Mistaken

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"Cosa? No. Lei- Devi aver capito male" fu questa la sua dannatissima stupida scusa.

"Ho capito male?" Mi avvicinai e cercai di colpirlo in faccia ma lui fu più veloce e mi spinse via tenendomi per un braccio. Non avrei dovuto provare ad alzare le mani, infatti lui si arrabbiò.

"La verità è che non sono fottuti cazzi tuoi, Brooklyn. Non ti riguarda"

Lasciò la presa e io mi resi conto che il mio braccio era dannatamente dolorante.

"Non ci credo, si è inventata anche la scusa della cotta, io- Cosa faceva poi, huh? Veniva a dire tutto ciò che le dicevo a te? Gesù, sono così stupida." Lo pensavo, lo pensavo con tutto il mio cuore in quel momento.

"Continuate a dirmi cazzate su cazzate. Tutte le volte che le ho detto che pensavo di avere una speranza con te, ecco perché siamo qui, non ci posso proprio credere. Voglio tornare in Inghilterra."

Dissi cercando di buttare via tutte le emozioni che mi sentivo dentro. In ogni caso lui sembrò scosso dalla mia ultima frase ed abbassò lo sguardo. Per un po' nessuno dei due disse
nulla, poi presi coraggio.

"Shawn" lo chiamai probabilmente con la forza di volontà che non avevo mai avuto. Avevo pensato per molto tempo di ritornare in Inghilterra e finalmente la decisione era così chiara davanti a me.

"No. Non chiedermi dei cazzo di passaggi in aeroporto o cose del genere, io non ti aiuterò ad andare via da qui" Stranamente afferrò subito ciò che gli stavo per chiedere.

"Perché? Lo sai anche tu che questo non è il posto per me!" Dissi frustrata.

"Ti sbagli. Non sai quanto"

"Ah si? E allora perché arrivati a questo punto?" Sussurrai cercando di calmarmi, di calmare entrambi, non avevamo bisogno di agitarci, non avrei mai voluto che lui si agitasse.

La decisione che stavo per prendere era già troppo per tutti e due.

Mi avvicinai mettendo delicatamente le mani sul suo viso e lui chiuse gli occhi quasi rilassato o forse solo sollevato.
Il suo sguardo corrucciato mi fece venire voglia di baciarlo.

Mi accarezzò un fianco e mi avvicinò teneramente poggiando il mento sulla mia testa. Il suo profumo era la mia droga e sarebbe stato così difficile per me disintossicarmi.

Lo sentii dischiudere le labbra e poi avvicinarsi al mio collo e proprio quando pensai di poter cedere lui disse:

"Puoi andare se vuoi"
Si staccò nemmeno guardandomi.

"Cosa?" Chiesi, un po' spiazzata dalle sue parole, nonostante purtroppo fossero proprio quelle che avrei dovuto sentirmi dire.

"Hai sentito. Se pensi di non essere al sicuro qui, puoi andare. Ti chiamo un taxi o qualcosa del genere."

Feci per dire qualcosa però poi decisi di stare zitta.

"Dimmi qualcosa, Brooke. Ho bisogno di sapere"

Mi avvicinai ancora e con tutta l'onestà possibile gli chiesi:

"Perché non smettiamo di mentire?"

"Cosa intendi?"

"Shawn, io e te ci piacciamo dannatamente tanto. Ma non possiamo stare insieme, siamo troppo diversi" finalmente confessai e mi resi conto di aver tolto un macigno molto pesante dallo stomaco.

"Non dovrebbe importarci di quanto diversi siamo, voglio dire, se ci tieni-se ci teniamo come dici."

"Ti devo dire una cosa" cambiai discorso.

"Certo" sussurrò prendendomi con i fianchi e dondolandomi più vicino a lui.

Nonostante fossimo entrambi un cumulo di emozioni non potevamo starci lontano per troppo tempo, eravamo fisicamente inseparabili.
Sto per baciarti, Shawn.

"Il giorno del matrimonio mio padre, mio fratello e Val erano venuti per riportarmi in Inghilterra"

"E?"

"E non l'ho fatto, non sono andata, perché volevo stare qui con te. Sono tornati senza di me e io non gli ho dato alcuna ragione"

Spostò i miei capelli dalla faccia e si avvicinò e io sapevo bene cosa stava per succedere.

Avrei potuto benissimo fermarlo ma quando ero con lui era come se non avessi il pieno controllo di ciò che avrei dovuto fare.

Cercò di dirmi qualcosa e poi semplicemente mi baciò come i miei occhi gli stavano chiedendo di fare.

Mi tenne più vicina accarezzando la mia guancia con una mano e a me forse venne da piangere quindi fui veloce a staccarmi. Non mi sembrava proprio il caso.

Ciò che mi trasmetteva era troppo perfino per me, ed era troppo il fatto che lui fosse così misterioso e che volesse sapere tutto di me senza dirmi nemmeno una cosa sul suo conto.

Tutto ciò che sapevo era che lui era dannatamente impicciato in qualcosa di illegale e che aveva una pistola nel dannato cruscotto della sua macchina, e per quanto potessi essere attratta da lui e dai suoi baci, per quanto la sua vicinanza sembrasse essenziale per me da un mese a quella parte, fondamentalmente c'era solamente una cosa da fare:

"Forse è meglio non vederci più" Annuì prendendo un pacchetto di sigarette. Quando era con me fumava di rado, soltanto quando era particolarmente nervoso e odiavo averlo reso così.

Scusami Shawn, avrei voluto dirgli, ma le parole non mi uscivano dalla bocca. Nonostante lui volesse fare il duro, aveva un milione di miliardi di cose che avrebbe voluto fare andare diversamente ma io semplicemente non ero la persona giusta per aiutarlo.

Non avrebbe dovuto farmi del male in quel modo ma non lo aveva fatto con cattiveria, questo era più che sicuro.

In ogni caso era arrivato il momento di mettere me stessa al primo posto.

"Prendo le tue cose" poi disse tirandomi fuori dallo stato di trance in cui mi trovavo.

"No, aspetta, le prendo io. Tu prendi le tue"

"Non c'è bisogno"

"Cosa? Perché?"

"Questa è casa mia ora, mio padre ed io non possiamo vivere sotto lo stesso tetto."  Mi sentii quasi male alle sue parole, un ragazzo così giovane costretto a vivere per conto suo e a fare cose estremamente sbagliate per riuscire ad andare avanti.

Oppure le faceva perché nessuno si era mai disturbato di insegnargli quali fossero quelle giuste.

"Mi dispiace, Shawn. Vorrei che le cose si sistemassero per te. Forse proprio per questo un periodo di distanza ci potrebbe fare bene, spero che tu possa trovare qualcuno meno incasinato di me, che possa aiutarti con tutti i tuoi problemi e che ti possa far sentire come io non ho fatto"

Dissi in tutta sincerità ma sicuramente non mi stava nemmeno ascoltando, infatti mi superò uscendo dalla stanza.

Good. [Shawn Mendes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora