Englishman

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Entrammo a casa con il fiato corto, le mie labbra erano continuamente a contatto con le sue.

Ci baciavamo con foga senza avere la minima intenzione di smettere. Pressai la bocca sul suo collo in una mossa abile e la sentii rabbrividire tra le mie braccia.

Avevo il totale controllo e sentivo che la cosa non le piaceva affatto quindi, in risposta al succhiotto che le stavo facendo, cominciò a sbottonarmi la camicia toccandomi di tanto in tanto i pettorali con le sue dita piccole e fredde.

Senza alcun controllo della mia mente afferrai con due mani la sua maglietta e la feci scivolare via dal suo corpo, il movimento che feci fu così involontario, ripetuto decine e decine di volte e avrei veramente voluto che con lei fosse speciale.

Fare sesso con una Brooklyn ubriaca probabilmente non era nelle mie intenzioni, da lei avrei voluto molto di più.

"Brooklyn devi fermarmi" le sussurrai mentre guardavo il suo petto. Cazzo, non pensavo che mi avrebbe fatto questo effetto.

"Prima che io faccia qualche cazzata da ubriaco, fermami"

Lei mi guardò per qualche secondo cercando di elaborare tutto ciò che le stavo dicendo, pochi istanti dopo si slacciò i pantaloni e li fece scivolare per le sue gambe magre.

Cazzo, Brooke. Sei tu che devi fermarmi o io non sarò capace di farlo da solo.

Mi tolsi i pantaloni e la presi in braccio sdraiandomi sul divano e mettendola a cavalcioni sulle mie gambe, le sue ginocchia a lato del mio bacino.

Senza perdere nemmeno un secondo chiuse gli occhi, si morse il labbro, mise le mani come leva sul mio petto e cominciò a fare movimenti rotatori contro i miei boxer.

"Cazzo, si, bambina" Non mi resi nemmeno conto di averlo detto ad alta voce. Alzai lo sguardo verso di lei che aveva mi stava osservando in modo lussurioso.

Durò poco perché alcuni secondi dopo sentimmo il motore di una macchina nel cortile e le voci di sua madre e Dan, ci affrettammo a raccogliere tutto ciò che avevamo buttato per terra spogliandoci e corremmo in camera sua.

"Cazzo. E ora?" Sussurrò lei.

Risi e mi passai una mano tra i capelli cercando di pensare ad una soluzione intelligente.

Mentre lo facevo il mio sguardo finì su una foto sul suo comodino: era nuova, non l'avevo mai vista prima.

"Chi è questo coglione?" Lo indicai. Nella foto c'era lei con un sorriso spensierato e una felpa tre volte più grande della sua taglia.

Un ragazzo la abbracciava da dietro dandole un bacio sulla guancia. Sembravano più che amici, sembravano molto più che amici.

"Non è il momento!" Mi rimproverò distogliendomi dal mio monologo interiore.

Va bene Shawn, usa la testa, sii furbo.

"Avrei un'idea, Brooklyn. Ma ho bisogno che tu non ti ecciti troppo." Le sorrisi maliziosamente e lei alzò gli occhi al cielo.

Mi misi sotto le coperte del suo letto invitandola a venire con me, sistemai la coperta, i cuscini e le sue gambe in modo tale da far sembrare come se nel letto ci fosse solamente lei.

Pochi secondi dopo entrò sua madre e cominciò a parlarle.

Avrei dovuto essere tremendamente terrorizzato perché se solo avessi fatto un movimento strano saremmo stati entrambi nella merda, ma al momento tutto ciò non era nelle mie preoccupazioni perché appena alzai lo sguardo mi resi conto di essere faccia a faccia con le mutande dell'inglese.

Good. [Shawn Mendes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora