi rialzo e mi dirigo verso la porta, afferro il maniglione e poi buio, non sento e ne vedo nulla, come se fossi stata risucchiata in un oblio dove ci sono solo io ma senza il controllo sul mio corpo.

"Non può essere lei." La voce di un ragazzo risveglia il mio momentaneo stato di trans, non so dove sono non so chi c'è con me non sto capendo nulla, White è sparita, non sento la sua presenza da quando sono andata nel bosco il che mi preoccupa, ogni volta che sparisce un senso di pericolo si impossessa del mio corpo.

"Lo avevo sempre detto che questa ragazza era diversa ma nessuno mi ha mai creduto." Questa voce.. questa è Camille ne sono sicura, cerco di muovermi ma sono come bloccata, i miei muscoli non reagiscono ai miei comandi e l'unica cosa che posso fare è ascoltare, lo sapevo che non avrei mai dovuto fidarmi di lei.
Due mani si appoggiano sulle mie spalle e iniziano a massaggiarle, sembra tutto uno scherzo, un fortuitissimo scherzo, Camille e il ragazzo si allontanano facendo rimbombare i loro passi sul pavimento che sembra essere di ferro lasciandomi da sola in un corpo che non sembra neanche il mio.

The devil's daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora