A squarciare il silenzio di quella tarda serata nella stazione di Polizia furono le parole di Stevens:
«Che diavolo succede?» urlò alzandosi dalla sua sedia dietro la scrivania per correre al'ingresso.
«Capitano..» dissero delle voci di alcuni agenti accorsi anche loro a vedere. Altri andarono in strada e altri si affacciarono subito alla finestra per vedere se c'era qualcuno, ma ormai era completamente buio e non si vedeva un granché. Nemmeno John non tardò ad arrivare.
«Cosa è successo?»
Il capitano si avvicinò al sasso che qualcuno da fuori aveva scaraventato all'interno della stazione di Polizia rompendo la finestra chiusa. Lo prese in mano e riconobbe subito il nastro utilizzato per attaccare il bigliettino.
«È quel maledetto! Ma giocherà ancora per poco con noi.»
«Apra il bigliettino capo.»
Steven staccò il foglietto con attenzione per non romperlo e poco prima di aprirlo si rivolse ai presenti:
«Voi potete andare.»
Davanti a quella finestra rimasero solo loro due: il capitano e Carter. Aprirono il biglietto. Era colorato a differenza degli altri due.
«Il colore del biglietto deve essere un indizio.» Il capitano annuì. Poi iniziarono a leggerlo:
"I'm not the only one starin' at the sun BUT I'M NOT afraid of what you'd find if you took a look inside"
«Ma non ha senso questo. "Non sono l'unico che fissa il sole MA NON SONO spaventato di cosa potresti trovare se guardassi dentro". Ma cosa vuol dire?»
Roger lo guardò: «Deve averlo un senso. Lui sta giocando con noi. Ogni cosa che manda e che scrive e importante per riuscire a catturarlo.»
«Si. Mi scusi.»
«Sei stanco. Vai a casa e riposa.»
«No. Non possiamo perdere altro tempo! Cerco di capire cosa vuol dire.» e così dicendo si allontanò verso la sua scrivania, lasciando il Capitano ad osservare quei frammenti di vetro nel pavimento.«Salve, chiamo per parlare con Karina Wolf.»
«E appena andata via. Posso sapere con chi parlo?»
«Sono suo cugino Milian. Volevo sapere a che ora sarebbe partita da li così mi organizzavo per andare a prenderla in stazione. Non aveva ancora deciso se prendere il treno delle 20:00 o quello delle 20:30. Ma se è già uscita sicuramente prenderà quello delle 20:00.»
«Eh. Sicuramente. Comunque le confermo che è appena uscita. Se vuole la può chiamare al suo cellulare. Lo ha sempre con se.»
«Farò così. Grazie. Buona serata.»
«A lei.»
Nel frattempo Karina stava camminando all'interno del parcheggio della redazione, dirigendosi alla sua auto. Ad un tratto sentì dei rumori:
«C'è qualcuno?» ma non vide nulla. Continuò a camminare fino a che non vide che dietro alla sua auto c'era una macchina lunga color oro parcheggiata di traverso. Le due auto sembravano formare una T. Non riconobbe quella dietro la sua. Allarmata si girò di scatto per scappare, ma di fronte a lei comparve un uomo, che sapeva benissimo l'ora in cui sarebbe andata via.
«Buona sera. Non è tardi per uscire da sola?»
«Se non se ne va via mi metto ad urlare e chiamo la Polizia.»
«Prego. Faccia pure.» Così dicendo le pose un cellulare. Mentre lei lo guardava un'altro uomo comparve da dietro e le tappò la bocca con un fazzoletto imbevuto di liquido sedante.
La ragazza svenne e l'uomo dietro la trattenne subito prendendola in braccio. I due si divisero. Uno prese la macchina della giornalista, e l'altro quella color oro, mettendo all'interno anche la ragazza, e andarono via in senza fare rumore, così come erano arrivati.Ignara di quello che stava succedendo, Kylie si stava preparando per la serata con Terence. Aveva scelto un abito corto sino sopra le ginocchia nero. Ai piedi indossava delle scarpe con tacco di 10 centimetri fine aveva indossato una collana con un brillante e un piccolo bracciale. I capelli li aveva boccolati per l'occasione. Voleva essere bella, e quando vide l'espressione di Terence capì di aver fatto giusto.
«Scusa se ti ho fatto aspettare molto.»
«Non ti preoccupare. Sono qui da 5 minuti.» Rispose dirigendosi dalla parte del passeggero.
Lei rise. Lui aspettava davanti casa sua da circa 30 minuti. Il loro appuntamento era per le 21:00 e non per le 21:30.
«Dai, me lo dici solo per non farmi sentire in colpa.»
«Allora diciamo che l'attesa è stata ben ripagata. Sei bellissima.» Da buon cavaliere Terence le aprì lo sportello per farla entrare nell'auto. Poi andò nel posto di guida, mise in moto e partirono.
Arrivarono nel ristorante già prenotato dopo circa mezz'ora.
Kaylie guardava con stupore l'entrata di quel posto. Era molto raffinato, e fortunatamente Terence l'aveva avvisata su come vestirsi.
Appena entrarono furono accolti dal mêtre della sala.
«Buona sera. Avete prenotato?»
«Si. A nome Camden.»
«Eccovi.» Disse guardando su un foglio con una lista di nomi. «Vi faccio strada.».
I due lo seguirono. Terence si era raccomandato di avere un tavolo su un lato. Non voleva stare in mezzo alle altre persone e non voleva camerieri che li passassero davanti e dietro, a destra e a sinistra.
«Ti piace questo posto?»
«È magnifico, ma avrai speso una fortuna!»
«Non molto direi. Lo chef è un mio amico.»
«Ho capito.»
«Sei molto gentile.»
Terence ricambiò quella frase con un sorriso tenero e dolce. Aveva apprezzato quella gentilezza.
Kaylie lo guardava poco in viso. A volte capitava di arrossire.
"É affascinante" pensava per poi arrossire di nuovo. Terence è un uomo alto e magro, capelli castani chiari e occhi grigi che sembrano leggere nell'anima delle persone. Le piace stare con lui.
La serata trascorse con risate e brindisi, parlando del più e del meno, ma non di lavoro. Kaylie si era scoperta molto a suo agio con quell'uomo che fino a poco prima reputava strano e antipatico.
«Grazie per la bella serata.»
«Grazie a te per avermi detto si.»
Terence andò via solo dopo essersi assicurato che lei fosse già dentro casa. Era mezzanotte passata e non voleva che le succedesse nulla di grave.
Non ci fu il classico bacio della buonanotte e questo la stupì molto.
"Non lo avrà fatto perché è un gentiluomo. Magari non si butta subito sopra una donna, nemmeno per darle il bacio della buonanotte." Pensò mentre si dirigeva nella stanza di sua figlia per guardare se dormiva e poi andare nella sua e dormire anche lei.
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Il Patto
ActionPuò il rancore per i torti subiti da adolescente portare a diventare assassini? Questa è la storia di due uomini che si alleano per vendetta; quelle persone che li hanno fatto del male pagheranno con la vita quei torti. Niente di dimentica. A fermar...