"Derya!" il mio nome, pronunciato in un sussurro, provenne da un punto impreciso oltre la tenda. Sobbalzai nel sentirlo; Pan, invece, si voltò lentamente verso la fonte di quel suono. "Derya, sono io!" continuò e, per un attimo, pregai di averlo sentito soltanto io. Jeremy, che per tutto quel tempo aveva finto di nutrire risentimento nei miei confronti al fine di non insospettire il ragazzino, era stato colto in flagrante. Ma, d'altronde, quest'ultimo era già al corrente del bacio. Le cose non potevano peggiorare ulteriormente.
Ed eccolo lì, quel sorriso che precede una carneficina ─ pensai, osservando il sorriso nefando che gli incurvò le morbide labbra. Quando tornò a guardarmi, premette un dito contro di esse; compresi immediatamente le sue intenzioni, dovetti quindi agire di conseguenza.
"Jeremy, sono qui! Ma non entrare, sono svestita" non era affatto una bugia, in fin dei conti. "Ah..." osservai la sua ombra spostarsi verso sinistra, sembrava agitato; ridacchiai sommessamente, ma cessai nell'istante in cui il sorriso di Pan si ampliò. Le sue mani si posarono delicate sui miei fianchi, carezzandone la pelle. Deglutii, spostando lo sguardo nelle sue iridi chiare. "Hai ─ hai bisogno di qualcosa?" "No, sono passato per assicurarmi che stessi bene. C'è qualcosa che non va?" "Sii convincente" sussurrò al mio orecchio, servendosi del pollice per carezzarmi il viso. Annuii, chiudendo gli occhi per un effimero istante; "Va tutto bene, sto aspettando che Roland venga a dormire. Sai dove si trova?" gli chiesi, provando a soddisfare la richiesta di Pan e, a giudicare dall'espressione del ragazzino in questione, avevo avuto successo. Stavo facendo esattamente ciò che voleva, ancora una volta. "È con gli altri bambini. Hai intenzione di vestirti, prima che faccia ritorno?" ridacchiò, un suono che alimentò l'accelerazione del battito cardiaco. Istintivamente, nonostante il mio sguardo fosse ancora puntato in quello di Pan, sorrisi; il suo, invece, parve spegnersi e le sue labbra divennero un'unica linea dura. "Io, no... mh... mi rivesto, sì. Ma tu ─ tu vai a dormire, Pan potrebbe sentirci" dissi con tono incerto, chinando il capo "Sì, vado ─ Derya!" "Sì?" "È... è stato bellissimo. Io ─ credo sia stato così magico che lo sognerò per il resto dei miei giorni. Fremo dalla voglia di rivederti" disse tutto d'un fiato, muovendosi avanti e indietro con fare nervoso. Sorrisi impercettibilmente, provando ad ignorare il ghigno divertito di Pan. Era fastidioso, come al solito. "Andiamo, digli che anche tu non vedi l'ora di poter stare con lui" mi sussurrò, catturando tra i denti un lembo di pelle che, in seguito, umettò con l'uso della lingua "Non ─ non vedo l'ora di poter stare con te. Buonanotte, Jeremy" chiusi gli occhi, desiderando di avere il potere di far sparire il viscido ragazzino le cui mani ancora posavano sui miei fianchi "Buonanotte, Derya" sussurrò dolcemente, prima di andare.
"Sei stata bravissima, meglio di quanto pensassi" sussurrò, rivolgendomi uno dei suoi beffardi sorrisi "Roland sta per tornare, faresti meglio ad andare" dissi con tono incerto, tremolante, spostando lo sguardo sul pavimento "La mia compagnia non è di tuo gradimento?" chiese ironico, sfiorandomi il mento con l'indice "Dovresti andare" ripetei, allontanando la sua mano dal mio viso con un movimento del capo "Uh, non devo proprio piacerti! ─ Tuttavia, il mio lavoro qui è finito" proseguì, lasciandomi un lento bacio sulla guancia prima di indietreggiare di qualche passo. Per lui quella notte non era accaduto nulla, era stato soltanto un gioco e niente di più. Tornato nella propria tenda, avrebbe dormito tranquillamente. Il pensiero delle sue mani sul mio corpo, dei suoi baci sulla pelle e delle sue labbra tra le gambe, invece, mi avrebbe tenuta sveglia per notti intere. "Buonanotte, sweetheart" "Buonanotte, Peter Pan" sibilai, osservandolo mentre scompariva oltre la tenda.
A salvarmi dal fiume in piena di pensieri, che mi avrebbe trascinata nel tormento una volta rimasta sola, fu Roland. Quest'ultimo mi raggiunse stropicciandosi gli occhi, lasciandosi poi andare tra le mie braccia. "C'è qualcosa che non va, tesoro?" pronunciai con tono dolce, portando una mano tra le ciocche scure dei suoi capelli che cominciai a carezzare "Voglio tornare a casa, Dee" mormorò, giocando nervosamente con le proprie dita. Poche parole, pronunciate da un bambino, furono la goccia che fece traboccare il vaso: lacrime silenziose solcarono le guance pallide, dovetti chiudere gli occhi nel tentativo di fermarle. Soffocai i singhiozzi, affondando il viso nell'incavo del suo collo sporco e maleodorante "Andrai via di qui, te lo prometto" sussurrai, stringendo il suo corpicino contro il mio petto e cullandolo, infine, in sonno.
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He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||
Fanfiction" Il buio avvolgeva il cielo che si ergeva sull'Isola che non c'è; sollevai lo sguardo su di esso, soffermandomi ad ammirare la seconda stella in alto a destra, quella che Derya aveva bramato di raggiungere per così tanto tempo, quella che io ringra...