Chapter 26 - Neverland: a place where you can fly and never grow up!

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La testa divenne pesante, rendendo l'isola una trottola che piroettava con estrema velocità intorno a me. Portai le mani a premere contro le tempie e, chiudendo gli occhi, tornai a stendermi sullo scomodo scoglio sul quale avevo riposato poche ore, lo stesso che aveva reso il mio collo dolorante. Il cielo era ancora scuro; a giudicare dal silenzio tombale, fatta eccezione per i suoni selvaggi che provenivano dalla giungla, i bimbi sperduti dormivano beatamente all'interno delle proprie tende.

Mi sdraiai sulla schiena per volgere lo sguardo alla distesa blu tempestata di stelle, muovendomi il meno possibile per evitare ch'esse prendessero a girare. Iniziavo a capire in che modo, sull'isola, si ricavasse l'orario: in base alla luna o al sole; nel caso della prima, mi riusciva meglio quand'essa si trovava nella fase della luna piena: andava letta da destra verso sinistra, seguendo un'immaginaria mezza linea orizzontale. La luna va dalla luce verso il buio e, a giudicare dall'alone nero che occupava tre quarti della sagoma di quest'ultima, la notte avrebbe avuto una durata di 12 ore, dunque, il sole sarebbe sorto alle 6, esattamente due ore più tardi.

Immersa nell'interpretazione del meraviglioso satellite, i cui raggi illuminavano la superficie lievemente agitata del mare, non mi resi conto della figura che si stava muovendo verso la spiaggia. Balzai in piedi, quando mi fu possibile notarlo, finendo per scivolare e cadere a rovescio sulla sabbia. Soffocai un gemito strisciando poi verso lo stesso scoglio per nascondermi, senza distogliere lo sguardo da quella nuova presenza che, successivamente, scoprii essere due: era l'Ombra, che trascinava con sé quello che sembrava essere un ragazzino.

Ricordai di quanta paura avesse avuto Roland, diversamente dall'individuo che stava per essere portato sull'isola, mentre volavamo ad alta quota sul cielo della Foresta Incantata; quando, attraversando la stella, eravamo stati investiti da un'improvvisa luce accecante ed un assordante fischio ci aveva fatto credere che le nostre teste fossero sul punto di esplodere. Per un attimo mi fu possibile avvertire, lungo la pelle, il calore asfissiante che ci aveva avvolti non appena i nostri corpi furono circondati da un'esplosione di luci pirotecniche. Adesso, anche il mio dolce fratellino sembrava un lontano ricordo. Le labbra si schiusero in un impercettibile sospiro, nell'istante in cui il suo adorabile viso prese forma tra i miei pensieri. Mi mancava, da morire. Ma saperlo al sicuro, felice, lontano dall'Isola che non c'è, mi fece ricordare che non avevo alcunché di cui preoccuparmi. Roland, tra le braccia di mamma e papà, stava bene.

L'ombra atterrò leggiadra sulla sabbia, guardando il ragazzino con aria premurosa. Non ricordavo fosse stata così generosa anche con me e mio fratello, affatto. Quella bastarda aveva sventrato Gregor soltanto la notte prima e, adesso, si stava accertando che uno straniero stesse bene ━ e se agiva in quel modo, vi era una sola possibile spiegazione: Pan aveva bisogno di lui.

Quand'ella volò verso il lato est del mare, luogo che mi risultava ancora sconosciuto, mi lanciai occhiate furtive intorno per appurare che non vi fosse nessuno. Con cautela, in seguito, mi avvicinai al nuovo individuo che appariva quasi eccitato. Fu sorpreso di vedermi e, con un sorriso che si ampliò gradualmente sulle labbra, prese a saltellarmi intorno. Sollevai un sopracciglio, storcendo le labbra in una smorfia "Cosa ti prende, ragazzino?" gli chiesi con tono poco affabile "Ti immaginavo più piccola, ma tu devi essere una bimba sperduta!" quasi gridò, battendo le mani ripetutamente e velocemente mentre si portava dinanzi a me. Indietreggiai appena, osservandolo come fosse la persona più stramba che avessi mai visto ━ e dire che ne avevo viste di diverse. Schiusi le labbra per rispondergli, ma venni interrotta ancor prima di poter parlare "Oh, no! Accipicchia..." sbuffò "Wendy ci rimarrà malissimo quando saprà di non essere stata la prima!" disse, più a se stesso che a me, battendosi la mano sulla fronte "Beh, questa Wendy è una stupida se il suo desiderio è quello di essere la prima bimba sperduta" soffiai visibilmente seccata, portando le braccia ad incrociarsi all'altezza del seno. Quest'ultimo mi guardò come se quella stramba fossi stata io; sbarrò gli occhi, che divennero quasi della stessa grandezza degli orridi occhiali a forma circolare che indossava, spalancando la bocca che andò a formare un'enorme "o".

He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora