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Il resto delle ore passa tranquillamente escludendo le occhiatine da parte di Travis che mi facevano avvampare nel giro di pochi istanti ma comunque devo dire che questa scuola mi piace, si insomma non è come in Italia ma non è male, i professori sono degli zoticoni e le insegnanti delle teste di rapa ma no, non è male.

Mancano pochi minuti alla fine della lezione quando il professor Mihai ci comunica che dall'inizio della settimana prossima inizieranno i rientri pomeridiani, non so se esserne felice o meno dato che la mensa in questo istituto è interna, se poi è come nei film o nei libri non ci tengo proprio.

Già mi immagino la scena di me che entro e noto subito la tavolata Cheerleader e sportivi che sfottono gli altri alunni, poi i nerd, gli emo e chi più ne ha più ne metta.

La campanella finalmente suona e in un battito di ciglia mi ritrovo fuori dalla scuola in attesa del professore, è strano che si sia offerto senza fare domande, se lo avessero chiesto a me avrei rifiutato categoricamente, ma quell'uomo è diverso, ha quel non so che di cui riesco a fidarmi, non mi fido facilmente delle persone, anzi, e forse sto sbagliando a lasciarmi trasportare dal mio intuito ma tentar non nuoce..spero.

Dopo aver salutato tutti mi siedo sopra il muretto accendendomi una sigaretta, non è molto alto ma lo è abbastanza da riuscire a dondolare un po' i piedi senza toccare terra, Mia intanto mi lancia delle occhiatacce che cerco di evitare ma se ripenso alle sue parole mi pento di aver dato una possibilità a Travis, non voglio che gli succeda qualcosa ma non posso avvisare ne lui ne gli altri, peggiorerei la situazione e basta.

Appena riconosco Jhosep uscire scendo e mi avvicino a lui.

"Ti posso accompagnare ma non posso stare lì molto."

Problemi non c'è ne sarebbero stati, avrei fatto un giretto da sola.

"Nessun problema."

Sotto gli occhi indiscreti di alcuni alunni usciamo dalla scuola e iniziamo ad avviarci, il tragitto non è silenzioso anzi, sa come far risollevare il morale alle persone nel giro di qualche battuta, dall'aspetto sembra un vecchietto scorbutico mezzo matto con qualche rotella fuori posto ma la persona che è davvero è fantastica, non sono molti quelli che riescono a capirti al volo e lui ci è riuscito.

Entriamo nel bosco e la sensazione di essere osservata sale, continuo a girarmi intorno ma non c'è nessuno, siamo solo io e lui e l'unico rumore che si sente è il calpestare del fogliame al nostro passaggio.

Sollevo gli occhi ed ecco le voci tornano a farsi sentire ma in modo più soave, l'ammasso di legna per metà carbonizzata è posizionata al centro di uno spiazzo verde, deve essere stata bella grande data la quantità di materiale.

"Ok io vado, scusa ma non ci vengo mai qui, brutti ricordi, ci vediamo a scuola."

Annuisco salutandolo con la mano e aspetto che la sua figura venga inghiottita dal bosco.

Rimango immobile ad osservare quel che resta della casa e le voci che prima percepivo spariscono lasciandomi nel silenzio della natura, prendo coraggio e mi avvicino, c'è qualcosa qui che mi attira.

Faccio qualche passo aspettandomi come nella 'visione' di cadere prima o poi ma non succede nulla, inizio a calpestare il legno sentendo qualche rametto spezzarsi ma continuo a camminare, ci dovrà pur essere qualcosa qui che mi faccia capire il tutto ma nulla, ci sono alcuni pezzi di vetro ormai sporchi, pezzi di ceramica e di altri materiali.

Non capisco perché non abbiamo portato via tutto dopo l'incendio, non ha senso lasciare qui tutta questa legna.
'Forse la usano i vicini quando devo accendere il camino, la usano come scorta.'
Ma quanto puoi essere intelligente?
'Modestamente'

The devil's daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora