Capitolo 7

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Quella notte non chiusi quasi per niente occhio. Pensavo e ripensavo a quello che era successo poco prima, mi ripetevo che dovevo smetterla, mi sistemavo, chiudevo gli occhi, ed ecco che mi ritrovavo contro quel muro con Ethan che mi teneva ferma, il cuore che mi batteva e cazzo, era mattina.

Mi feci una doccia fredda , indossai un pantaloncino in jeans, una canotta all'interno e le convers, borsa a tracolla e scesi diretta verso casa di Melik, dovevo accompagnarlo a riprendere la sua auto.
Erano le 11, forse stava ancora dormendo viste le condizioni, ma poco mi importava, mi sarei attaccata al citofono fino a quando non si fosse svegliato,  tanto i suoi genitori erano in vacanza quella settimana quindi avrei potuto fare tutto il baccano che potevo e in più non vedevo l'ora di metterli le mani al collo e strangolarlo.

Stranamente Melik aprì non appena misi il dito sul campanello, pochi secondi e comparve alla porta.
Indossava solo i pantaloni del pigiama ed era a piedi nudi mentre con una mano teneva ferma la porta che rischiava di chiudersi a causa della corrente.
< buongiorno > mi disse stroppiciandosi gli occhi.
Mi ero fermata in un bar poco prima e gli avevo preso un cornetto e un caffè.
< sono per me? > disse guardando la busta che tenevo in mano.
Lo colpì al petto con la busta, consegnandola e facendomi spazio per entrare.
< si anche se non penso tu meriti la colazione >
< Courtney > strilló chiudendo la porta e seguendomi all'interno.
Poggiai la borsa su un tavolino in soggiorno.
<Courtney ascoltami > inizió lui, ma lo fermai.
< no Melik ascoltami tu > gli dissi puntandoli il dito contro.
< allora non so se ti rendi conto che ieri per colpa tua ho fatto due figuracce, una peggiore dell'altra>
< Courtney per favore ascoltami >
Non badai alle sue parole e continuai, sprofondando nel divano dietro di me.
Il venticello mi solleticava il collo e le spalle, sicuramente la finestra della veranda era aperta.
< e poi giustamente la mia figura di merda è stata aggravata dal tuo amico che è e resterà sempre il solito, dio solo sa che cosa aveva fatto con quella biondina "ho dimenticato di mettere il vestito "..> usai le dita per indicare le virgolette < e poi si diverte a mettermi a disagio dopo che per quattro mesi non ci siamo visti >
Melik si coprì la faccia con una mano.
< ti prego Courtney, ti prego lasciami parlare >
< no sta zitto, non accetto le tue scuse >
Spalancó gli occhi < Courtney cazzo non voglio scusarmi >
Mi finsi offesa.
< mio dio, come minimo dovresti farlo visto che per colpa tua stanotte non ho chiuso occhio. Pensavo e ripensavo a quella scena >
Mi alzai diretta verso la cucina.
Mi si stava asciugando la bocca.
Vidi della roba poggiata su una sedia in soggiorno.
Soliti maschi, ordine pari a zero.
Per lo meno non si era addormentato vestito.
< in ogni caso, penso che il tuo ragionamento di ieri sera sia sbagliato. Io non sono più il suo pensiero fisso >
Mi riempì un bicchiere d'acqua e tornai in cucina notando che c'era un cuscino sul divano.
Guardai Melik.
< hai dormito sul divano ? >
< io no > rispose.
Inclinai la testa e guardai la roba sulla sedia, mi avvicinai e vidi la camicia grigia.
< ed io? Sono il tuo pensiero fisso Courtney? >
mi stavano cedendo le gambe e guardai Melik con gli occhi sbarrati.
Alzó le spalle.
< stavo cercando di dirtelo, ma tu non mi facevi parlare >
< allora ?> ripetette quella voce proveniente dalle mie spalle, esattamente dalla veranda.

Ethan era a torso nudo ed indossava solo dei pantaloncini che avevo visto già una volta in dosso a Melik.
Era poggiato allo stipite della finestra con in mano una sigaretta.
< che ci fai qui ? > gli chiesi.
< tu non hai ancora risposto alla mia domanda >
Divenni paonazza, lui continuava a stare fermo lì dov'era fumando con totale disinvoltura.
< chi ti dà il permesso di ascoltare le conversazioni altrui ?> sbuffai, avevo bisogno di un escamotage, dovevo cambiare discorso, oppure potevo prendere fiato e correre fino alla mia auto.
Rise e si avvicinò al tavolino in veranda  per gettare la sigaretta nel posacenere.
< ad essere sincero ero seduto qui in veranda, quando ho sentito una voce femminile strillare e scusami ma anche non volendo era difficile non ascoltare qui a pochi passi >
< e come mai ti trovi qui ? >
Si poggió nuovamente allo stipite.
Sentì una risatina dietro di me e la porta della cucina chiudersi. Melik era andato via.
< era già in programma che rimanessi stanotte , Melik mi aveva avvisato che i suoi genitori erano in vacanza e così io e Josef siamo rimasti a dormire qui >
< non ho visto la tua auto però >
Aveva le labbra gonfie e gli occhi altrettanto, ma era comunque stupendo.
Si passò una mano tra i capelli ed oltre ai tribali sulla spalla vidi anche una scritta sottile sulle costole. Prima non ce l'aveva.
< l'ha presa Josef, è andato a prenderci la colazione >
Si spostò dalla vetrata e venne all'interno, fece un giro attorno al divano e mi passò di fianco.
< rimanete qui molto ? > chiesi.
< hai per caso paura di rincontrarmi ? >
Mi strofinai le mani sui pantaloncini.
< d'accordo lo prendo per un si >
Mi sorrise ed entrò in bagno chiudendo la porta.
Non ebbi il tempo di risponderli che era sparito.

Secret Memories ( Secret Silence 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora