Capitolo 6

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Non so dire con certezza cosa provai in quel momento, se mi chiedessero di raccontare quel che successe in quell'istante forse rimarrei muta o forse scapperei, esattamente come feci in quel momento.

Mi colpirono i suoi occhi, di quell'azzurro intenso, con l'abbronzatura acquisita durate i mesi estivi risaltavano di più di quanto già non facessero.
Odiai il ragazzo che stava con Josef per aver urlato il suo nome.
Ethan stava scendendo dal piano superiore, con una bottiglia in mano e una ragazza bionda avvinghiata al braccio. La ragazza teneva i tacchi in mano e non si curava del fatto che tra poco il suo vestito sarebbe diventato una maglietta.
Ethan aveva i primi due bottoni della camicia grigia aperti, le maniche arrotolate e un jeans calato retto da una cinta nera, il tutto con delle vans dello stesso colore.
Si passó una mano tra i capelli e vidi la gente che lo guardava o che gli si avvicinava, era pur sempre il suo compleanno.
Non so quanto duró quell'attimo, forse una frazione di secondo, ma quando si voltó sentendo pronunciare il suo nome, i suoi occhi incontrarono i miei per un periodo che mi sembró un eternità.
Rimase lì fermo non curante di nulla ed io feci lo stesso, prima di voltarmi e scappare. Strattonai Josef e cercai di uscire da quella casa.

< stupida, stupida Courtney> mi dissi mettendomi le mani tra i capelli.
Ero arrivata davanti alla porta, quando sentì qualcuno prendermi il braccio, pelle contro pelle.
Non mi voltai, e così la presa divenne più forte costringendomi a girarmi.
Me lo ritrovai davanti, non ebbi la forza di alzare subito lo sguardo forse per vergogna.
Vedevo il suo petto, il suo collo, le sue labbra, il dannato piercing e i suoi occhi.
Erano rossi e mi fissavano, percorrevano ogni centimetro del mio corpo, quel ragazzo era un mix di illegalità.
< che ci fai qui? > gli spuntó un sorisino e la dannata fossetta.
< buon compleanno > seppi dire solo quello.
Lui mi guardó ancora, questa volta in modo spudorato. Incroció le braccia al petto.
< davvero Courtney che ci fai qui? >
< sono venuta a prendere Melik , è ubriaco >
< e lui dov'è ora ?>
Deglutì , avevo paura, forse vergogna, o forse, cazzo non sapevo cosa stavo provando in quel momento.
< è fuori, mi sta aspettando > gli dissi.
< lascialo aspettare > mi disse prendendomi la mano e iniziando a camminare dandomi le spalle
< dove vai ? > mi fermai e lui si girò.
Sorrise e inclinò il capo. Era decisamente poco sobrio.
< è il mio compleanno Courtney e tu sei il regalo più bello che mi potesse capitare, non ti lascio andare da nessuna parte > si giró nuovamente e io continuai a stare ferma lì dov'ero.
< io devo tornare a casa >
< ti ci accompagno io dopo, ora vieni con me >
< Ethan > urlai strattonando la mano.
< che c'è > mi chiese avvicinandosi.
Feci un passo indietro, e venne ancora più vicino e io ancora più dietro fino a trovare il muro. Ero bloccata.
Sembrava si stesse divertendo.
Mise una mano vicino la mia testa e l'altra dall'altro lato.
Mi bloccava al muro.
< che c'è ? > continuava a ripetermi.
< io devo andare, sono qui per prendere Melik, torna dalle tue amiche, è stato un piacere rivederti >
Inizió a ridere di gusto e avvicinò il suo volto al mio.
< sei per caso gelosa Courtney ? > avvicinava sempre più il suo volto al mio.
Ma da dove cazzo mi era venuto in mente di dire quella frase.
< Ethan lasciami andare >
< altrimenti ? >
Odiavo quando faceva così, impazzivo.
Avvicinò il suo corpo al mio e la sua faccia al mio orecchio.
Provai qualcosa, eccitazione e ansia, il cuore mi batteva. Stavo provando quella strana sensazione che ormai non provavo da mesi e che pensavo di non aver mai più provato. Era famigliare ma allo stesso tempo estrania.

Poi si staccò all'improvviso da me e mi lascio lì spiaccicata al muro.
< non hai nulla da invidiare a nessuna. Guardati Courtney >
Con un dito mi toccó la bocca, sporcandosi di rossetto.
< dove te ne andavi stasera ? > si guardó il dito macchiato.
< va a prendere Melik, è stato bello rivederti >
Io rimasi lì ferma, senza dire nulla mentre lui si girò, parló con dei ragazzi che lo chiamarono e sparì tra la folla.

Uscì velocemente, Melik era ancora lì che parlava con una ragazza.
Lo presi per un braccio , la ragazza mi guardó.
< Ehi tu > mi disse.
< sta zitta > la stanai portandomelo via.
< cerca di mantenerti in piedi > gli ordinai.
< Courtney ma il rossetto ? >
< taci > ciondolava da un piede all'altro.
< se cadi ti lascio qui >
< Courtney, mi dici che è successo ? >
< lo sai benissimo, bastardo >
Iniziò a ridere , si fermó talmente rideva.
< stronzo > continuai a camminare e lui cercò di raggiungermi.
< vi siete incontrati allora >
Mi fermai e mi girai verso di lui che mi stava dietro.
< ma sei impazzito, mi avevi detto che non c'era. Oggi è il suo compleanno e questa è la sua festa >
< e allora? Avanti Courtney prima o poi vi sareste dovuti incontrare, io ho solo fatto in modo che ciò accadesse >
< lui non sta di certo a pensare a me >
< e tu come fai a saperlo, sia tu che lui non aprite mai il discorso, ma so benissimo che siete il pensiero fisso di entrambi >
Ripresi a camminare.
< forse ti sbagli >
< che c'è ti piace quel tipo da strapazzo Courtney ? >
< smettila Melik e cammina, spera che la sbronza non ti passi mai, ti ammazzo una volta sobrio >
< ma taci, che c'è preferivi stare con quel coso ?
>
< io e Steven non siamo neanche amici quindi ora smettila e salì in macchina >
< io sono qui con la mia auto ma non so se sono in condizioni di guidarla >
< ti accompagnerò a prenderla domani mattina, sempre se vivrai per guidarla >
Rise, e ciò mi innervosiva sempre di più.
Gli dissi di stare zitto per tutto il tragitto e così fece ma sapevo che se avrebbe potuto avrebbe riso per tutto il tempo.

La figura più epica di quella sera non era stata scaricare Steven ma presentarmi alla festa di Ethan e uscirmene con un 'buon compleanno'.
Non ci vedevamo da quattro mesi, e così di punto in bianco piombavo durante la sua festa, mentre lui stava dannatamente facendo i fatti suoi,  come una totale stupida.
Lui si stava divertendo, cavolo se si era divertito, sapeva benissimo l'effetto che faceva e si era divertito a farmi impazzire.
Ethan era il solito stronzo!

Secret Memories ( Secret Silence 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora