SOMETHING CAME UP

1.4K 96 70
                                    


Charlotte aveva una sola e grande fobia di cui non sarebbe mai riuscita a liberarsi: soffriva di vertigini.

Non era stato sempre così, tutto era iniziato il giorno in cui i suoi genitori adottivi l'avevano portata al Luna Park di una Fiera; l'avevano convinta a salire sulla ruota panoramica e lei aveva accettato con entusiasmo, senza rendersi conto di quanto la giostra fosse imponente.

Lo aveva capito quando la cabina in cui si era seduta aveva iniziato a salire, salire e salire ed allo stesso tempo dondolava a causa del vento: a quel punto si era aggrappata con tutte le forze al sedile, pregando che il giro finisse il prima possibile; da quel momento esatto della sua vita non era più riuscita a salire in una giostra che prevedesse il fattore dell'altezza, perfino uscire in un balcone era un'impresa titanica per lei.

Quando il motore dell'elicottero si mise in funzione lei fissò lo sguardo in un punto lontano, al di là del finestrino, per non pensare al suolo che si allontanava sempre di più dai suoi piedi.

La mano destra della ragazza andò a stringere l'artiglio di pantera che portava al collo: T'Challa le aveva detto che era un amuleto e che l'avrebbe protetta.

Sperava vivamente che potesse farlo già a partire da quel momento.

Zemo lanciò un'occhiata alla ragazza, notò il suo viso pallido e sudato e comprese che c'era qualcosa che la rendeva nervosa.

"Qualcosa non va?"

"No, sto bene"

"Non hai la faccia di una persona che sta bene. Stai sudando. Ti agita qualcosa? È la mia presenza che ti fa tutto questo effetto?"

"Fidati che il fatto di averti così vicino mi fa un effetto completamente opposto. Odio viaggiare in elicottero"

"Non ti piace come mezzo? Non lo ritieni abbastanza sicuro? Hai timore che possa precipitare? Ho letto che tu hai dei poteri piuttosto speciali, quindi una caduta non dovrebbe farti così paura"

"Non è la caduta il problema, semplicemente odio le altezze. Da una vita"

"Trauma infantile?".

Charlie si voltò a guardare il giovane uomo, era piuttosto perplessa dal fatto che insistesse così tanto di parlare con lei dato che la notte precedente gli aveva rotto il setto nasale.

"Davvero vuoi ascoltare la ragione per cui soffro di vertigini? È una specie di test psicologico?"

"Senti, abbiamo molte ore di viaggio davanti a noi, se parliamo risulterà tutto meno pesante"

"Io non ho nulla da dirti. E se lo vuoi proprio sapere tutta questa paura ha avuto inizio da quando sono salita in una giostra. Come vedi non c'è nessun risvolto eccitante e nessun collegamento con gli Avengers o con lo S.H.I.E.L.D. ed ora, se non ti dispiace, vorrei riposare" sbottò la ragazza con uno sguardo truce, mirato a fulminare Zemo, non aveva nessuna voglia di parlare, tantomeno di farlo con la persona che non si era fatta scrupoli ad usare Bucky.

Appoggiò la testa nel sedile e chiuse gli occhi con la speranza di trovare un po' di pace; Tony le aveva raccomandato di chiamarlo appena avesse avuto qualche notizia, sia bella che brutta, ma lei non era intenzionata a farlo per il momento, almeno non prima di aver riposato.

Incredibilmente riuscì ad addormentarsi ma si svegliò dopo pochi minuti, a causa di una violenta scossa; Zemo si guardò attorno a sua volta, confuso almeno quanto Charlie.

"State calmi" li avvisò la voce del pilota "non è accaduto nulla"

"Che cosa è stato? Una turbolenza?"

An Unexpected Host; Stars, Steel And Cross Bones (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora