Mine

1.4K 51 3
                                    

Ero talmente nervoso da far fatica a capire come gestire la situazione.

La strinsi tra le mie braccia e le lasciai un bacio sulla testa.

Probabilmente lei era più nervosa di me, cazzo, era la sua prima volta ovviamente sarebbe stata nervosa.

E dopo tutto quello che era successo voleva farlo con me, era mio preciso dovere farla sentire come la donna più speciale in tutto il cazzo di universo.

"Voglio veramente farlo ma solo se ti senti pronta."

Annuì sicura e io la presi in braccio portandola sul letto e facendola stendere.

I suoi occhi mi squadravano attenti, quasi a chiedermi cosa avrebbe dovuto fare, quasi avesse voluto delle istruzioni e questo mi fece solo capire quanto fosse prezioso quel momento.

"Rilassati, bambina" le dissi cercando di metterla a suoi agio ma appena mi inginocchiai per sfilarle i pantaloni il suo corpo fu percosso da un brivido.

Risi e baciai il suo interno coscia.

Sapevo che le avrei fatto male e quindi stavo cercando di procrastinare il più possibile.

"Questa la leviamo, mmh?" Dissi sfilandole la maglietta

"Brooklyn io voglio che tu sia-" tentai ancora ma lei mi interruppe, non riuscivo a smettere di pensare.

"È okay. Voglio farlo" Mi sfilai la camicia con molta fretta perché stranamente avevo cambiato idea e volevo che la cosa finisse il prima possibile, poi la baciai ancora per essere sicuro che ricambiasse.

Ero terrorizzato che la mattina seguente si sarebbe potuta pentire di tutto.

Il suo guardo era così sincero e così puro e non pensai a nulla quando cominciai a toccarla.

Appena superai il tessuto delle sue mutande lei chiuse gli occhi.

No, bambina, non c'è modo che io vada avanti senza sapere come ti stai sentendo.

"No, guardami. Stai bene?" Dissi.

"Sto bene" rise e mi baciò scherzosamente, presi quella come occasione per muovere le mie dita contro sua intimità.

Il lento contatto sembrava ai miei occhi un tale strazio, l'avrei voluta tutta e subito e, se solo avessi potuto, avrei portato via tutto il dolore.

"Fammi vedere quegli smeraldi" continuai incitandola, sbuffava quasi impercettibilmente ed era così angelica.

Aumentai i miei movimenti e lei si inarcò cercando di non gemere più rumorosamente.

"No, non trattenerti. Dio, sei così bella" sibilai e preso dal momento feci scivolare un dito nella sua apertura, non fiatò, anzi si mosse bagnata intorno a me quindi pensai con convinzione che forse il dolore non era come entrambi pensavamo che fosse.

Continuai con cautela cercando di infilare un altro dito ma lei mi afferrò il bicipite e mi tenne indietro con un lamento.

Dovevo rallentare.

'Non c'è fretta' continuavo a dirmi. 'Hai aspettato un anno e mezzo, puoi aspettare qualche minuto.'

Solo quando tentai di aprire la bocca per parlare mi accorsi che in realtà ci stavamo baciando, la mia attenzione e la passione di quell'attimo mi avevano catturato in modo tale da farmi perdere la cognizione di tutto.

Good. [Shawn Mendes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora