Alle 20:10 Kaylie arriva a casa di Terence. Non sapeva che abitasse vicino alla centrale di Polizia.
Appena arrivata suonò il citofono e una voce maschile rispose chiedendo chi fosse.
«Sono Kaylie.»
«Sali, primo piano a sinistra.»
Kaylie fece le scale in un lampo cercando di capire come mai una palazzina di tre piani non avesse l'ascensore.
«Hey, ciao.»
«Ciao, scusa il ritardo.»
«Tranquilla. Non mi ero accorto.» rispose sorridendo. La ragazza annuì e iniziò a guardarsi attorno. Stava trovando l'appartamento molto carino
Era arredato con uno stile molto semplice. Era come se l'avesse arredato una donna.
«Hai un appartamento molto carino.»
«Ti ringrazio. Devo ammettere che ho fatto tutto da solo. Mia madre voleva aiutarmi, ma sapevo come sarebbe andata a finire. Sarebbe stata arredata a sua immagine e somiglianza.»
I due risero a quella affermazione.
«Ma che fai in piedi? Siediti nel salotto. Qui è quasi pronto.»
«Non mi avevi detto che sapevi cucinare!»
«Qualcosina si. Aiutavo mia madre per il pranzo della domenica.»
«Ho capito.»
«Ho preparato un aperitivo, tieni.»
Kaylie e Terence, nell'attesa che la cena fosse pronta, bevevano, scherzavano e ridevano parlando del più e del meno. Era felice di stare li, anche se ad un tratto le ebbe la sensazione di essere osservata. La finestra affacciava su altri palazzi circostanti, ma non capiva se fosse proprio quello a disturbarla.La cena fu molto romantica; Terence fu molto romantico. Andarono sul divano e accesero la TV.
All'inizio provarono a seguire con trasmissione, ma essere li, da soli, senza preoccupazione di alcun genere dava una grande tentazione di conoscersi più profondamente.
Kaylie si girò verso di lui per ridere assieme ad una battuta di una concorrente, ma Terence all'improvviso la baciò.
«Scusa.» Disse staccandosi subito.
«Di cosa dovresti scusarti?»
«Bè, non vole...»
Ma fu Kaylie stavolta a farlo tacere con un bacio e sistemandosi sopra di lui. L'intenzione era molto chiara per i due. Avevano voglia l'uno dell'altro.
Iniziarono a baciarsi sempre con più passione, e a togliersi la maglietta, ma nel momento in cui le stava per sganciare il reggiseno squillò il cellulare di Terence.
«Pronto?»
«Cosa stai facendo?»
«Nulla, guardo la TV.»
Il tono della persona dall'altro capo del telefono non era molto cordiale.
«Bugiardo! Le donne degli altri non si toccano.»
A quella affermazione Terence spalancò gli occhi. Come faceva a sapere cosa stava facendo?
«Vedi di smetterla. Non toccarla mai più!»
L'interlocutore riagganciò e lasciò l'uomo interdetto. Non sapeva cosa dire o fare. Ora sapeva di essere spiato.
«È tutto a posto Terence?»
«Si.» Rispose mentre si sedeva nuovamente al suo posto.
«Dove eravamo rimasti?» chiese lei tornando sopra di lui.
«Senti, non è che non ti voglio e non ti desidero, ma è che ci conosciamo da poco tempo. Lasciamo questa cosa a quando sarà il momento. Deve essere indimenticabile. Non voglio sprecarla in questo modo. Ok?»
La ragazza annuì. Non si aspettava un cambio del genere. Si misero nuovamente la maglietta e si sistemarono meglio nel divano.
Ad un certo punto della puntata Terence si alzò perché doveva andare al bagno per qualche minuto; questo diede a Kaylie il tempo di sedersi meglio nel divano di pelle ma, ad un tratto, dato che il divano era senza niente che lo coprisse, sentì uno strano rumore provenire da esso. Frugò negli spazi tra i cuscini, e in quello tra la seduta e lo schienale vide un braccialetto che riconobbe subito, dato che la persona che lo indossa, quando diventa più curiosa e vuole sapere, inizia a giocarci: era il braccialetto della giornalista Karina Wolf.
A quel punto Kaylie aspettò che l'uomo uscisse dal bagno e immediatamente li comunicò che doveva andare via. Usò la scusa di sua figlia; disse che aveva ricevuto un messaggio dai genitori e doveva rientrare perché la bambina stava poco bene.
Non avrebbe mai voluto utilizzare quella scusa perché era come augurarle di stare male, ma in quel momento non poteva fare altro.
Doveva andare via da li e alla svelta prima che lui si accorgesse di qualcosa, ma se Kaylie non sapeva di essere spiata in alcun modo, Terence non sapeva che lo era direttamente dall'interno dell'appartamento. Chi aveva posizionato le cimici lo controllava sia con delle telecamere per il video e sia con dei microfoni per l'audio.
Chi doveva sapere già sapeva cosa stava accadendo.Appena la ragazza uscì dalla palazzina entrò subito in auto, si chiuse all'interno e chiamò l'unica persona di cui si poteva fidare.
«Pronto?»
«John, sono Kaylie. Penso di sapere chi ha rapito Karina Wolf. Sto arrivando.»
«Ti aspetto a casa mia. Stai attenta.»
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Il Patto
ActionPuò il rancore per i torti subiti da adolescente portare a diventare assassini? Questa è la storia di due uomini che si alleano per vendetta; quelle persone che li hanno fatto del male pagheranno con la vita quei torti. Niente di dimentica. A fermar...