Capitolo 19

3 2 0
                                    

I due uomini si misero a disposizione egli agenti. Avevano capito che anche la loro vita poteva finire come quella degli ex amici.
«Non mi ha detto nulla nessuno. Posso sapere cosa c'entro io?» chiese Cooper prima di cominciare.
«Riteniamo che la causa degli omicidi sia legata al vostro passato. Precisamente al gruppo che si è formato dopo la partenza dei gemelli Gordon.» Li rispose Kaylie.
«Ho capito. Chiedete pure.»
Le domande furono fatte un pò da Kaylie e un pò da John, come le risposte arrivarono un pò da entrambi gli interrogati.
«Come passavate il vostro tempo quando eravate assieme?»
«Lo passavamo in giro per le strade, e in sala giochi.»
«Vivevano altri ragazzi nel vostro quartiere oltre voi?»
«Ragazzi no, erano bambini in confronto a noi.»
«Noi eravamo i più grandi.»
«Come era il vostro comportamento?»
«In che senso? Ci comportavamo da adolescenti.»
«Nel senso feste con gli amici, uscite di gruppo, la scuola.»
«A scuola non andavamo molto bene. Alcuni di noi si sono diplomati per un soffio. Altri subito e chi, come me, è stato bocciato. In questo non eravamo tutti uguali.»
«Come eravate visti nel quartiere?»
«Come dei teppisti. Diciamo che non eravamo dei santi.»
«Be, urlavamo, prendevamo in giro le persone.»
«Che tipo di prese in giro?»
«Agli anziani facevamo i dispetti. Rubare la torta appena sfornata, suonare i campanelli e scappare. Queste cose insomma.»
«E con i più piccoli come vi comportavate?»
«A loro rubavamo la palla. Li prendevamo in giro chiamandoli mocciosi.»
«Tornavano a casa piangendo alcune volte.»
«Un bel gruppo non c'è male.»
«Siamo cambiati agente. Non siamo più quei ragazzini senza testa. Ora abbiamo un lavoro, una famiglia. Ci siamo trasferiti per lasciarci il passato alle spalle come vi avevo già detto.»
«Si, si, certo. Non lo metto in dubbio.»
«Non sapete dirci altro?»
«In che senso?»
«Qualcuno che si è voluto vendicare del vostro comportamento di allora?»
«Al il dettaglio più insignificante può essere d'aiuto.»
Cooper pensò a qualsiasi cosa, a qualsiasi momento passato. Non li veniva in mente proprio nulla di importante, poi sorrise. Li era venuto in mente un aneddoto.
«Perché ride? Li è venuto in mente qualcosa?»
«Non so se possa essere importante, ma...» e si girò verso l'amico,per chiedere aiuto e conferma su quel ricordo: «Peter, ti ricordi quel bambino di 8 anni? Come si chiamava?! Guarda che li abbiamo dato un soprannome da lavoro importante...»
Key si sedette meglio sulla poltrona, accavallando le gambe. Quelle parole avevano risvegliato qualcosa in lui.
«Scusate il disturbo.» I presenti nella stanza si girarono. Era la moglie di Key alla porta.
«Parli pure.»
«Vorrei sapere come verrà gestita la situazione in casa. Nel senso di compere per il mangiare e quant'altro.»
«Voi non potete assolutamente uscire dalla casa. Ci penseranno gli uomini della scorta. Magari farete la lista delle cose che vi serviranno. Non dovete fare nient'altro.»
«Ok.» La risposta era un misto tra rassegnazione e delusione. Si pensava che bastasse allontanarsi per stare al sicuro.
«Dove eravamo rimasti? Ah si, di che ragazzino parlate?»
«All'epoca era un bambino. Non ricordo come si chiami. Sono passati oltre vent'anni!»
«Penso lo chiamassimo l'ingegnere. Ma non ne sono sicuro.»
«Ti ricordi che ci aveva detto che ci faceva arrestare tutti?»
«Ah, si, si. Che risate quando lo diceva. Però non era Poliziotto che il soprannome.»
I due ci pensarono, ma non ricordavano quel nome.
«Sentite, quando ci ricorderemo, ve lo diremo ok?»
«Ok. Potete dirci altro?»
«No. Passavamo le giornate come v abbiamo detto, oltre a prendere in giro quel bambino.»
«Se ci ripenso lo trovo veramente infantile. Mi dispiace per lui. Mi piacerebbe tanto scusarmi ora.»
«Quando potrete uscire di qui lo farete.»
«Se non avete altro da dirci noi andremo.»
«Per quando dovete chiamarci dovete usare quel telefono li. Non dite a nessuno dove vi trovate, e non parlate con nessuno. Mi raccomando.»
«Si agenti.»
I quattro si alzarono dal rispettivo posto. Cooper e Key restarono in casa, mente Kaylie e John uscirono, ma prima di andare via parlarono con il capo della scorta, assicurandosi che ci fossero almeno tre uomini ad ogni turno per sorvegliare la casa e i loro ospiti.

Il PattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora