Capitolo 44

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Una ragazza dal vestito blu sedeva sotto un albero con le gambe coperte dalla sua giacca in jeans nera mentre teneva tra le mani un libro la cui copertina mi fu famigliare.
Delle voci in lontananza annunciarono il passaggio di alcuni ragazzi in divisa sportiva che vennero fiancheggiati da altri ragazzi che sembrava gli stessero raccontando l'accaduto.
Tutti sembrarono interessati a quello che fosse successo tranne la ragazza dal vestito blu che continuava a leggere il suo libro.
Seth una volta al telefono mi chiese se tutto quello che ci fosse successo non fosse dovuto a quello che avevamo fatto o a quello che con consuetudine facevamo.
Pensavamo di avere il mondo tra le mani, il potere di poter comandare tutto ciò che ci stava attorno ma le cose a volte ci sfuggivano dalle mani come con Madison Wilson, torturata fino allo sfinimento per il semplice fatto che sua madre vedova di un uomo borghese, aveva avuto una relazione con il padre di Savannah, finita dopo solo pochi mesi per volontà di lui visto che la famiglia aveva appreso la notizia.
La donna non cercó più il padre di Savannah una volta ricevuto il rifiuto, ma nella mente di Savannah quella fu un umiliazione tanto grande da cominciare a tormentare la ragazza che frequentava la nostra stessa scuola.
Le minacció di essere due poco di buono, due miserabili che volevano scalare la classe sociale diventando delle inutili puttane e che non ci fosse posto per loro nei piani alti.
Erano passati tanti anni ma ricordavo ancora benissimo quel momento, sedevamo al nostro solito posto, noi non mangiavamo la roba della mensa ma comunque sedevamo li, perché ci piaceva stare tra i nostri coetanei.
Savannah quella mattina era furibonda, dopo che il giorno prima aveva incontrato la madre di Madison in un negozio di roba firmata, l'aveva aggredita verbalmente difronte a commesse e clienti dicendole che quello non fosse un posto per lei, la donna con gran classe non aveva detto nulla, non aveva assecondato quelle che furono le parole di Savannah, si limitò ad uscire dal negozio e ad informare il padre di quest'ultima dell'accaduto, il padre perdendo il senno della ragione si scagliò contro la figlia.
Savannah dunque presa dalla rabbia per il fatto che il padre avesse preso le difese di quella donna non potette che scaricare la sua rabbia contro Madison.
Sedevamo li al nostro solito tavolo, guardai Savannah che sedeva al mio fianco continuare a guardare nella direzione della ragazza che continuava a mangiare con le sue amiche.
Sapevo bene che aveva notato gli occhi della rossa su di lei ma che stava cercando in tutti i modi di non farci caso.
Picchiettai le unghia sul tavolo sapendo che ciò avrebbe scatenato la rabbia della ragazza nel completo giallo al mio fianco.
< smettila Courtney, sai che mi irrita >
Sorrisi, continuando a farlo < puoi cambiare tavolo se vuoi >
< Courtney! > esclamò
< mi dispiace, ma ho voglia di farlo >
< Courtney avanti > mi rimproveró Rachel
La guardai battendo un'ultima volta le unghia sul tavolo < non è colpa mia se è così nervosa, che c'è paparino preferisce Madison a te ? >
Savannah si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio lanciandomi un'occhiataccia.
Melissa si avvicinò al nostro tavolo posando il suo pranzo e sedendosi affianco a Melik < che succede ? > chiese tirando fuori dell'insalata del quale però non mangió nulla.
< Courtney sta provocando Savannah che tra poco scoppierà in tanti piccoli coriandoli > rispose Melik mettendosi una mano davanti la bocca.
< ti ho sentito > esclamò Savannah
< ha ragione però > continuó Abigail
< ti ci metti anche tu ora ? >
Abigail alzó le spalle continuando a sistemarsi il rossetto rosso mentre si guardava in uno specchietto che teneva tra le mani.
< dovrai rasseganti prima o poi, lei frequenta la tua stessa scuola > disse Seth mentre mi attirava a se con un braccio.
Melissa si alzó avvicinandosi all'amica e iniziando a toccarle i capelli < oppure > continuó lei mentre faceva scorrere tra le dita i capelli di Savannah.
Sapevo cosa aveva in mente e a quanto pare l'idea saltó in mente a tutti a quel tavolo.
Abigail chiuse lo specchietto e rimise il rossetto in borsa < fai in modo che vada via > finì la frase.
Savannah battete i pugni sul tavolo esasperata < mio padre mi ucciderebbe >
< no, se non sa che è stata colpa tua > rispose Melik
< ma lei lo direbbe di certo, lo direbbe a sua madre che andrebbe subito dal mio a fare la spia >
< che c'è papà ti toglie la paghetta > scherzó Seth.
< questa sarebbe una catastrofe > continuó sarcastica Rachel beccandosi un'occhiataccia da Savannah che lei sembró ignorare.
< faremo in modo che neanche lei lo sappia >
Savannah mi guardò perplessa mentre guardavo il tavolo di Madison.
< tu cerca di stare al gioco >
< Qualcosa mi dice che Courtney ha un piano > esclamò Melissa con la sua risatina insopportabile.
< io ho un piano, ma non mi interessa parteciparci, ti guarderò agire solo perché mi annoio nell'ultimo periodo, alla fine Madison non è un mio problema >
Mi alzai dal nostro tavolo, avvicinandomi al tavolo di Madison, lasciando di stucco non solo i miei amici ma anche gran parte della sala che cominció a seguire ogni mio movimento.
< ciao > dissi gettando i lunghi capelli castani dietro le spalle < posso ?> dissi indicando la sedia, ma senza che terminasse la risposta ero già seduta al fianco di Madison.
Vidi la sua mano tremare sul tavolo e subito dopo la nascose tra le ginocchia, era chiaramente nervosa, agitata.
La mia presenza la mandó in tilt.
Le sue amiche mi squadravano stupefatte, una di loro concentró la sua totale attenzione sulle mie mani, sulle mie unghia laccate cipria, lo smeraldo che portavo al dito e il Rolex al polso.
< sta tranquilla, Madison giusto ? > inclinai il capo e allungai la mano che la ragazza al suo fianco continuava a fissare < io sono Courtney >
Madison allungó anch'essa la mano < so chi sei, lo sanno tutti >
Annuii < si, ma ora ci conosciamo è differente >
Allungai la mano anche verso le altre due, presentandomi.
< non vi rubo altro tempo, arrivo subito al sodo >
Accennai un sorriso < sai che sono amica a Savannah, e senza prenderci in giro conosco l'astio che c'è nei vostri confronti >
< io non ho fatto nulla di male è lei che.. > misi una mano davanti < lo so, non sono qui per prendere le parti di nessuno ne tantomeno per litigare, Savannah ha un caratteraccio ma in fondo è una brava ragazza, si è fatta prendere dalla rabbia, prova a metterti nei suoi panni.. >
< non sarei mai arrivata a tanto, ci ha descritte in modo orribile > continuó Madison.
Annuii < ok perfetto, non lo metto in dubbio ma lei è fatta così e dal nostro punto di vista può essere molto più difficile sopportare certe cose anche se sono molto frequenti, però quello che sto cercando di dirti è che Savannah ci ha riflettuto, ci abbiamo messo un po' ma siamo riuscite a farla ragionare e ha capito di aver sbagliato in varie circostanze nei vostri confronti >
Madison mi guardò perplessa come anche le altre sue sue amiche < e vorrebbe scusarsi con te, e solo che vista la sua natura si vergogna, è pentita, davvero dispiaciuta ma non vuole sembrare patetica nel chiedere scusa, tipico di lei >
< e quindi ha mandato qui te per farlo >
Alzai gli occhi al cielo < in un certo senso > scossi la testa < diciamo di sì >
< io non lo so se.. >
Misi la mia mano sulla sua < lo so, hai bisogno di tempo per buttare giù questo boccone amaro ma se decidessi di accettare le sue scuse sentiti libera di contattarmi, Venerdì sera organizziamo anche una festa quello potrebbe essere un buon modo per stare insieme, puoi portare le tue amiche >
Le due amiche sbarrarono gli occhi < siamo state invitate ad una festa dell'elelitè non posso crederci > esclamò eccitata una delle due seguita dall'altra < dicono che le vostre feste siano pazzesche ?>
< dovreste venirci, nel caso potete sempre andar via >
Madison non disse nulla, si limitò ad annuire pensierosa.
Sapevo che sarebbero venute, forse lei avrebbe rifiutato ma le sue amiche avrebbero fatto di tutto pur di convincerla a venire a quella festa.
Guardai l'orologio < ora penso sia il momento di togliere il disturbo, mi raccomando aspetto vostre notizie> sorrisi alzandomi < ci conto >
Mi allontanai da quel tavolo tornando al mio, tutti mi guardavano e sulle loro facce era palesemente disegnata la frase 'che cosa avrà in mente questa volta ?'.

Secret Memories ( Secret Silence 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora