I THINK I'VE GOT THE CURE

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Charlotte si svegliò l'indomani mattina con un terribile mal di testa: spense la sveglia con un gesto seccato e poi si guardò attorno, rendendosi conto che la camera da letto era ancora tutta in disordine.

La notte precedente aveva sfogato la rabbia che provava nei confronti di Tony scagliando oggetti contro i muri, perché ormai quello era l'unico modo che conosceva per non tenersi tutto dentro, poi era crollata nel materasso ed era scoppiata in un pianto isterico e disperato; aveva continuato a piangere fino a quando non si era arresa al sonno.

Charlie si alzò dal letto e lanciò uno sguardo allo specchio posizionato vicino all'armadio; ormai faticava a riconoscersi nel riflesso che la superficie piatta le restituiva, lei provava ad andare avanti per sé stessa e James, se lo ripeteva ogni fottuto giorno, ma non era semplice e Tony non aveva fatto altro che peggiorare la situazione con la sua scenata.

Non credeva alla mezza confessione che l'uomo le aveva fatto, non credeva che fosse innamorato, semplicemente non era abituato a rimanere da solo per tutto quel tempo ed ancora soffriva per come era finita la storia con Pepper; a Charlie dispiaceva che anche la loro storia fosse terminata in un modo così freddo, asettico, ma non si sentiva di condannare la scelta della donna.

Lei stessa per amore era pronta ad abbandonare gli Avengers e lo S.H.I.E.L.D, per non vivere sempre nel terrore che ogni missione poteva trasformarsi nell'ultima.

Andò in salotto e si bloccò alla vista di James e Peter che ancora dormivano nel divano; il cuore iniziò a batterle più forte ed i suoi pensieri andarono subito alla notte precedente, a quanto lei e Tony erano rientrati ed avevano avuto quella violenta discussione in cui era stato menzionato il padre del ragazzo.

Che fosse stato sveglio? Che avesse sentito tutto?

Forse lui e Peter avevano ascoltato in silenzio e non avevano fiatato perché sconvolti da quello che avevano sentito, o forse già stavano dormendo da un pezzo e non avevano udito una sola parola: non poteva saperlo, non poteva fare altro che attendere il suo risveglio.

Charlie si diresse in cucina e prese del succo di frutta dal frigo, aveva bisogno di qualcosa di fresco da bere, per allentare la tensione che aveva irrigidito tutti i suoi muscoli in un attimo; non poteva farci nulla: quando c'era qualcosa che poteva minacciare la serenità di James, lei scattava come un ghepardo, sempre pronta a difendere il suo cucciolo.

Il suo istinto di madre si era sviluppato dallo stesso momento in cui Stark le aveva detto che aspettava un bambino, ed era sicura che prima o poi James l'avrebbe mandata a quel paese definitivamente a causa del suo essere iperprotettiva; quel pensiero fece sorridere la giovane nonostante tutto.

"Come mai sorridi?".

La ragazza si voltò in direzione della porta che collegava la cucina con il salotto, vide suo figlio che la fissava e si stropicciava l'occhio destro con il dorso della mano.

"Stavo pensando ad una cosa buffa. Ti sei appena svegliato?"

"Si, Peter sta ancora dormendo"

"Che cosa avete fatto?"

"Intendi ieri? Nulla. Abbiamo mangiato una pizza e poi abbiamo guardato un film, quando è finito ci siamo addormentati nel divano"

"Ti sei mai svegliato?"

"No"

"Ohh!" esclamò Charlotte, tirando un sospiro di sollievo in modo inconsapevole, ed il ragazzo inclinò il viso di lato; corrucciò le sopracciglia in un'espressione che anche Bucky era solito fare quando era confuso.

"Perché?"

"Io e Tony abbiamo fatto un po' rumore quando siamo rientrati. Lui era ubriaco"

"Oh, capisco!"

"Non farti strani pensieri, Jamie, tra noi due non c'è stato nulla e non ci sarà mai nulla. È stata solo un'uscita tra amici"

"Sareste una bellissima coppia" rispose il ragazzo, prendendo del succo di frutta a sua volta, Charlotte lo guardò con gli occhi spalancati: non pensava che suo figlio volesse vederla insieme allo zio adottivo, ma come poteva fargliene una colpa? Dopotutto in due anni era cresciuto sempre e solo con loro due.

Conosceva anche Nick, Natasha e Rhodey, ma loro due erano le sue colonne portanti.

"Tesoro, credimi, noi due funzioniamo di più come amici che come una coppia"

"Però non puoi stare per tutta la vita da sola. Anche se papà non c'è più" insistette James, andando a metter il dito proprio nella piaga.

"Quando mi sentirò pronta darò il mio cuore ad un uomo, ma per il momento voglio concentrarmi su altro. Io vado un momento da Tony. Faresti meglio a svegliare Peter, sono sicura che sua zia sarà in ansia" rispose la giovane, scompigliando i capelli al figlio, uscì dalla cucina e scese le scale a chiocciola che portavano al laboratorio del miliardario.

Lo conosceva perfettamente e sapeva che quando qualcosa lo turbava si rifugiava in quella stanza, lontano da tutti e da tutto, in compagnia della sua musica e delle sue armature da migliorare e migliorare.

Lei e Tony erano accumunati dal fatto che avevano un modo quasi malato per sfogare il proprio dolore: Charlotte distruggeva oggetti e Stark si chiudeva a guscio.

Avevano ancora molto da imparare.

La ragazza venne subito aggredita da una canzone sparata ad un volume quasi insopportabile, attraversò di corsa il laboratorio ed abbassò il volume dello stereo; Tony, stranamente, non era alle prese con uno dei suoi giocattoli tecnologici, bensì era davanti ad un microscopio, intento ad osservare qualcosa in una piastrina.

Solitamente era Bruce quello impegnato con microscopi e cose simili.

L'uomo sollevò gli occhi scuri e carichi di rimprovero, quando si posarono sul volto dell'amica s'indurirono notevolmente.

"Ora non posso ascoltare la musica a casa mia?"

"Non se dobbiamo parlare" rispose Charlotte, prendendo posto davanti a lui, si sforzò notevolmente per non voltare la testa laddove c'era una teca con dentro una protesi in vibranio di un braccio sinistro.

"Ma noi due non dobbiamo parlare"

"Andiamo, Tony! Sei più infantile di James quando fai così!"

"Non sono infantile. Ieri notte sei stata molto chiara. Non c'è altro da dire"

"Non voglio litigare con te, sei mio amico"

"Rogers era il tuo migliore amico. Se non sbaglio te lo sei portato a letto una volta"

"E tu questo come lo sai?"

"Io so sempre tutto, Charlie" ribatté Tony con un sorriso tirato "non dimenticarlo mai. Mi hai spezzato il cuore, ma vivrò lo stesso. Per anni sono andato avanti con un magnete che teneva lontane le schegge che erano a pochi centimetri dal mio cuore, questa sarà una passeggiata. Forse dovrei provare ad ucciderti per avere qualche reazione da parte tua... A quanto pare ti piace il sesso violento"

"La vuoi smettere? Perché devi parlare di lui in ogni occasione?"

"Perché non riesco a capire come hai fatto ad innamorarti del Soldatino..."

"Perché io mi sono sforzata di capirlo"

"Oh, beh, se hai avuto James sono sicuro che hai fatto molti sforzi per capirlo".

Quello era troppo per Charlotte, che strinse i pugni e si preparò a rispondere nello stesso modo di Stark.

"Ascoltami attentamente..."

"Oh, cazzo..."

"Che c'è?"

"Credo di avere trovato una cura per James" disse l'uomo, sollevando di nuovo lo sguardo dallo strumento di laboratorio.

An Unexpected Host; Stars, Steel And Cross Bones (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora