You Need This

1.3K 77 4
                                    

Mentre guidavo verso casa Dallas mi sentii come se ci fosse qualcosa fuori posto.

Cercai di focalizzarmi sulla strada e non fare viaggi mentali.

Proprio quando stavo per dire qualcosa a Brooklyn mi accorsi che, da una buona manciata di minuti, la macchina dietro di noi ci stava seguendo.

Strategicamente provai a fare strade inusuali, deserte. Ogni volta che frenavo o rallentavo qualcuno dietro di me faceva lo stesso.

Istintivamente accostai la macchina a lato della strada e, appena vidi che quelli fecero lo stesso, mi slacciai  la cintura e mi voltai verso Brooklyn.

I suoi occhi grandi cercavano disperatamente i miei e questo mi bastò per desiderare arditamente di tenerla al sicuro.

"Che succede?" Chiese.

"Vieni con me, resta dietro di me. Sono serio, Brooke. Non parlare non muoverti resta solo dietro di me"

Le dissi e tirai fuori la pistola dal cruscotto. Immediatamente mi resi conto che probabilmente Brooke non era abituata a vedere un ragazzo impugnare una pistola così facilmente, quindi mi voltai con aria protettiva.

"È tutto okay?" Annuì.

Aprii lo sportello e scendemmo contemporaneamente, lei non perse un attimo nel mettersi vicino a me, stava facendo la faccia da dura ma potevo sentire il dorso della sua mano toccare il mio in cerca di sicurezza.

Davanti a noi c'erano due stronzi di una gang rivale.
"Mendes" mi salutò uno dei due. "Chi ci hai portato?"

"Che cazzo volete? Pensavo fossimo d'accordo sul non mettere in mezzo la famiglia"

La prima stupida cosa che mi venne in mente fu far passare Brooke per mia sorella. Non riuscii a ragionare lucidamente perché il modo in cui la stavano guardando mi mandò fuori di testa.

Tuttavia lei non sembrava intimidita, anzi, aveva uno sguardo orgoglioso e strafottente.

"Come ti chiami?" Disse mettendosi troppo vicino a lei, provai una sensazione che probabilmente non avrei dovuto provare nei confronti della sorellastra di Cameron, ma decisi di mantenere la calma perché perdere il controllo, in quel momento, sarebbe stata la cosa più sbagliata da fare.

Non c'era modo che io potessi fermare quella sensazione, era più forte di me.

"Hai intenzione di rispondermi, puttana?" Le urlò e lei restò impassibile.

"Mi piaci" sorrise e sentii i miei nervi quasi scoppiare

Dille un'altra sola parola e la tua testa salterà in aria.

"Te lo chiedo un'ultima volta, che cazzo vuoi?"

"In realtà non volevo nulla, solo fare un salutino. Ma poi ho visto lei. A mio fratello piacerebbe moltissimo come regalo di compleanno. A proposito, vi aspetto alla festa."

"Tocca lei e sei morto." Dissi e lui fece un sorriso insicuro allontanandosi. Sapevano che non avrebbero dovuto scherzare con uno come me e se si stavano prendendo la briga di farlo avrebbero dovuto accettare il rischio.

Salirono in macchina e partirono. Passammo quale secondo in silenzio prima che lei parlasse.

"Torniamo a casa, per favore"

"Non possiamo. Se torniamo a casa sapranno dove sono ora e non devono. Ho abbastanza soldi per un motel, sali in macchina."

Sembrò sussultare inizialmente ma alla fine capì furbamente che non era il momento adatto per iniziare una litigata.

Fece come le avevo detto e io la seguii, accendendomi una sigaretta appena mi poggiai sul sedile.

Avevo un dannatissimo bisogno di calmarmi, non c'era modo che avrei guidato in quello stato, non con Brooke in macchina, mi guardai le mani e le vidi tremare, sentivo il bisogno di dare un pugno a qualcosa immediatamente.

Aspirai e buttai fuori il fumo, non mi resi nemmeno conto di aver chiuso gli occhi quando li riaprii sentendo il rumore della cintura che si slacciava.

Vidi l'inglese salire a cavalcioni sulle mie gambe, il suo petto vicino al mio e il suo invitante collo alla perfetta altezza delle mie labbra.

Forse avrei dovuto chiederle cosa stesse facendo o forse avrei dovuto dirle che non era il caso. Ma uno dei suoi baci era ciò che stavo aspettando da giorni e mi avrebbe calmato come un milione di sigarette.

La strinsi con passione e baciai il suo collo candido, stuzzicandola, soffiando e succhiando fino a farla mugolare in cerca di più. Mise le mani nei miei capelli tirandomeli leggermente.

Avrai di più, bambina, ma non ora.

Testare i suoi limiti era ciò che avrei voluto dal primo dannato giorno di scuola, quando l'avevo vista così spavalda e priva di vulnerabilità. Era finalmente arrivato il mio momento.

"Perché lo stai facendo? Voglio dire..ti ho trattata di merda, perché non fai lo stesso?"

Finalmente chiesi.

Lei mi guardò perplessa per qualche secondo come se la risposta fosse ovvia, e io pregai Dio che non mi stesse per dire  qualcosa in grado di renderla ancora più interessante ai miei occhi. Ma lo fece.

"Perché ne hai bisogno"

Brooklyn Mason, che avrebbe giurato di odiarmi solennemente solo pochi minuti prima, ora era davanti a me, capace di offrirmi esattamente l'aiuto di cui avevo bisogno.

Letteralmente non seppi cosa dirle quindi semplicemente la baciai poggiando le mani sul suo fondoschiena e spingendola verso di me.

La sensazione delle sue labbra contro le mie non era cambiata di una virgola.

Non in senso negativo, ovviamente, era ancora la cosa più coinvolgente che avessi mai provato e forse era proprio questo il motivo per cui ero così spaventato.

"Torniamo a casa, per favore?" Poi chiese, guardandomi intensamente negli occhi. Distolsi lo sguardo quasi immediatamente.

"Si"

Misi in moto e guidai verso casa nel silenzio più totale. Brooklyn si era addormentata ed io ero dannatamente solo con i miei pensieri, la mia testa sembrava scoppiare per la confusione.

Lei si alzò e riuscì a scendere quando arrivammo a casa ma era in un palese stato di dormiveglia, la guidai per le spalle mentre lei camminava con gli occhi chiusi e un sorrisetto stampato sulle labbra.

Amavo la Brooklyn insonnolita più di ogni altra Brooklyn che fossi riuscito a conoscere fino a quel punto.

"Buonanotte, B" le dissi lasciandole un bacio sulla fronte.

Lei mi guardò sbadigliando e prima di buttarsi sul letto disse:

"Notte Shawny"

Sbuffai una risata.

"Cosa? Non c'è modo che mi chiamerai così un'altra volta" aprì un solo occhio e sorrise tirandomi un cuscino che riuscii a sviare chiudendo la porta.

Good. [Shawn Mendes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora