Loneliness

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Infilai velocemente un giaccone mentre uscivo da casa per fare una camminata con Nash.

"Si gela" commentò lui sfregando le mani sulle spalle ed io annuii.

"Cosa c'è Shawn?" Chiese dopo qualche secondo di silenzio.

"Sembra come se tu volessi comportarti come se fossi dispiaciuto che lei è qui. Ma non lo sei."

Non dissi nulla perché avrei voluto mettere insieme un po' di parole prima di dare fiato alla bocca.

"In ogni caso non capisco cosa sia venuta a cercare da me. Lei non vuole solo sesso, allora perché è venuta qui se sa dannatamente bene che non posso darle altro?"

"Non lo capisci proprio, uh? Lei si sta facendo in quattro per farti capire che è disposta a fare tutto per te e che, se anche tu ti senti nello stesso modo, potreste trasformare quello che avete in qualcosa di bello. E, Shawn, io sono estremamente sicuro che tu ti senta allo stesso modo."

Tirai fuori un pacchetto di sigarette nervoso, avevo bisogno di fumare.

"Smettila di trattarla come se non te ne fregasse nulla, non se lo merita. Capisco che ti sei sentito come se lei ti avesse lasciato solo in un momento in cui avevi bisogno della sua presenza ma scommetto che tutto ciò che ha fatto le è costato più dolore di quanto tu creda."

Frammenti del nostro ultimo giorno insieme prima della partenza presero il controllo della mia mente conducendomi a fare pensieri nuovi.

Ricordai lo sguardo sul suo viso, il dolore nei suoi occhi e tutte le lacrime che aveva ricacciato dentro pur di non mostrare la sua tristezza.

Ricordai quando in aeroporto aveva cercato di abbracciarmi ed io mi ero scansato, troppo arrabbiato perfino per avere un contatto fisico con lei. Le avevo fatto male, le avevo fatto dannatamente male eppure era tornata.

"Credi che anche la decisione di andare in Inghilterra sia stata tutta rose e fiori? Non penso proprio o non sarebbe a Toronto adesso. Ci sono stati così tanti cambiamenti nella sua vita e sono sicuro che si sia sentita molto sola."

"Allora dovrebbe sapere cosa significa."

"Infatti lo sa. Sei tu che non lo sai. Tu hai me, hai Cameron, Lacey, Scar, i ragazzi. Lei si è trovata in uno scenario inaspettatamente nuovo e, nel cercare di relazionarsi con gli altri, si è resa conto che le stavamo tutti nascondendo grandi cose, immagina come deve essere fidarsi alla follia di qualcuno e scoprire poi di aver tremendamente sbagliato. Lei avrebbe fatto di tutto per te ma purtroppo la vita che conduciamo ti ha costretto a mentirle."

Mi sedetti sul marciapiede perché avevo bisogno di una pausa, il mio cuore sembrava accelerare ad ogni parola pronunciata da Nash.

"Tu lo sai che non vorrei mai farle del male" guardai in alto verso di lui con occhi speranzosi perché avrei voluto far capire a tutti che Brooklyn era quanto di più importante avessi avuto e che quando se ne era andata era stato come perdere un pezzo di me.

"Lo so ma purtroppo, inconsciamente, tutti le abbiamo fatto male, e lei si sente sola." Aspirai il fumo chiudendo gli occhi.

"Non lo so, Nash" scossi la testa insicuro, non avevo idea di cosa pensare. Ormai ero rientrato negli affari e tornare con Brooklyn voleva dire metterla in mezzo. Aveva così tanti problemi e sicuramente io non avrei dovuto essere uno di quelli.

"Pensa questo: ti ha visto fare mille casini, si è messa nei casini con te e per te, non ha dato di matto quando ti ha visto impugnare una pistola e tra tutte le stronzate che le abbiamo messo davanti è ancora qui. Onestamente amico, se fossi stato io l'avrei già sposata."

Sospirai ancora, non sembravo fare altro da ore.

Poi afferrai il telefono e chiamai Cameron chiedendogli dove fosse, lui mi rispose che era a casa sua e invitò me e Nash per cena dicendo che ci sarebbero state anche mia sorella e Brooke.

Questo è il momento giusto.

"Certo, passeremo a fare un saluto" dissi calmo anche se in realtà ero abbastanza emozionato all'idea. Feci segno a Nash di proseguire nella direzione di casa Dallas ma lui obiettò.

"Ti lascio andare, non penso che verrò. Tu e lei avete da parlare di un po' di cose, non credi?"
Credo di sì, avrei voluto rispondere ma invece scossi la testa e me ne andai.

Quella chiacchierata, oltre ad avermi scombussolato, mi aveva aperto gli occhi su molte cose e non vedevo l'ora di parlare con la mia ragazza inglese preferita.

***

Entrai a casa di Cam togliendomi il cappello.
"Shawn!" Mi salutò la signora Dallas, era più bella e raggiante del solito ed era ovvio che dovesse tutto all'arrivo della figlia.

"Salve, è permesso?"

"Certo accomodati." Mi fece segno di sedermi sul divano. Lacey era già lì con Cameron.

"Cos'è quella faccia amico? Vieni a sederti con noi, stiamo scegliendo un film da guardare.

"Erm, avrei bisogno di parlare con Brooklyn" confessai imbarazzato e i due mi guardarono come se avessi tre teste.

"Certo, lei è di sopra in camera sua, la seconda a-"

"Si, so dov'è" Sussurrai e percorsi il tragitto che  una volta per me era stato così familiare, mentre salivo le scale ripetevo a mente il discorso che avrei dovuto farle.

Non avrei dovuto nasconderti così tanti particolari della mia vita ma l'ho fatto per il tuo bene, tutto quello che faccio lo faccio per il tuo bene, ti prego di credermi.

Sono incasinato ma tu sei stata una persona veramente importante per me e voglio che ci sia qualcosa di più che questo complicato tira e molla.

Voglio te, Brooklyn, in ogni modo possibile ed immaginabile e mi dispiace di essermene reso conto così tardi ma cercherò ti aggiustare tutto da ora in poi, voglio farlo per te.

Nel mio ripetere ossessivamente le frasi afferrai il pomello della porta di camera sua e con un rumoroso sospiro la aprii trovandola vuota.

"Brooklyn?" Chiesi cercando di capire se fosse in bagno.

"Brooke?" Aprii la porta di quest'ultimo trovandola stesa per terra con l'asciugamano che la copriva appena.

La stanza era piena di vapore, aveva dovuto avere un calo di pressione o qualcosa del genere.

"Merda" sussurrai e la presi in braccio posandola sul letto. Velocemente aprii tutte le finestre cercando di farle arrivare più aria possibile.

La guardai per un attimo, stava bene, si sarebbe ripresa. Purtroppo conoscevo perfettamente i tratti che caratterizzavano una Brooklyn non in condizioni ottimali.

Tuttavia mi imbarazzava in una maniera assurda guardare il suo corpo quasi scoperto nonostante questo fosse totalmente privo di imperfezioni.

La mia fantasia non mi stava aiutando quindi con molta difficoltà la vestii cercando di guardarla il meno possibile, poi le misi un asciugamano intorno ai capelli al fine di non farle prendere troppo freddo in testa.

I suoi occhi si mossero appena mentre faceva un verso stanco girandosi su un lato.

Quanto sei bella.

Ed io ho così bisogno di te.

Good. [Shawn Mendes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora