Capitolo 9

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< Ashley? Courtney viene un attimo fuori con noi. Sostituiscila >
Mi guardò pensierosa e forse anche preoccupata.

Melik mi teneva il braccio, mentre mi portava fuori il locale.
Ormai era del tutto vuoto.
Ethan era dietro di noi, ci seguì fuori dove ci stava aspettando Savannah.
Si raccolse i lunghi capelli rossi in una coda e la vidi scossa, aveva un'espressione terrorizzata stampata in faccia.

< ragazzi > dissi guardandoli entrambi < mi spiegate che succede ? >
Erano quasi l'una di notte, che poteva mai volere Savannah di così urgente da non poter aspettare il giorno dopo?

Il suo sguardo vagó tra me e Melik, i due si guardarono per una frazione di secondo che sembró non dover terminare mai.
Sentivo il respiro di Ethan dietro di me. Rimase in silenzio.
< cazzo, volete parlare > urlai.
Savannah mi venne vicina e mi porse il suo cellulare.
< che cos'è > le chiesi afferrandolo.
< leggi > rispose Melik.
Deglutì e abbassai lo sguardo.

" Tic Toc miei cari ragazzi, vi trovo al quanto in forma, ma ascoltate bene, le lancette si muovono veloci e i vostri mesi di tregua sono giunti al termine. A quanto pare la nostra amata Courtney non è stata in grado di giungere alla verità, e ahimè la nostra povera Abigail ne ha pagato le conseguenze. Siete davvero sicuri di voi stessi, vi fidate davvero gli uni degli altri? Alla nostra Grunt penso sia sfuggito qualcosa. Tic Toc apro ufficialmente i giochi "

< io lo sapevo > esclamò Savannah portandosi le mani tra i capelli.
Sentivo la testa girarmi.
Melik continuò < ho ricevuto anch'io questo messaggio nel pomeriggio, e nello stesso momento anche Seth >
Le loro voci diventarono tanti suoni impercettibili e sentì le gambe cedermi.
< no, lei è dentro. Non è possibile > non riuscì a continuare la frase che persi l'equilibrio e barcollai all'indietro.
Ethan mi prese per i fianchi e mi fece poggiare a lui.
Mi abbracciò e vidi i due avvicinarsi.
Parlavano ma non sentivo quello che dicevano.
Percepivo il calore del corpo di Ethan a contatto con il mio.

Mi fecero sedere a un tavolino lì fuori, quando la porta del locale si spalancó mostrando Josef.
< ma che sta succedendo > mi guardó < Courtney stai bene ? >
Annuii pur sapendo di star mentendo.
Continuavo a sentire la sua presa su di me, era ancora al mio fianco e per un momento non riuscì a capire cosa fosse più strano: il fatto che gli altri avessero ricevuto quel messaggio e io no mentre l'assassina di Melissa era in carcere o il fatto che durante tutta quella faccenda Ethan era lì al mio fianco, dopo che per mesi era stato ignaro di tutto. Era in quel momento partecipe della mia vita, o meglio di quello schifo di vita.

Mi alzai di scatto, barcollando.
< ho bisogno di tornare a casa> Melik mi sorresse per un braccio.
< sarà meglio che dormi da me oggi >
Guardai la porta del locale.
< prima devo aiutare gli altri a chiudere > Melik mi trattenne scuotendo la testa.
< possono farcela, stanno già chiudendo la serranda. Avanti andiamo >
Guardai meglio e vidi che aveva ragione.
Rafforzai la presa sul suo braccio mentre mi scortava all'auto.

All'inizio non me ne resi conto, ma quando vidi Ethan sedersi al posto del guidatore capì che si trattava della sua auto.
Melik si sedette dietro con me, lo sguardo di Ethan mi scrutava dallo specchietto.
Ricambiai ma poi mise in moto l'auto e poggiai la testa sul finestrino.
Savannah stava salendo nella sua auto e a poco a poco le luci dei fanali si persero nel buio.

Mi sedetti sul divano, in casa di Melik , sprofondando con tutto il mio corpo, stanco.
Chiusi gli occhi e sentì delle voci dalla cucina.
< io non me ne vado >
< se vuoi rimanete qui stanotte, sono le due e non penso possiate affrontare un viaggio >
< Melik non vogliamo disturbare. Josef deve tornare a lavoro a Boston, ma io voglio rimanere qui, troverò un posto>
< Ethan lascia stare davvero, è tutto un casino > ci fu un attimo di silenzio
< io non la lascio >
La porta della cucina si aprì e udì i loro passi in soggiorno.
Continuai a tenere gli occhi chiusi.
Non ero certa di volerli aprire, forse volevo solo dormire e svegliarmi trovando tutto in ordine. Tutto alla normalità. Tutto come sarebbe dovuto essere!

La voce di Melik mi riportò alla realtà.
< dormi nella mia stanza. Ethan e Josef dormiranno nella stanza dei miei. Dormirò io sul divano>
Scossi la testa.
< assolutamente no, ci dormo io qui. Non voglio essere un peso e di disturbo per nessuno >
Mi girai, poggiando la testa sulla stoffa del divano.
< ora per favore, vorrei stare sola. Vorrei dormire>
I due non risposero, forse annuirono. Spensero la luce e andarono nelle stanze.

Aria, aria avevo bisogno di aria. Sentivo quell'urlo e poi la donna che mi indicava. Il tintinnio dell'acqua nella bacinella, la porta d'acciaio che si chiudeva alle mie spalle, poi il silenzio, sembrava tutto tranquillo, poi la vidi in quel l'angolo che mi guardava e rideva, rideva, riveda davvero forte, mi tappavo le orecchie. No, no..
< No> urlai alzando le spalle dal divano.
Ero sudata, la mia fronte era fradicia e i capelli erano attaccati sui lati del viso.
La luce della cucina era accesa.
Respiravo affanosamente e vidi qualcuno comparire con un bicchiere in mano.
< hai avuto un incubo? >
Tirai su con il naso e corsi sulla veranda.

Respirai quella frescura, la notte avvolgeva le strade. Guardai il cielo quando una mano mi prese per un fianco.
< Ethan torna a casa, non immischiati in questa faccenda. Ti complicherebbe solo la vita >
Era al mio fianco ma nessuno dei due guardava l'altro ma sapevo fosse a torso nudo.
< non commetto di nuovo lo stesso errore >
Strinsi tra le mani la fredda ringhiera.
< qui non si tratta di me e te. Tutta questa faccenda farà sempre parte di me, o meglio di noi. Fa la tua vita, io ora devo pensare a fare luce sulla mia >
< lascia che ti aiuti >
< vuoi capirlo o no, qui non si tratta delle stupide cazzate da adolescenti. Lo vuoi capire Ethan ? >
Mi girai intenta ad entrare ma lui mi mette un polso.
< che cosa hai sognato ? >
< l'inferno > strattonai la mano.
< vattene, tornate a casa e dimenticati di tutto >
< è davvero questo quello che vuoi ? >
Solo in quel momento lo guardai e non so dove trovai la forza di dire < Si >

Non mi seguì, entrai in bagno e mi sedetti con le gambe al petto e le spalle contro la vasca da bagno, non accesi neanche la luce. Non volevo vedere la mia figura nello specchio.
Piansi o forse volevo farlo per sfogarmi, volevo urlare ma sapevo che l'unica cosa che avrei dovuto fare sarebbe stata andare da lei una volta mattina.
Chiusi gli occhi, avrei voluto poter dormire, senza alcun incubo, forse mi sarebbe bastato andare fuori in veranda e chiederli di stendersi al mio fianco , ma non potevo, non avevo il diritto di incasinare la vita di qualcuno , non potevo coinvolgerlo il quella faccenda, non avrei danneggiato chi amavo!

Secret Memories ( Secret Silence 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora