Proprio in quel momento successe l'ultima cosa che avrei voluto succedesse, qualcuno tentò di aprire la porta. Avevo bisogno di stare da sola quindi decisi di ignorarlo e continuai a guardarmi.
Capii immediatamente che quello dall'altra parte della serratura fosse shawn quando la chiave cadde per terra, era un trucco che gli avevo visto fare mille volte, me lo sarei dovuto aspettare.
Entrò finalmente, con il viso stanco, era sollevato nel vedermi ne ero più che sicura.
Lo fissai e lui fissò il mio corpo. Ero così arrabbiata e non persi un secondo di più nello scaraventarmi contro di lui e urlare:
"Vaffanculo! È tutta colpa tua" mentre lo feci, però, non potei che piangere. Piansi perché ero stata picchiata, umiliata, derisa, minacciata. Piansi perché mi era mancato così tanto e avevo bisogno di lui, piansi perché non avrei mai avuto il coraggio di ammetterlo.
Piansi perché ero innamorata di Shawn e invece lui mi aveva dato la certezza che io non fossi più niente.
"Hey, ciao" il suo tono calmo era una carezza sul mio viso, voleva tranquillizzarmi e forse ci riuscì.
"Chi ti ha fatto queste cose?" Mi guardò attentamente. Si sarebbe agitato molto presto però ammiravo il fatto che si stesse contenendo.
"Che ti frega? Non dovrebbe fregartene più un cazzo a quanto mi risulta. Vai via, Shawn. " gridai e singhiozzai facendo dei passi avanti di modo da costringerlo ad indietreggiare, ovviamente lui non si mosse e invece mi venne incontro.
Le parole che mi aveva detto bruciavano dolorose sulla mia pelle e avrei voluto fare qualcosa per toglierle anche solo per un secondo dalla mia mente ma era impossibile.
"Per favore, dammi ascolto. Ho bisogno di sapere chi è stato" feci per attaccarlo di nuovo ma poi lui afferrò la mia mano accarezzandola lievemente. Sussurrai al gesto nuovo.
"Valentin" dissi e poi guardai in basso aspettando che la bomba esplodesse.
"Cosa?!" Urlò lui lasciandomi immediatamente, sapevo lo avrebbe fatto, me lo aspettavo tremendamente."Lo uccido quel bastardo" continuò e io avrei voluto sedermi per terra tanta era la debolezza che mi sentivo addosso. Shawn si girò di scatto e mi abbracciò tenendo dapprima le labbra sulla mia fronte e poi spostandole sul mio orecchio per dirmi:
"Mi dispiace così tanto"
"Lo so"
Mi allontanai da lui perché stare tra le sue braccia era come avere mille pugnali nel cuore, faceva tutto così male e pensieri strani cominciarono a balenare nella mia mente. Shawn era andato in bagno per accendere la doccia ed io ero seduta sul letto guardando i miei polsi pallidi e pensando che probabilmente avrei dovuto dare un taglio a tutto, avrei dovuto finirla.
Quando mi fece cenno che il bagno era pronto io ebbi paura di rimanere da sola con i miei pensieri. Ebbi il timore che la mia fragile mente mi avrebbe portato a fare cose di cui probabilmente mi sarei pentita.
"Shawn, aspettami." Gli dissi sperando che per una volta mi avrebbe ascoltato ma, quando mi guardò, vidi nei suoi occhi solo rabbia e sapevo che non sarebbe rimasto in quella casa ancora a lungo. Infatti non mi rispose.
Entrai togliendomi i tacchi e poi guardando di nuovo il mio riflesso, non facevo altro. Ero ipnotizzata dalla mia stessa immagine. Prima di spogliarmi mi pettinai i capelli perché sentivo un urgente bisogno di farlo e mi sentii più carina.
Mi sentii una ragazza normale che si preparava per andare a scuola e cercai di dire a me stessa che nulla di tutto quello che era successo era colpa mia, che dovevo andare avanti.
Passai una mano sul taglio sul mio collo, se solo lo avesse fatto più profondo e orizzontalmente sarei morta e non avrei più sentito nulla, nessuna di quelle sensazioni che sembravano soffocarmi.
***
Shawn's POVCamminai velocemente verso la mia macchina con lo stomaco sottosopra, vedere Brooke così aveva fottuto ogni mio singolo neurone e lo odiavo. Il mio respiro pesante mi costrinse a fermarmi e mi appoggiai con un braccio ad una macchina prima di vomitare. La rabbia riempiva ogni singolo millimetro della mia pelle.
Non mi ero sentito di chiedere a Brooke dei dettagli ma avrei veramente voluto sapere se l'aveva violentata. Ero pronto ad incontrarlo anche se ero disarmato, l'adrenalina era abbastanza da uccidere una persona. E io lo sapevo, lo avevo fatto prima.
Dovetti aspettare però giorni.
Quando finalmente Nash mi disse di aver localizzato il contatto guidai fino a casa sua per poi bussare incazzato alla porta.
Appena aprì gli assestai un calcio nei coglioni che lo fece piegare in due, e poi con una ginocchiata in faccia lo stesi per terra."Shawn, è un piacere rivederti" disse dolorante.
"Che cazzo ti è saltato in mente, uh? È una ragazzina, con che coraggio l'hai picchiata?" Sormontai la sua figura e gli diedi un pugno in faccia.
"Se avesse fatto solo una singola cosa di ciò che le avevo chiesto, probabilmente adesso non sarebbe ridotta così. Capisci, amico? Sa essere così disobbediente e a volte devo rimetterla al suo posto."
Lo guardai sempre più schifato e poi lo colpii ancora."Shawn, Shawn mi sta bene che tu mi voglia uccidere." Disse tossendo.
"Capisco come ci si sente quando qualcun altro scopa la tua ragazza." Mi distrasse a tal punto da riuscire e rigirarsi e a colpirmi.
Resta concentrato Shawn.
"E sai perché lo so? Perché tu hai fatto lo stesso per me."
"Tu sei malato" gli dissi e lui mi assestò un pugno sulla guancia.
"È stata lei a dirti come trovarmi?" Mi chiese e io lo presi per le spalle buttandolo con la schiena a terra, poi velocemente mi alzai e gli diedi un calcio.
"No, sei stato tu, coglione."
Respirava affannosamente e sapevo che avrei dovuto smettere di picchiarlo oppure avrebbe fatto una brutta fine. Tuttavia ero arrabbiato e sicuramente non lucido, in più anche lui non era stato clemente nei miei confronti e sentivo il mio volto sanguinare.
"Se dice qualcosa alla polizia puoi anche salutarla perché credimi non la rivedrai più." Sibilò.
"Toccala un'altra sola volta e sarai sottoterra, stronzo. Questo non è nulla in confronto a ciò che ti capiterà se ti avvicini a lei ancora una volta." Gli diedi un calcio in faccia e lui perse i sensi.
Sapevo che non sarei dovuto arrivare a quel punto ma lui avrebbe dovuto tenere la dannata bocca chiusa.
Sembrava fossero passati cinque minuti invece ero lì da un bel po'.
Mi guardai addosso rendendomi conto di avere più ferite di quanto immaginassi. Poi, ancora scosso dall'adrenalina, mi sedetti su una poltrona e afferrai una bottiglia di rum.
Facendo scivolare nella mia gola un sorso dopo l'altro fino a rilassarmi completamente.
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Good. [Shawn Mendes]
FanfictionE se mi avesse guardato il quel modo per qualche altro secondo, probabilmente non avrei risposto delle mie azioni.