«Kaylie.»
«Si?»
«È arrivato questo mentre eri in ospedale.»
«Ok. Grazie Lucas.»
Dalla stazione di Polizia del Bronx arrivò il fax tanto atteso. L'uomo del bigliettino aveva un nome.
«Pronto?»
«John, sono Kaylie. È arrivato un fax dal Bronx. Quello dell'uomo del bigliettino.»
«Chi è?»
«È un certo Simon Bonn.»
«Arrivo.»
Chiusero la telefonata e nel frattempo Kaylie si mise a leggere il rapporto stilato da John. Sembrava uno di quei rapporti che comprendevano settimane di lavoro, invece era solo della notte appena trascorsa.
John arrivò alla centrale che ormai era quasi ora dell'interrogatorio di Vegas. Doveva attendere solo un'ora circa. Appena i due agenti si videro si salutarono. Si notava ancora la stanchezza dell'uomo, ma almeno per qualche ora aveva riposato. Assieme a lui era arrivato anche il capitano che venne aggiornato immediatamente delle ultime novità.Nel frattempo che iniziarono le ricerche di Simon Bonn, l'ora di attesa per l'interrogatorio era passata senza che nessuno si accorgesse.
«Mi scusi.»
«Si?»
«Sto cercando l'agente John Carter. Sono Carlos Vegas. Ho un appuntamento con lui.»
«Si accomodi qui. Ora vado a chiamarlo.»
Vegas non fece quasi in tempo a sedersi nella sedia accanto alla porta d'ingresso che fu nuovamente chiamato dall'agente nella guardiola che lo fece passare.
«L'agente Carter lo sta aspettando. Vada pure.»
Vegas passò davanti a quell'uomo che non li tolse gli occhi di dosso fino a che non scomparve oltre la porta che lo portava all'interno della centrale.
Appena lo vide John li andò incontro, ma alla sua vista era rimasto senza parole. Tutte le persone della centrale si girarono a guardarlo, specialmente le donne. Faceva comunque una bella figura. Vegas era un uomo attraente. Alto, carnagione chiara, ma non troppo, sembrava abbronzato; era pur sempre messicano. Portava un abito blu scuro con un camicia bianca con il primo bottone libero. Il tutto li metteva in risalto i suoi occhi chiari.
«Salve, sono Carlos Vegas.»
«John Carter.»
Dopo le presentazioni i due si strinsero la mano.
«Andiamo nella sala degli interrogatori che li staremo più tranquilli.»
A raggiungere i due furono anche Kaylie e Stevens. Quando la ragazza vide l'avvocato ebbe un tuffo al cuore. Rivederlo dopo tanto tempo l'aveva comunque emozionata e non si aspettava una reazione del genere. Pesava di averlo dimenticato, ma evidentemente non era proprio così. In fondo tra i due c'era stata una storia molto importante, dove da essa è nata una bambina.
«Capitano Stevens.»
«Carlos.»
Dopo quel saluto si rivolse alla ragazza. Anche il suo cuore involontariamente era iniziato a battere più forte, e non poteva controllarlo; anche lui non era riuscito a dimenticarla del tutto. Si erano promessi amore per tutta la vita. Uno era stato per l'altro il primo vero amore dell'altro. Come dimenticare tutto quello che avevano passato assieme e condiviso? Forse c'era ancora qualche possibilità per loro. Chissà.
«Ciao Key.»
«Ciao Carlos.»
«Come stai?»
«Bene. E tu?»
«Bene grazie. Ti trovo splendidamente.»
«Anche tu.»
«Come sta...»
«Non siamo qui per questo Carlos. Ma comunque sta bene.»
«Ok. Sono contento che stiate tutte e due bene.»
La sala piombò in un piccolo silenzio. La tensione tra quei due ragazzi era palpabile. Stevens e John li osservavano come dei spettatori davanti ad uno schermo dove non puoi fare nient'altro che guardare. Solo guardare e basta. Roger pareva non voleva disturbarli volontariamente. Sperava magari in una riconciliazione. Infondo erano una famiglia, ma John non sembrava essere dello stesso avviso e interruppe quasi subito quel silenzio, riportando tutti fuori da quella bolla che si era creata.
«Ok.» Disse John strofinandosi le mani e sedendosi davanti a Vegas. «Possiamo cominciare.»
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Il Patto
ActionPuò il rancore per i torti subiti da adolescente portare a diventare assassini? Questa è la storia di due uomini che si alleano per vendetta; quelle persone che li hanno fatto del male pagheranno con la vita quei torti. Niente di dimentica. A fermar...