Chapter 16 - You're a lost soul, my lost soul.

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Peter Pan aveva appena lasciato la mia tenda, senza aver proferito parola alcuna. Le sue mani avevano viaggiato morbide lungo il mio corpo, lente e passionali. Percepivo ancora quei dolci brividi percorrermi la schiena, provocati dal suo tocco esperto. Una nuova sensazione mi investì all'altezza del ventre ed era stranamente piacevole. Fu soltanto in quel momento che mi resi conto del mio respiro irregolare, dettaglio che, senza alcuna ombra di dubbio, Pan non si era lasciato sfuggire. Ciò significava che quel ragazzino viziato mi aveva carezzata per tutto quel tempo con la consapevolezza che fossi sveglia. Razza di idiota.

Quando mi sollevai dal letto, Roland ancora dormiva; nonostante fosse scosso dalla paura, era riuscito ad addormentarsi di nuovo. Io, pertanto, mi incamminai verso il bosco dove, per l'ennesima volta, avrei raccolto la frutta per la colazione ─ una routine che cominciava a diventare noiosa.

Quella mattina decisi di recuperare delle banane, i bambini ne andavano matti! Dunque mi arrampicai per afferrarne in abbondanza, lasciandole cadere sull'erba. Ne avevo recuperate circa 30, quando qualcuno posò le mani sui miei fianchi. Gridai d'istinto, cadendo rovinosamente al suolo. Quando sollevai lo sguardo sulla figura che stava per provocarmi un infarto, mi resi conto che si trattava di Jeremy. "Sei un idiota!" gli gridai, issandomi e ripulendo i vestiti dal terriccio "Pensavo fosse Pan!" "Shh, non gridare!" mi sussurrò, lanciandosi intorno occhiate furtive. "Cosa ci fai qui? L'ultima volta che ci siamo visti ─ beh, non credo tu abbia dimenticato com'è andata" gli riferii con freddezza glaciale, incrociando le braccia al petto "Non era mia intenzione farti piangere, Derya..." si giustificò con tono di supplica. Come puoi sapere che stavo piangendo? Oh ─ Pan.
"Non stavo piangendo" mentii, spostando lo sguardo altrove. Ben presto le sue mani si posarono sulle mie guance, costringendomi a portare gli occhi nei suoi ─ incantevoli. "Ti prego, credimi" continuò, servendosi dei pollici per carezzarmi la pelle con estrema delicatezza "Nello stesso modo in cui hai creduto a me?" sputai irritata, allontanando le sue mani con un movimento brusco. Quest'ultimo sospirò, i tratti del suo viso sembrarono incupirsi "Non potevo non credergli, Derya. Quando vuole qualcosa, la ottiene. Non c'erano prove a tuo favore e sì, sono disgustato da me stesso... perché ho creduto a lui e non a te. ─ Mi dispiace" sussurrò, infine. Gli credevo, credevo alle sue parole, tuttavia non al punto di cedere, avevo bisogno di risposte.

"Tutto d'un tratto mi credi, perché?" Jeremy, ancora volta, si guardò intorno per essere certo che non vi fosse nessuno in ascolto, prima di parlare "Peter Pan mi ha fatto visita molto spesso, ultimamente. Capisco quando ha un piano e, purtroppo, quello che sta mettendo in atto include anche te. Credo non abbia nulla di buono in mente". Le sue parole non mi stupirono affatto. Tutto, sull'isola, girava intorno a quel ragazzino prepotente; la mia vita ─ girava intorno a lui. "Non voglio che ti faccia del male" pronunciò in un flebile sussurro, emettendo una nota stridula a causa del pianto incombente "Jeremy, no, ehi..." sussurrai raccogliendo le sue guance, lievemente barbute, tra le esili mani "Sono in grado di difendermi, lo sai" "Non lo conosci abbastanza... non si arrenderà fin quando non avrà ottenuto ciò che vuole" sussurrò debolmente, posando la fronte contro la mia "Non otterrà assolutamente nulla, se il suo piano include le persone che amo" risposi poco distante dal suo viso, servendomi dei pollici per asciugare le lacrime che gli segnavano le guance. "Andrà tutto bene" sussurrai, sperando di essere il più convincente possibile; ma Jeremy viveva su quell'isola da secoli, conosceva Peter Pan molto meglio di me, le mie parole non lo avrebbero rassicurato. "Invece andrà di merda, Derya! Vuoi capirlo?" gridò inaspettatamente, spintonandomi per allontanarsi da me "Jeremy..." incapace di dire altro me ne restai in disparte, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo singhiozzante. Non credevo potesse avere una reazione simile. Gridare quando Peter Pan poteva essere in ascolto? Non era da lui.

"Jeremy, ti prego, calmati..." "Non capisci? Non si limiterà a giustiziarti in pubblico, non si limiterà a torturarti ─ farà ben peggio!" "Ad esempio?" chiesi, avvertendo dei tremolii lungo il corpo "Io... io non lo so" piagnucolò, portando le mani a coprire il viso. In silenzio, mi avvicinai; posai le dita sulle sue che, con delicatezza, allontanai dal viso sofferente. Gli rivolsi l'accenno di un sorriso e, prima che potesse dire altro, le mie labbra si posarono sulle sue.

He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora