Capitolo 60

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Spalancai gli occhi di scatto con il respiro corto, avevo fatto lo stesso sogno di quando finì in ospedale, mi scoppiava la testa.
Il sogno però si interrompeva sempre nello stesso punto, non riuscivo ad andare oltre.
Mi guardai attorno notando di non trovarmi a casa, ero nella stanza di Ethan alla confraternita.
Mi alzai con le spalle continuando a stare seduta, Ethan fece lo stesso svegliandosi poco dopo.
Mi guardò con gli occhi ancora semichiusi < sembra tu abbia visto un fantasma >
Gli afferrai la mano < quando siamo tornati a Boston ? >
Mi guardò dubbioso < ieri mattina, siamo partiti il giorno dopo la sentenza come di programma >
< e perché sono nella tua stanza ? >
Incurvó un sopracciglio < sei sicura di stare bene? sei voluta restare da me stanotte >
Scesi velocemente dal letto afferrando il mio cellulare dal comodino.
Feci scorrere velocemente i numeri sulla rubrica fino a trovare il numero della dottoressa Brown, per qualche assurdo motivo continuavo a pensare a quel libro dalla copertina grigia.
Ethan mi sedette di fianco.
Scattó la segreteria, era spento.
Guardai Ethan stringermi la mano < ho una cosa da farti vedere >
Respirai cercando di ricompormi, incrociai le gambe tirando su il lenzuolo fino al petto.
Guardai la mia immagine nello specchio, avevo i capelli scompigliati ed il trucco sbavato.
Ethan tornò dalla stanza di fianco con tra le mani due biglietti.
Lo guardai interrogativa < che cosa sono ? >
< è il mio regalo di compleanno per te >
Afferrai i due biglietti trattennendo un sorriso < non dovevi >
< ci meritiamo un viaggio solo noi due ora che tutto questo è finito >
Gli afferrai il volto tra le mani poggiando la mia fronte sulla sua < grazie, grazie per essermi stato
accanto >
Si staccò da me passandomi una mano sulla guancia.
Guardai nuovamente i biglietti che tenevo tra le mani < quindi partiamo per il Giappone ? >
< so che è sempre stato un tuo sogno > si grattò la fronte < e poi non è stato così semplice trovare un posto dove non eri già stata >
Gli afferrai una mano ripensando a quel messaggio che avevo visto sul suo cellulare < Ethan ? >
Mi guardò dritta negli occhi.
< c'è una cosa che volevo chiederti, un paio di giorni fa ho per sbaglio visto un messaggio di Ginevra sul tuo cellulare >
La sua espressione cambió e mi venne più vicino < non hai nulla di cui preoccuparti, mi aveva solo mandato un messaggio per sapere se andasse tutto bene , non farei mai nulla che possa farti soffrire >
Sospirai annuendo.
Lui afferrò il suo cellulare che giaceva sul letto < posso anche farti leggere la conv.. >
Gli afferrai una mano interrompendolo < ti credo >

Una volta nella mia stanza riprovai nuovamente a telefonare alla psicologa ma il cellulare era ancora spento, così mi venne un'idea, andai su internet e cercai il numero di telefono del centro psichiatrico in cui venni rinchiusa tre anni prima.
Brianna non era in stanza e così approfittai di quel momento per telefonare.
Battevo ripetutamente il piede per terra quando sentì una voce dall'altro lato del cellulare.
< si pronto ? > dissi alzandomi di scatto dal letto e andando verso la finestra < sono la signorina Grunt, Courtney Grunt >
Dall'altro lato ci fu un momento di silenzio < si, si mi ricordo di lei . Come posso esserle d'aiuto ? >
Sospirai < ascolti, volevo sapere il tipo di diagnosi con il quale sono stata ricoverata >
Esitó un attimo < mi dispiace signorina ma tutto ciò che la riguarda è stato rilasciato alla sua psicologa, non posso divulgare alcuna informazione >
< la prego è importante >
< signorina Grunt.. >
< solo un nome > la interruppi
Si sentì un sospiró < disturbo dissociativo della personalità, non posso dirle altro >
Rimasi immobile, con il cuore che batteva all'impazzata , la testa iniziò nuovamente a farmi male.
Mi poggiai allo schienale del letto < grazie > fu quella l'unica parola che riuscì a dire prima di interrompere la telefonata.
Mi sedetti sul letto coprendomi il volto con le mani mentre quella frase mi rimbombava nella testa, 'disturbo dissociativo della personalità'.
Il mio cellulare inizió a squillare facendomi sobbalzare, era Melik.
< Courtney cara, penso tu debba venire un secondo fuori lo studentato, c'è qualcuno che ti cerca >
< Melik ora non è il momento >
Tossi per schiarirsi la voce < penso sia urgente >
Feci come disse uscendo velocemente dalla mia stanza, una volta lì una tizia mi puntó un dito contro. < è lei, è lei che mi ha minacciata >
Inclinai il capo < scusami ci conosciamo ? >
La ragazza si trovava in compagnia di Melik, Cameron ed Ethan.
La gente intorno ci osservava, non capivo se lo stesse facendo per la ragazza che era venuta a farci visita o per il semplice motivo che il cugino del mio ragazzo fosse la causa della morte della mia migliore amica e del mio arresto, molto probabilmente la notizia non ci aveva messo molto tempo a circolare tra quei corridoi.
< tu mi hai chiamata qualche giorno fa minacciandomi di lasciar stare Ethan, altrimenti me l'avresti fatta pagare >
Alzai un sopracciglio riuscendo finalmente a capire di chi si trattava < tu sei Ginevra ? >
La ragazza spalancò gli occhi rivolgendosi ad Ethan < visto ? Sa anche il mio nome >
Quella ragazza aveva un tempismo perfetto, poi vista l'affermazione che avevo fatto quella mattina ad Ethan dovevo sembrare di sicuro colpevole.
Melik in tutto ciò si copriva la bocca per nascondere l'euforica risata, sembrava che tutto lo divertisse, ma forse quella scena lo era davvero.
L'iniziale divertimento fu però accompagnato da un senso di disagio, perché quella ragazza mi stava dicendo certe cose ? Che motivo aveva di mentire ?
Mi ritornarono alla mente quelle parole, ma non ricordavo di averla vista al di fuori delle foto e di quel giorno alla festa per il compleanno di Ethan.
< Courtney ne sai qualcosa ? > Ethan mi venne vicino con sguardo rassicurante, distogliendomi dai mille pensieri.
La ragazza mi guardava con le mani sui fianchi picchiettando nervosamente un piede per terra.
< io non ci ho mai parlato con lei, mi dispiace ti starai sbagliando e poi in questo momento ho altro a cui pensare. Se lo stai facendo per attirare l'attenzione penso tu stia solo perdendo il tuo tempo >
La ragazza spazientita mi puntó nuovamente un dito contro < ricordo la tua voce, mi avevi detto di essere la ragazza di Ethan, Cory >
Mi coprì la bocca con una mano, sentivo le orecchie fischiare mentre ondate di parole rimbombavano nella mia testa, e tutte sembravano formare una stessa frase.

Secret Memories ( Secret Silence 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora