Il giorno seguente Kaylie e John arrivarono molto presto a Manhattan e si misero subito a lavoro.
Alle 08:45 erano già davanti alla porta dei genitori di Michael Black. Aprì la porta un uomo dai pochi capelli sui lati e bianchi, e dalla schiena un pò curva. Si vedeva che aveva una certa età.
"Posso aiutarvi?" domandò con voce fievole.
"Lei è Josh Black? Padre di Michael Black?"
"Si. E voi chi siete?"
"Sono l'agente Kaylie Gold e lui è il mio collega John Carter. Siamo della polizia di New York, sezione omicidi. Possiamo entrare?"
"Prego accomodatevi" disse per poi voltarsi per farsi seguire dai due. Appena arrivarono in salotto dalla cucina arrivò una donna sulla cinquantina. Indossava il grembiule bianco con il pizzo nel bordo, aveva i capelli biondi raccolti da uno chignon; indossava una maglia a maniche lunghe rossa e un paio di jeans.
"Chi siete?" chiese con voce autoritaria da far presumere che fosse la padrona di casa.
"Siamo gli agenti Gold e Carter della polizia di New York, sezione omicidi" rispose ancora una volta Kaylie.
"Cosa coi fate qui?" incalzò la donna.
"Siamo qui per Michael". Questa volta fu John a rispondere.
L'interrogatorio sembra che lo stesse facendo la misteriosa sconosciuta invece dei due agenti.
"Cosa ha fatto stavolta?"
A quest'ultima domanda John non c'è la fece più e sbottò:
"Siamo noi che dobbiamo fare le domande. Ci siamo già presentati due volte, ma lei ancora nemmeno una. Ci può dire chi è lei invece?! Dell'uomo già sappiamo".
"Sono Angela, la domestica. Il signor Josh non può rimanere da solo e così ci sto io qui" si presentò, stavolta il suo tono di voce si fece più calmo. Si mise in piedi accanto all'uomo che invece era seduto in una sdraio posta davanti al televisore. Gli agenti sedettero nel divano posto non molto lontano dalla sdraio.
La domestica guardò nuovamente i due agenti con il volto di una che aspettava ancora una risposta.
Carter guardò prima la Gold, poi la domestica e infine l'uomo. Sembrava che stesse scegliendo le parole da dire:
"Signor Black, siamo qui per darle una brutta notizia. Poco tempo fa abbiamo ritrovato il corpo senza vita di suo figlio. Abbiamo bisogno di sapere se, come dire..."
"Ci può dire qualcosa di suo figlio? Intervenne la collega.
"No. Io e Michael non ci parliamo più da quando è andato via di casa. Diceva sempre che qui si sentiva soffocato. Volevo solo il meglio per lui".
Angela porse all'uomo un fazzoletto e andò a prendere un bicchiere d'acqua. Quando tornò aggiunse:
"Michael è molto cambiato da quando morì sua madre. 15 anni fa. Da ragazzino era un piccolo teppistello, ma chi non lo era a quella età. Poi dopo il diploma sembrava aver messo la testa a posto, ma la morte della signora Amy sembra averlo fatto tornare indietro nel tempo".
"Lei è da molto che lavora qui?" continuò la Gold.
"Tra poco saranno 31 anni. Praticamente ho visto Michael crescere. Come è morto? Se posso chiedere".
"Lo hanno pugnalato".
Non disse molto del referto. Non le sembrava il caso di scendere nei dettagli.
"Sapete se aveva dei nemici?"
"Come le ha detto il signor Josh, Michael non si è più fatto sentire. Non sapevamo più nulla di lui".
All'improvviso John, che nel frattempo si era alzato a guardare alcune fotografie notò un particolare: una foto del ragazzo mentre era assieme ad un ragazzino che assomigliava a Karl Dale. Con loro due c'è n'erano altri quattro. Dalla tasca anteriore della sua giacca estrasse una fotografia e, dando le spalle continuando a guardare quella foto, come se da un momento all'altro potesse sparire, la mostrò alla domestica e a Josh chiedendo:
"Sapete dirmi se conoscete quest'uomo?"
Angela la guardò bene e poi abbassò il volto rispondendo:
"È Karl Dale, la cicatrice che vede sul labbro se la è fatta da ragazzino, mentre era in bicicletta, andando a sbattere contro un muro" poi avanzò verso l'agente e li mostrò chi fosse nella foto.
"Posso prenderla?"
Angela guardò Black per cercare l'assenso a quella domanda che non fu negato.
"Anche lui è morto vero?" domandò voltandosi nuovamente verso l'agente.
"Si. Nelle stesse modalità di Michael" la donna ottenne una risposta che quasi non si sentiva.
"Sarà sepolto senza che qualcuno potrà piangerlo".
"Perché?" domandarono contemporaneamente e con stupore Kaylie e John.
"I genitori di Karl sono morti in un incidente stradale l'anno scorso. Dovevano trasferirsi nella Florida. Erano in pensione e avevano deciso di stare in un luogo soleggiato; amavano il mare" intervenne Josh alzandosi per andare a sedersi nel dondolo del portico.
"Anche loro non avevano più notizie del figlio" aggiunse infine Angela riaccompagnando gli agenti alla porta, i quali capirono che non avrebbero ottenuto molto da quelle persone e così, lasciarono il bigliettino con il numero di telefono e andarono via. Prima di risalire in macchina Carter tornò indietro e chiese all'uomo seduto nel dondolo i nomi degli altri quatto ragazzi nella foto e se li appuntò:
"il primo a sinistra è Michael, il secondo è Tod Gordon, il terzo David Johnson, il quarto Karl Dale, poi c'è Parker Gordon, il gemello di Tod e infine Peter Key" rispose indicandoli uno per uno.Prima di tornare alla centrale passarono davanti alla casa che una volta apparteneva ai Dale. Notarono che abitavano vicino ai Black e decisero di andare via. C'era una ricerca da fare: capire che fine avevano fatto gli altri quattro ragazzi.
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Il Patto
ActionPuò il rancore per i torti subiti da adolescente portare a diventare assassini? Questa è la storia di due uomini che si alleano per vendetta; quelle persone che li hanno fatto del male pagheranno con la vita quei torti. Niente di dimentica. A fermar...