Capitolo 14

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Erano passati tre giorni, o forse anche di più, in cui avevo lavorato e dormito, lavorato e dormito ma sopratutto dormito. A volte a lavoro non mi ci ero presentata e non avevo risposto alle telefonate di Ashley. Melik non mi aveva cercata da quella mattina, era sicuramente arrabbiato con me o forse aspettava una mia risposta, non sarei tornata li!
Il telefono sicuramente era scarico, non l'avevo neanche guardato ma non lo sentivo più squillare e il che era strano.
Mi strascinai giù dal letto e andai in bagno, chiusi la porta e mi sciacquai il viso.
Camminai scalza alla ricerca del mio cellulare fino a quando lo trovai gettato per terra sul tappeto affianco al letto, lo raccolsi e frugai nel cassetto del comodino per trovare il caricatore.
Mi sedetti al bordo del letto e sprofondai con tutto il mio peso con le spalle nel materasso.
Avevo fatto rimuovere quella scritta, non avrei sopportato di vederla sempre li.
Guardai l'orologio al mio polso, erano le tre di pomeriggio e non avevo fame nonostante non avessi mangiato nulla.
Mi decisi a mettere a caricare il cellulare, a malincuore mi alzai e andai vicino la presa del comodino che strattonai con il gomito facendo dondolare la lampada e capovolgere il portagioie. Il cellulare si illuminò e io mi avvicinai per sistemare la roba caduta.
Vidi la collana di Ethan.
La aprì per una frazione di secondo prima di richiuderla.
Chiusi gli occhi e mi poggiai con le spalle al letto e avvolsi le gambe contro il mio petto, tenevo stretta la collana tra le mani, quando sentì vari squilli del cellulare , svariati, infiniti messaggi.
Gattonando mi avvicinai al cellulare che stava caricando intenta a leggerli ma non lo feci, anzi lo spensi e mi alzai. Andai vicino l'armadio, lo apri e ispezionai all'interno, una volta pronta mi guardai allo specchio e indossai un'ultima cosa, la collana.
Uscì di casa, l'aria fresca mi sollettico il viso, misi le cuffietre del mio iPod e iniziai a correre, man mano che le emozioni e i pensieri si accavallavano nella mia mente aumentavo la velocità, forse la gente pensava mi stessi preparando per una maratona.
Feci un giro enorme, passai davanti casa di Melissa, davanti la casa dei miei genitori, la scuola, tutti i posti che evitavo perché mi recavano troppi ricordi, il vicolo, casa di Rachel, il Country Club,  fino a fermarmi sfinita vicino Central Park.
Solo in quel momento mi accorsi che le canzoni erano ricominciate e che avevo il viso umido di lacrime.
Ne tolsi uno e mi incamminai all'interno quando sentì pronunciare il mio nome, mi girai ma non vidi nessuno.
< Grunt sono qui >
Lo vidi poggiato su uno degli attrezzi da jogging.
< Steven> si staccò e mi venne incontro.
< niente lavoro oggi ? >
Feci di no con il capo ancora intenta a riprendere fiato.
< ho provato a chiamarti questi giorni, sono passato anche dal locale ma non c'eri>
< e come mai? >
Lui si passò una mano tra i capelli umidi e mossi.
< be volevo vederti >
La risposta non mi sorprese.
< eccomi qui > dissi saltando.
Rise.
< hai impegni oggi >
Ci pensai un attimo pur sapendo la risposta.
Se gli avessi detto di sì avrei passato l'intera giornata a crogiolarmi a casa.
< no nessun impegno>
< ottimo > disse venendomi più vicino, fasciato nel suo completo da corsa.
< sbaglio o qualcuno doveva farsi perdonare un paio di cose?! >
Arricciai il naso, ahi aveva ragione! Tutto quel trambusto degli ultimi giorni mi aveva fatto dimenticare un paio di cose, o forse non la consideravo così importante, ma in ogni caso si meritava le mie scuse.
< Steven io sono mortificata per quella volta al locale e per la cena e...>
Scoppiò a ridere bloccandomi.
< Frena Courtney è tutto ok , stavo scherzando. Volevo solo sapere se ti andava magari di cenare fuori > guardò me e poi lui < magari dopo una doccia >
Annuii forse perché mi andava o forse perché non avevo nulla di meglio da fare.
< passo da te per..> guardó l'orologio al suo polso < le otto? >
< si va benissimo >
Andai a casa, mi lavai, mi vesti e scesi di corsa rendendomi conto di aver fatto tardi e di aver passato troppo tempo sotto la doccia quando vidi il messaggio di Steven che mi avvisava che era fuori. Misi il cellulare nella borsa quando lo sentì nuovamente suonare, che insistente!
Non lessi il secondo messaggio e uscì fuori trovandolo seduto sul gradino fuori il cancelletto.
<ora devi farti perdonare anche un ritardo>
venne vicino e toccó il mio fianco con la mano
< hai delle idee a riguardo ?> ammiccai un sorriso
< probabile> rispose mentre saliva in macchina.
Guardai la mia sagoma sul finestrino, non avevo indossato la collana, ma non l'avevo fatto di proposito.

< e uno e due e tre> Risi < dai Courtney tutto giù > bevvi dal bicchierino arricciando il naso.
< ti va un altro ? > disse Steven alzandosi
< no no no > gli acchiappai il polso < non farlo >
La musica rimbombava e le luci attraversano il locale.
< perché no? >
Lo guardai, No cazzo non si beve no! Sobrietà, c'è bisogno di lucidità!
< tu stai cercando di farmi ubriacare brutto pezzo di merda>
Si sedette arrotolandosi le maniche della camicia e gettó il ciuffo riccio all'indietro
< direi che ci hai azzeccato, la mia tattica di sedurti è venuta a galla >
Avvicinò la sua sedia alla mia.
< avresti preferito andare a cena, dimmelo pure se vuoi.. e solo che pensavo ti sarebbe piaciuto fare qualcosa di un po' più divertente > mi guardò negli occhi
< sembro una che non si diverte ? > ci rimasi male e mi finsi offesa
< no fidati, tutto sembri tranne che una bigotta, ma quando è stata l'ultima volta che ti sei realmente divertita ? In cui sei stata bene ?> rimasi zitta
< be vedi volevo farti allontanare dai tuoi pensieri perché più ti guardo più vedo quanto sei bella fuori ma distrutta dentro >
Rimasi impassibile, lui continuava a fissarmi
< e no Courtney non voglio farti ubriacare per portarti a letto >
Deglutì, il tutto stava diventando strano, 'stranamente strano'.
Sembrava volesse avvicinarsi ancora di più ma non lo fece anzi si alzò diretto non so dove.
Rimasi lì ferma senza girarmi ma poi mi senti prendere la mano.
< avanti balliamo >
Volevo rifiutare, ma anzi Risi e mi alzai.
Mi fece volteggiare fino a quando tutto in torno non iniziò a fare lo stesso e i piedi iniziarono a rimbombare dal dolore.
Tornammo al nostro tavolo quando mi resi conto che il cellulare stava squillando.
Era Melik.
< ciao Courtney>
< Melik >
Feci cenno a Steven di aspettarmi mentre uscivo un attimo fuori per parlare.
Il venticello mi attraversó il corpo sudato.
< volevo solo avvisarti che domani mattina parto >
< ah >
< sai già quello che penso >
< non ci torno Melik >
sospirò
< dove sei ora ? >
< in un locale con Steven > esitai un attimo.
< ti auguro una buona serata allora , ci vediamo >
< Melik no , Melik aspetta ti va se ci ved.. >
Aveva già chiuso < voglio salutarti > continuai sola.
Sospirai e guardai Steven seduto all'interno.
Passai una mano tra i capelli e lessi il messaggio di qualche ora prima convinta che fosse di Steven.
Era un messaggio vuoto da un numero sconosciuto al quale proseguì un altro, era una mia foto mentre tenevo il telefono in mano, lì fuori , in quel momento.
Iniziai a guardarmi attorno nervosa.
Troppa, troppa gente , guarda Courtney, impossibile, conosci qualcuno , guarda guarda.
Sentivo il suo sguardo, mi agitavo sul marciapiede, avanti e dietro quando andai a sbarrare.
< ma che fai , sembra tu abbia visto un mostro > continua a guardarmi intorno.
Steven mi prese il viso tra le mani.
< stai bene ? >
< accompagnami a casa, sono solo stanca >.

Secret Memories ( Secret Silence 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora