Chapter 6 - I was weak, without hope.

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In gruppi lasciarono le loro tende con la ciotola vuota stretta tra le mani, ponendola ai miei piedi prima di sparire in punti diversi. Mi apprestai a raccoglierle tutte per formarne una pila che avrei poi portato in spiaggia, quando un bimbo sperduto me ne scaraventò una contro. Alzai lo sguardo per scoprire chi fosse stato e, nel vedere Felix, non ne fui affatto sorpresa. Metodica, la raccolsi nuovamente. Sul suo viso aleggiava un'espressione da stoccafisso, avrei dato qualsiasi cosa pur di piazzare la lama del mio pugnale al centro dei suoi occhi azzurri.

Prima che potesse schiudere le labbra per dire qualcosa di totalmente insensato, priva di delicatezza lo colpii in pieno viso con la ciotola con cui mi aveva colpito il petto poco prima. Egli si portò le mani sul naso, piegandosi in due. Quando scoprii il viso, vidi il sangue colare dalle narici e mi fu impossibile reprimere le risate. La stessa risata, però, fu messa a tacere dalle sue mani che mi bloccarono i polsi dietro la schiena, facendomi urtare con violenza contro un albero.

Per quanto provassi a liberarmi, la sua presa era troppo forte. Lo sentii sogghignare, mentre avvicinava le labbra al mio orecchio. "Sai, bambolina, molti di noi vivono su quest'isola da oltre un secolo" sussurrò con tono beffardo "E cosa dovrei farci?" ringhiai, prima che potesse afferrarmi i capelli e farmi sbattere nuovamente contro l'albero. Catturai il labbro inferiore tra i denti, per reprimere i gemiti di dolore. "Presumo tu sappia di essere l'unica donna che abbia mai messo piede su quest'isola" continuò e, nonostante non avessi ancora capito ciò che volesse intendere, feci silenzio ed aspettai. "Nessuno di noi vede una fanciulla da troppo tempo, ho quasi dimenticato come ci si sente a possederne una" le parole che fluirono dalle sue labbra, mi provocarono dei lunghi brividi sulla pelle. Ad impedirmi di muovermi, fu il suo bacino che cominciò a premere contro le mie natiche. Digrignai i denti istintivamente, avvertendo qualcosa muoversi nello stesso punto. "La ribelle che c'è in te non fa altro che eccitarmi, Derya. E mi basterà fare una richiesta a Pan, per far sì che diventi la mia puttana" sogghignò nuovamente, incastrando dietro all'orecchio una ciocca di capelli che mi ricadeva scomposta sulla fronte "Quindi ti consiglio di tenere a bada le tue sudicie mani, non sei nient'altro che la nostra sguattera" disse ancora, prima di mollare la presa sui miei polsi e andare via come se nulla fosse realmente accaduto.

Rimasi inerme contro quell'albero per i cinque minuti che seguirono, boccheggiando per un po' d'aria. Quella non era la taverna di famiglia, quelli non erano ubriaconi che avrebbero dimenticato tutto il giorno dopo  ...  quella era l'Isola che non c'è e quelle erano delle bestie senza alcuno scrupolo che seguivano gli ordini di un essere disumano.

Trassi un profondo sospiro, ricordando di avere tanto lavoro da portare a termine prima che Peter Pan facesse ritorno. Quindi lasciai le ciotole vuote esattamente dov'erano, recandomi alle tende dei bimbi sperduti. Esse erano logore e maleodoranti, fui costretta a chiudere il naso con le dita mentre portavo fuori le lenzuola sporche, che dovevano trovarsi lì dal giorno in cui erano arrivati sull'isola, considerando il loro sudiciume.
Ed io che pensavo dormissero sulle rocce!

I materassi, piccoli e all'apparenza molto scomodi, erano colmi di insetti. Portai quindi fuori anche questi ultimi, scuotendoli per far scivolare gli insetti sul terriccio prima di schiacciarli con lo stivale. Dopo aver ripulito le tende con l'uso di una scopa, che avevo costruito poco prima con un lungo pezzo di legno e delle foglie al suo termine, recuperai le lenzuola e le ciotole che vi incastrai all'interno, camminando verso la spiaggia.

Durante il tragitto inciampai diverse volte, imprecando ogni qualvolta qualcosa mi scivolasse di mano. Tra svariate cadute e parolacce, però, riuscii a raggiungere finalmente la destinazione. Lasciai cadere sulla sabbia tutto ciò che avevo tenuto tra le braccia per tutti quei chilometri, fermandomi il tempo necessario a riprendere aria. Arrivata a quel punto, mi chiesi come avrei fatto a lavar via quel cattivo odore dalle lenzuola. Dovetti addentrarmi nella foresta, alla ricerca di qualche fiore che potesse fare al caso mio. Ma più tempo passava, meno tempo avevo per accontentare le richieste di Pan. Quali sarebbero state le conseguenze, in caso avessi disobbedito?
Scossi il capo a quel pensiero, continuando a camminare.

He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora