Pan strinse la mia mano nella propria, sollevandola poi in aria. Nessuno, però, parve gioire della mia vittoria ─ e per Jeremy, sul cui viso vi era dipinta un'espressione incomprensibile, non sembrava essere diverso. Ma decisi che lo avrei ignorato, almeno per quella sera, la situazione era già orribile anche senza il suo intervento.
Pan lasciò finalmente la presa sulla mia mano, avvicinandosi al corpo esanime del ragazzino che egli stesso mi aveva costretta ad uccidere; si chinò su di esso e con due dita recuperò del sangue fresco che ancora sgorgava dalla profonda ferita. "Hai vinto onestamente questa battaglia, Hood" esordì, tracciandomi due linee su entrambe le guance con il liquido ancora caldo appartenente allo stesso sperduto che aveva deciso di combattere per lui ─ un mostro rimasto inerme dinanzi alla morte di chi gli aveva letteralmente elargito la propria vita. Rimasi inerme, a quel gesto. "Non sbaglio mai" pronunciò soddisfatto, incurvando l'estremità delle labbra in un sorriso macabro e vittorioso. "Adesso rispetta i patti, Pan: riporta Roland a casa. Non trascorrerà un minuto di più su quest'isola" dissi a denti stretti, levando lo sguardo nei suoi occhi. Egli inclinò il capo verso sinistra, inchiodando le mani all'altezza dei fianchi. Le sue labbra non emettevano suono, il corpo sembrava essersi immobilizzato. Non osare fare brutti scherzi, Pan.
"Sei pronta a lasciarlo andare?" chiese tutto d'un tratto, privo d'espressione. Fino a quel momento, troppo presa dal trasformarmi in un'assassina per sopravvivere, non avevo avuto la possibilità di soffermarmi a pensare all'istante in cui Roland sarebbe andato via, costringendomi a sbarazzarmi dell'ultimo ricordo che avessi della mia famiglia, della persona ch'ero prima di raggiungere l'isola. Non lo avrei mai più rivisto... non avrei mai più rivisto suoi occhioni dolci, le sue labbra ampliarsi in un ingenuo sorriso, le sue braccia spalancarsi alla mia vista, le sue manine chiuse intorno ad un giocattolo, non avrei mai più carezzato la sua morbida chioma riccioluta, la sua pelle delicata ─ non avrei più potuto stringerlo a me. Sarebbe andato via, per sempre. Annuii debolmente avvertendo gli occhi inumidirsi. Non potevo piangere lì, alla portata dello sguardo di tutti. Dopotutto, lasciarlo andare era la cosa giusta da fare.Ad alcuni dei ragazzi era stato assegnato il compito di seppellire Travis, altri si erano semplicemente recati nelle proprie tende; io, invece, camminavo al fianco di Pan che mi avrebbe condotta da Roland. "La morte di Travis non ha avuto alcun effetto su di te?" gli chiesi in un sussurro, intimorita da un suo possibile scatto d'ira. Quest'ultimo, però, parve non essere infastidito dalle mie parole. "Avrebbe dovuto?" replicò con indolenza, senza neanche voltarsi a guardarmi. Tutto sommato, non ne fui sorpresa. "È morto per te, riteneva che tu fossi la sua famiglia" replicai, lievemente disturbata dalla sua noncuranza nei riguardi della situazione "Cosa farai quando Roland lascerà l'Isola che non c'è?" "Cambi discorso?" "Rispondimi" sospirai, sollevando per un attimo lo sguardo al cielo blu tempestato di stelle "Cosa credi che potrò fare? Eseguirò gli ordini di Peter Pan in religioso silenzio!" enfatizzai il tono sulla pronuncia del suo nome, accompagnandolo ad un gesto teatrale delle mani. Così rischi di somigliargli.
Il ragazzo sbuffò una risata, scuotendo impercettibilmente il capo.Seguirono pochi minuti di quiete prima che potessi schiudere le labbra in un sonoro sospiro, portandolo a voltarsi. "Devi dirmi qualcosa?" chiese, visibilmente perplesso "Perché vuoi tenermi qui?" gli posi quella domanda senza rifletterci troppo, arrestando i passi. Lui, pertanto, proseguì lungo il sentiero. "Non ho intenzione di tornare per l'ennesima volta su questo discorso" "Peter, per favore" "Chiamami Pan" sentenziò perentorio "Cosa vuoi che me ne importi? Puoi fermarti?" "Raggiungeremo il ragazzino in volo, camminare ti fa venire in mente strani pensieri e l'irritante tendenza a solleticarmi i nervi". Fece dietrofront per raggiungermi e cingermi il bacino con le braccia, senza guardarmi. "Ho bisogno di risposte, poi non te lo chiederò più" replicai, allontanando le sue mani dal mio corpo. Quest'ultimo sbuffò, roteando lo sguardo "Non insistere, su. Fai la brava" "Fai la brava? Andiamo, Peter! Neanche mio padre mi dice più una frase simile!" ribadii, posando entrambe le mani sulle sue spalle quando si librò in volo senza neanche prendersi la briga di avvertirmi. "Sei un codardo" mormorai poco distante dal suo viso quando diversi metri, ormai, ci dividevano dal terreno "Ho concesso una via di fuga a tuo fratello, dovresti essermi riconoscente" replicò, visibilmente infastidito "Dimmi per quale motivo non vuoi che io sia felice" replicai a mia volta con tono secco e vagamente presuntuoso, posando l'indice al di sotto del suo mento per costringerlo a guardarmi in viso. Un ghigno risuonò forte nel suo petto, tuttavia non mi lasciai mettere in soggezione. I nostri corpi presero quota, quasi come avesse voluto ticcare il cielo con le dita. Spaventata mi aggrappai maggiormente a lui, incapace di comprendere le sue intenzioni.
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He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||
Fanfiction" Il buio avvolgeva il cielo che si ergeva sull'Isola che non c'è; sollevai lo sguardo su di esso, soffermandomi ad ammirare la seconda stella in alto a destra, quella che Derya aveva bramato di raggiungere per così tanto tempo, quella che io ringra...