Capitolo 43

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Savannah alzó gli occhi dal disegno che aveva tra le mani posandolo su di noi seduti sul divano difronte a lei.
Si sistemò sulla poltrona poggiando le spalle sullo schienale.
La guardai arricciando le labbra, lei fece lo stesso con il suo naso.
< quindi questo è di Melissa giusto ? > scandì ogni singola lettera del suo nome < wow le hanno dato il suo nome e poi abbandonata in un istituto, che gesto carino > proseguii.
Steven al mio fianco batteva ripetutamente il piede per terra, nettamente agitato.
Savannah lasció il disegno sul tavolino che ci divideva da lei. In un batter d'occhio Steven si era ripreso il disegno.
< ma tu non eri a Philadelphia ? > le chiesi dubbiosa.
< si, ma non potevo perdermi questo momento, non sarebbe stato lo stesso e poi mi stavo annoiando> alzó le spalle < faró ritorno domani > si schiarì la voce per poi proseguire, puntó il suo sguardo dritto su Steven < il fatto che tu sia il padre non significa che tu non possa averla uccisa, a parer mio sei solo un sociopatico che si è finto un'altra persona per sedurre Courtney, e poi non dimentichiamoci che fin dall'inizio volevi arrivare a lei, con subdoli piani che non ti hanno portato a nulla> alzó un dito in aria < anzi, ti hanno portato ad avere un bambino, una fidanzata morta e colei che non ti ha mai considerato in carcere, forse era l'unico modo per liberarti da quel caos, tuo padre ti ha scoperto ed il resto già lo sappiamo >
Mi partì involontariamente un accenno di tosse che fece ricadere l'attenzione dei due su di me < vi aiuterò, farò qualsiasi cosa vogliate > esclamò Steven.
Savannah arricció il labbro superiore < non penso tu possa servirci a molto, di te non mi fido >
Steven guardò dalla mia direzione < Courtney devi credermi, tu mi credi vero ? >
< ascolta Steven, non è così facile, vorrei poterti credere, ma fino a quando non avrò il responsabile tra le mani, ahimè non concedo la mia totale fiducia a tutti e poi il ragionamento di Savannah, penso sia un pensiero comune a tutti, non fa una piega. L'avresti pensato anche tu al nostro posto >
Savannah alzó un dito ed il cameriere all'entrata del privè si avvicinò a lei che le sussurrò qualcosa prima che lui si allontanasse.
< penso che la cosa migliore sia che tu ora ti riposi e vada avanti con la tua vita > continuai io
< voi avete in mente qualcosa vero ? > mi interruppe Steven < non me la raccontate giusta.
Savannah mi guardò e ripensai a quella sera.
Noi quattro in macchina avevamo preso una decisione, qualcosa di cui non avevamo mai parlato.
Nessuno in quell'auto escluse la possibilità che potesse essere stato l'altro, e in tal caso i restanti tre avrebbero ucciso il quarto, senza consegnarlo alla polizia.
Ognuno di noi avrebbe avuto un compito, e senza saperlo il proprio compito sarebbe stato monitorato da qualcun altro dei restanti tre, se fosse stato tra noi, qualcuno avrebbe fatto un passo falso.
Seth trovandosi ancora a New York avrebbe monitorato Tiffany, i suoi spostamenti e se si fosse incontrata con qualcuno di sospetto, magari con il ragazzo di cui ci aveva parlato, nessuno escludeva che lei potesse conoscere quasta persona.
Savannah si sarebbe occupata di estrapolare quante più informazioni da Abigail, nella speranza di risalire a quel ragazzo che molto probabilmente era lo stesso di cui parlava Tiffany.
Melik avrebbe invece osservato Linus, in fondo aveva già lavorato per Rachel, quindi nulla escludeva che potesse centrare qualcosa con tutta quella faccenda, magari non era stato solo pagato per spaventarmi e causare a sua insaputa un movente per creare quel tipo di situazione tra me e Melissa, forse era andato oltre, ma non riuscivamo ancora a capire quale potesse essere il movente.
Io avrei raccolto le informazioni creando un filo logico ed in più ci avrei messo la faccia in qualsiasi incontro anche se a loro insaputa avevo già progettato il tutto con Savannah e fino a quel momento solo quello ci aveva aperto una strada.
Il cameriere posizionó sul tavolino un tagliere di salumi, formaggi e vari tipi di marmellata con stuzzichi vari e al centro tre bicchieri in vetro con al loro interno Shampagne.
< è questo che hai sempre voluto, era questo che ci vedevi fare al club, saresti voluto essere proprio lì, affianco alla bellissima Courtney a sorseggiare il miglior Champagne, ecco è la tua occasione >
Steven si alzó di scatto stringendo tra le mani il disegno i cui bordi si stavano accartocciando.
< io amavo Melissa, non le avrei mai fatto nulla di male >
Savannah prese il bicchiere e inizió a sorseggiare < tu dici ?> il suo tono era snervante, irritava anche me, ma sapevo che il suo intento era provocarlo per vedere una sua razione. Afferrai anch'io un bicchiere ed alzai un braccio per passarglielo < avanti prendi questo, è ora di pranzo avrai fame. È stata una giornata intesa, ti farà bene >
Gli feci cenno di sedersi nuovamente < sono certa che Savannah sarà curiosa di sapere come è stato incontrare la bambina e poi secondo me lo sta facendo per farsi perdonare per averti drogato >
Savannah alzó gli occhi al cielo ed accavallo una gamba iniziando a bere dal bicchiere che aveva tra le mani.
Steven mi sorrise ed anch'io iniziai a bere.

Secret Memories ( Secret Silence 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora