Il Patto

Capitolo 18

Il primo ad essere interrogato fu Cooper, anche perché non era mai stato sentito come persona informata sui fatti.
«Da quanto tempo è qui a New York City?» chiese John, iniziando così l'interrogatorio.
«Mi sono trasferito qui dopo al diploma. Mi ha aiutato Tim a trasferirmi qui. Lui si era trasferito prima perché, aveva preso il diploma a suo tempo, io sono stato bocciato due volte, ma in quel tempo non ci siamo mai persi di vista a differenza con degli altri.»
«La vedova Turner ci ha detto che vivete a poca distanza l'un dall'altro?»
«Vedova?» domando Ridley con il massimo stupore che una persona può avere.
«Nessuna l'ha informata?»
«No!»
Le tre persone nella stanza alarono per un attimo la testa e posero il loro sguardo sul pavimento. Gli agenti risollevarono il capo. Dovevano rispondere a quella domanda, mentre l'altro rimase a capo chino, non sapendo che fare.
«Ci dispiace informarla che il suo amico Tim Turner è morto.» la notizia la diede Kaylie, perché sembra aver più tatto del collega.
«Ma come è successo?»
«È stato ammazzato dalle stesse perone che hanno ucciso Michael e Karl, e rapito David.» Rispose Kaylie.
«Anche David è stato ammazzato?» domandò questa volta Key.
«Questo non lo sappiamo. La cosa certa è che è stato rapito. Tutt'ora risulta scomparso.» Rispose John.
«Mi dispiace per le storie ce ho fatto. Vi ringrazio per aver insistito nel mettermi sotto scorta.»
«È il nostro dovere» rispose ancora John.
«Grazie anche da parte mia. Ci sentiremo un pò come dei prigionieri perché non avremo la nostra libertà, ma almeno saremo vivi una volta presi quegli assassini.»
Alla affermazione di Cooper i due uomini si guardarono in faccia, ritrovando, forse, quella complicità che avevano perso nel tempo.
«Allora, cosa volete sapere?» chiese Cooper.
«Siamo a completa disposizione.» Affermò Key.