Capitolo 15

421 26 3
                                    

( anche il capitolo 14 è un nuovo capitolo)

Non avevo il coraggio di suonare, non ero neanche certa fosse ancora in casa, quando ecco che vedi la porta aprirsi mostrando lui che strascinava due valige.
Scesi di corsa, raggiungendolo..
<Lascia che ti aiuti >
alzó lo sguardo.
< no grazie >
<avanti Melik, non fare così > acchiappai il manico della valigia.
Si fermò.
< come è andata la tua serata con quel ragazzo >
< sono solo uscita un po' >
< eravamo in pensiero per te, io ed Ashley e mi ha chiamato anche.. >
Sospirò < e tu passi il tuo tempo a spasso con lui, abbiamo provato a contattarti in ogni modo ma nulla >
< pensavo fossi arrabbiato con me >
mise le mani tra i capelli.
< certo che lo sono ma cazzo in questa merda ci siamo tutti, Io tu Savannah Abigail Seth.. Quando capirai che non sei più sola>
Si fermò < tu hai noi >
Rimasi in silenzio, afferrando una delle sue valige e portandola verso il cofano dell'auto
< ieri mi ha chiamato Seth, mi ha detto di aver ricevuto dei messaggi vuoti da un numero sconosciuto > disse Melik.
Presi il cellulare dalla tasca e glielo avvicinai al volto mostrandoli le foto
< qualcuno mi ha seguito ieri sera, sapeva dove mi trovavo e mi stava aspettando fuori>

< penso che siamo tutti in pericolo questa volta >
Lo guardai interrogativa
< Non volevo dirtelo per non farti preoccupare, ma ho incontrato Savannah e mi ha detto che la scorsa sera era in un bar con degli amici, quando è andata in bagno c'erano due porte di cui una era occupata così è entrata nell'altra..>
Fece qualche secondo di pausa come se si stesse preparando al peggio.
< continua> lo incitai
< senti l'altra porta del bagno aprirsi e il getto dell'acqua del rubinetto, poi il silenzio e la porta principale richiudersi.. Quando uscì dal bagno c'era una scritta con del rossetto rosso sullo specchio>
Strinsi più forte il manico della valigia
< che diceva? >
< è solo l'inizio della fine >
Un brivido attraversó tutto il mio corpo
< cancelló in fretta la scritta e uscì fuori per vedere di chi si trattava ma non riconobbe nessuno>
< l'ha detto a qualcuno ? >
< no> rispose lui < sappiamo benissimo che è questo quello che vogliono, che denunciamo gli accaduti, se sporgiamo denuncia c'è la possibilità che Rachal venga rilasciata, lei è colpevole si ma c'è qualcuno qui fuori, questo non possiamo negarlo Courtney >
< Questo lo so anch'io >
Continuó a camminare diretto verso la macchina
< io devo andare ora, chiamami per qualsiasi cosa>
Annuii abbracciandolo, mi sarebbe mancato.
Mi allontai diretta verso la mia macchina quando sentì un tonfo alle mie spalle, dal cofano anteriore dell'auto di Melik usciva del fumo e le ruote erano tutte completamente a terra.
Scese dall'auto e mi guardò per poi colpire l'auto con un pugno
< dannazione>
Questo era troppo.

La terza panchina sul viale del laghetto al centro di Central Park, era quello il nostro posto ed era lì che ci saremmo dovuti incontrare quel pomeriggio.
< quando sarà pronta l'auto ? >
< il meccanico ha detto che cercherà di fare il prima possibile, il motore è fusato e le ruote completamente a terra>
Mi alzai in piedi intravedendo una folta chioma rossa.
< eccola >
Savannah arrivò gettando per terra ciò che rimaneva della sigaretta.
< spero che tutto ciò ci porterà a qualcosa >
Sprofondo sulla panchina affianco a Melik.
< Seth ha detto che sta arrivando > disse Melik.
< ho saputo della tua auto, gran bel guaio> disse Savannah ammiccando una smorfia.
< dovrò prolungare il mio soggiorno qui >
< non penso sia un bene >
Gli guardai intenti a parlare e in quel momento arrivó Seth.
< ciao> disse guardandomi e poi salutando gli altri.
< a volte ritornano > canticchio Savannah.
Ammiccai un sorriso a Seth, e mentre lo facevo pensavo a quanto fosse quotidiana fino a poco tempo fa quella scena per me ma anche a quanto fossero cambiate le nostre vite.
Melissa non c'era più, Abigail era da mesi in un letto di ospedale e Rachel era in carcere, in quel momento a distanza di anni ceravamo solo noi, uniti per sempre da un qualcosa che ci aveva divisi.
< allora arrivate al sodo, siamo qui per commiserare quella che è l'auto distrutta di Melik o questa conversazione porterà a qualcosa ? >
Melik diede una gomitata a Savannah e Seth sospirò sedendosi al suo fianco, in quel momento rimasi l'unica in piedi.
< So che a Melik farebbe molto piacere ma no , a quanto pare a ciascuno di voi sta succedendo qualcosa >
< si >mi incitó Savannah con un gesto della mano
< potresti un secondo smetterla e farmi parlare, nessuno ti ha obbligata ad essere qui >
Si zittii e poggio le spalle contro la panchina con le braccia conserte.
< voglio che tutto ciò porti a qualcosa> sbarrò gli occhi < la mia migliore amica è in un letto di ospedale da mesi l'altra da anni in una cassa in legno> rabbrividii < e qui in mezzo sappiamo tutti che ciò é stato provocato dalla stessa persona>
< Courtney ha passato tre anni in un ospedale psichiatrico, penso che vuole vendetta più di quanto possiamo volerla noi messi insieme> si intromise Melik, sospirai e continuai io
< Melissa era come una sorella per me, e Rachel era mia amica, ho perso la mia famiglia, i miei amici , le mie abitudini, ho perso l'amore, l'affetto , non mi è rimasto nulla a parte il ricordo di ciò che è stato e la voglia di verità > caló il silenzio interrotto dalla voce di Seth
< ho perso la serenità, la voglia di vivere, la voglia di amare, la mia vita è stata stravolta, gli incubi mi affliggono ogni notte, rivivo quella scena e non so più di chi fidarmi. Non ho dato fiducia a chi invece se ne meritava tanta e di ciò non mi pentirò mai > durante quel l'ultima frase il suo sguardo arrivó a me.
Melik si alzò di scatto tirando su con il naso.
< penso che tutti noi abbiamo delle buone ragioni per essere qui, avanti Courtney qual'è il piano? >
< prima di tutto tutti noi sappiamo che Rachel c'entra qualcosa in questa faccenda ma a quanto pare non è sola, c'è qualcuno ancora qui fuori che muove le carte, qualcuno che vuole far scagionare Rachel dimostrando la sua innocenza >
< continuare il suo operato mentre è ancora in carcere > continuó Savannah
< esattamente, innanzitutto non dobbiamo denunciare nulla di quello che fa, sarebbe come alimentare la sua vittoria>
< fino a che punto potrà spingersi ? >
< quando capirà a che gioco stiamo giocando aumenterà la posta in gioco in modo da farci cedere , ecco perché dobbiamo muoverci e poi Rachel era troppo piccola ed esile per fare tutto da sola, e poi conosco qualcuno che ha confermato la mia tesi>
< la voce al cellulare ? >chiese Melik
< che è sta roba ora? > sbottò Savannah <hai un amico segreto? >
< non so chi sia, ma so che sa >
< e allora perché non ti dice la verità>
< penso che arrivati a questo punto non la sappia neanche lei >
< capirai > alzò gli occhi al cielo
< ecco perché dobbiamo scoprire di chi si tratta>
< ho un amico, si intende di quelle questioni da hacker o cose varie potrei chiedergli un aiuto per scoprire da dove provengono le telefonate anonime >
< sarebbe perfetto >
< ah e un' ultima cosa, penso che ci sia qualcosa che ancora non sappiamo>
< che vorresti dire > chiese Seth
< dobbiamo recuperare il fascicolo del caso e dobbiamo trovare un modo per farlo >
< sai benissimo che un modo c'è, ma non penso ti piacerà >
Guardai Savannah dubbiosa quando ecco che lei continuò incitata da Melik
< i tuoi genitori, tutti sappiamo che al tuo papino basterebbe schioccare le dita per avere tutto ciò che desidera >
Questo lo sapevo anch'io, ero pur sempre sua figlia.
< no >
< Allora sogna pure >
Guardai in modo cagnesco Savannah che mi lanciò un sorrisetto.

Un'ora dopo ero in macchina, con Melik al mio fianco.
< puoi farcela >
< no > risposi
< si invece >
Guardai l'immenso cancello e mi sembrò di sentire il suono dell'acqua della fontana all'interno.
< aspettami qui, non ci metterò molto >
Si sgranchì le braccia e allungó le gambe in avanti.
< e chi si muove >
Scesi dall'auto e chiusi in modo un po' troppo brusco lo sportello, Melik sobbalzò ed io alzai le spalle in segno di scuse.
Sul resto non c'è molto da dire, il cancello era semi aperto e così mi permisi di entrare senza suonare, in fin dei conti era casa mia.
Un Maserati nero luccicante dai vetri oscurati era parcheggiato al fianco di un bmw rosso fiammante, e alla mia sinistra sentì il suono dell'acqua scorrere nel fontanino in marmo, deglutì e per poco non mi nascosi quando sentì un rumore provenire dal retro della casa, neanche se fossi un ladro.
Respirai a fondo e mi decisi a suonare.
Pochi secondi e la porta si aprì, quell'odore lo conoscevo.

Secret Memories ( Secret Silence 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora