T'Challa si tolse gli occhialini da laboratorio che indossava, gettò la testa all'indietro e si lasciò scappare un sospiro sollevato.
Ormai erano trascorse dodici ore da quando aveva preso la decisione di spegnere la cella criogenica e procedere con la terapia di riabilitazione di Bucky; quello era stato già un lavoro complesso e delicato senza aggiungere il trapianto della protesi meccanica che lui e la sua equipe di scienziati avevano praticato subito dopo, perché il suo ospite e paziente non poteva rimanere senza il braccio sinistro.
Il giovane uomo guardò il Soldato D'Inverno con attenzione: era sdraiato in una brandina in uno stato di coma farmacologico indotto, indossava una mascherina per l'ossigeno perché era ancora troppo debole per respirare in modo autonomo e vicino a lui c'erano dei macchinari che si occupavano di controllare il battito cardiaco e tutti gli altri valori vitali; il Re del Wakanda si avvicinò ad uno degli schermi per controllare che tutto fosse sottocontrollo, anche perché il coma sarebbe durato almeno un paio di giorni.
Quando veniva interrotto un processo criogenico, il soggetto non poteva essere riportato subito alla realtà od avrebbe riportato dei gravi danni cerebrali; era esattamente la stessa situazione di una persona che soffriva di sonnambulismo: non poteva essere svegliata in modo brusco, battendo le mani davanti alla sua faccia, o ciò avrebbe provocato uno squilibrio non indifferente.
T'Challa non voleva nemmeno provare ad immaginare tutto quello che Barnes aveva affrontato in settant'anni passati sotto il controllo dell'Hydra, soprattutto perché era sicuro che l'organizzazione non si preoccupasse di seguire tutta quella procedura: lo scongelavano, lo usavano e poi lo congelavano di nuovo.
A loro interessava l'arma, non l'uomo che si celava dietro.
"Andrà tutto bene" gli sussurrò, appoggiandogli una mano nella spalla destra e stringendogliela appena; lo sentì emettere un lieve gemito così decise di uscire dalla stanza, lasciando che Bucky riposasse.
Appena si ritrovò nel corridoio, da solo, prese in mano il bigliettino in cui Charlotte gli aveva velocemente scritto il numero di cellulare di Natasha; non dubitava minimamente che fosse un numero falso, ma c'e qualcosa che lo bloccava dal mandarle un semplice messaggio.
Aveva già avuto diverse donne nella sua vita, ma lei era diversa da tutte le altre e per la prima volta aveva timore di fare la figura dello stupido.
"Maestà!".
La voce di uno dei suoi funzionari lo strappò da quella decisione amletica.
"Si?"
"Abbiamo appena ricevuto notizie affatto rassicuranti. Si tratta dell'elicottero che è partito ieri"
"È accaduto qualcosa?"
"Non lo sappiamo con esattezza. I resti del mezzo sono stati ritrovati in mare per una pura coincidenza. È stato ritrovato anche il corpo del pilota ma non c'era traccia degli altri due passeggeri. Non c'è ancora nulla di confermato, ma sembra che il mezzo presenti segni di un attacco"
"Un attacco?"
"Qualcuno gli ha sparato contro".
Charlotte si passò una mano nella fronte completamente sudata, per lei che era un Gigante Di Ghiaccio il caldo era il nemico più terribile da affrontare.
Da quando aveva abbandonato la spiaggia in compagnia di Zemo non si erano fermati un solo momento, nonostante la stanchezza, il sonno e la fame gravassero su di loro; la paura era il sentimento che predominava nei due giovani che ancora non si sentivano al sicuro.
Non avevano la minima idea di dove si trovassero, nemmeno se quella fosse la direzione giusta da seguire, ma non c'era davvero altro che potessero fare.
"Ahh!" esclamò la ragazza quando inciampò in una grossa radice sporgente, cadde a terra e si strappò i pantaloni in diversi punti, ma quello non era nullo in confronto alla caviglia che si era slogata "questa non ci voleva!"
"Che ti prende?" domandò il giovane uomo, tornando indietro ed asciugandosi il viso a sua volta.
"Mi sono rotta la caviglia"
"Usa i tuoi poteri e guarisciti da sola"
"Non posso farlo. Sono ancora troppo debole"
"Ti devi ricaricare? Come un cellulare?"
"In poche parole il concetto è proprio quello. Quando uso troppa magia non posso più farlo per diverso tempo, almeno fino a quando non riprendo del tutto le forze. Non sono stata io a decidere che fosse così, il mio corpo si è abituato alla Terra, di conseguenza non sono forte quanto un altro della mia stessa razza che ha vissuto da sempre a Jotunheim"
"D'accordo, allora credo che non abbiamo altra soluzione se non quella di trovare un riparo per la notte ed accamparci per un po'".
Charlotte protestò vivamente quando il giovane uomo provò a prenderla in braccio, ma si arrese quando lui le fece notare che non sarebbe riuscita nemmeno a fare due passi senza gridare dal dolore; trovarono un riparo perfetto in una grotta naturale, nascosta da una piccola cascata d'acqua dolce.
"Credo che sia perfetto" commentò la giovane guardando le pareti di roccia "abbiamo anche l'acqua e l'aria è più respirabile"
"Non ci resta che attendere un tuo miglioramento fisico" disse a sua volta il giovane uomo; rimase per diversi minuti in silenzio ma poi la curiosità vinse "perché credi di esserti indebolita?"
"Ti riferisci ai miei poteri? Alla mia resistenza? Non sono mai riuscita a scoprirlo del tutto, ma credo che sia dovuto al fatto che sono arrivata qui che ero appena nata. Forse è per questo motivo che il mio corpo ha subito un cambiamento così profondo. Questo non è nemmeno il mio vero aspetto"
"Intendi dire che non hai una forma umana?"
"Beh, la mia forma resta umana, ma ho la pelle blu e gli occhi rossi. Solitamente accade solo se perdo il controllo, ma dopo tutti questi anni ho imparato a controllarlo. È da anni che non mi accade e non credo che accadrà mai più. Ormai sfrutto di più il lato della magia che quello dei poteri della mia razza, forse stanno scomparendo del tutto" mormorò la più piccola guardandosi le mani; il ghiaccio scorreva ancora con forza nelle sue vene, ma la magia che Loki le aveva insegnato era più potente che mai, proprio per quel motivo aveva iniziato a prediligere la seconda.
E poi in uno scontro risultava più utile ingannare l'avversario con diversi trucchi piuttosto che sparargli contro del ghiaccio.
"Anche la magia fa parte della tua natura?"
"Si e no. È stata una persona ad insegnarmela"
"Chi?"
"Adesso stai chiedendo troppo" rispose in tono secco Charlie, stringendosi nelle spalle, ma Zemo non si fece affatto intimidire da quelle parole poco affabili.
"Sto cercando di farti parlare e di toglierti un peso dal petto, se non lo avessi capito. Non voglio essere in debito con te perché mi hai salvato la vita. Se continui a tenere tutto questo dolore dentro di te non andrai avanti ancora per molto, lo sai, vero? Sei forte ma non sei brava a nascondere quello che pensi, perché i tuoi occhi sono un libro aperto. Scommetto che ti hanno ingannata in più di una occasione"
"Si, è accaduto"
"Ed allora sfogati. Ti sto dando un'occasione unica. Magari, poi, i tuoi occhi inizieranno a mantenere più segreti".
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An Unexpected Host; Stars, Steel And Cross Bones (✔️)
FanficSECONDO LIBRO. Sono trascorsi due anni dall'ormai ribattezzata Civil War. Bucky Barnes, Steven Rogers, Sam Wilson, Clint Barton, Sharon Carter, Scott Lang e Wanda Maximoff sono scomparsi senza lasciare alcuna traccia. Charlotte Bennetts si è trasfer...