3-Benvenuto

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Il moro faceva un passo indietro ogni volta che Gabby ne faceva uno avanti ma, purtroppo, la camera non era infinita, e andò a sbattere l'anca contro il comò.

Al leone l'idea di scendere per fare colazione insieme ai suoi peggioni nemici lo terrorizzava; in fondo, chi meglio di lui conosceva il loro potenziale e la loro cattiveria.

Per lui, il demone dagli occhi bianchi si sarebbe sicuramente vendicato per averlo fermato tante di quelle volte, e non voleva ammetterlo, ma aveva paura...

Ad un certo punto si sentì prendere per i fianchi e venne caricato sulla spalla destra del gabbiano.

Il leone si impanicò e si dimenò come un'anguilla sulla spalla del corvino il quale si beccò due ginocchiate nelle costole lasciando la sua preda che si attaccò a modi koala al baldacchino del letto.

<MI VOLEVI UCCIDERE?!> sbraitò il corvino avvicinandosi al moro.

<TU MI UCCIDERAI SE MI FAI SCENDERE!!!>

Gabby afferrò la caviglia dell'amico e la tirò verso la porta, in un futile tentativo di staccare Lyon dal letto, ma sfortunatamente il leone si aggrappò alla base della struttura in legno con entrambe le mani.

Il gabbiano, appurato che il suo metodo era del tutto inutile sorrise sornione all'idea che gli era venuta in mente e si girò verso la porta pronto ad uscire quando, sull'uscio, la voce del moro lo fermò.

<Ora dove cavolo vai?!>
Il corvino dopo aver avuto l'attenzione dell leone, come previsto, si appoggiò con un fianco allo stipite della porta e parlò con la calma più totale.

<Se non scendi di tua spontanea volontà, mi toccherà chiamare un certo demone per venire a prenderti>

Lyon sbiancò nuovamente e si lanciò per fermare l'amico.
<TU NON PUOI CAPIRE, TI PREGO, NON MI ABBANDONARE!!>

Il corvino corse fuori dalla camera e, di conseguenza il leone lo seguì, capendo solo quando sentì la porta chiudersi, che il gabbiano era riuscito per metà nel suo intento.

Il moro si trovava col sedere per terra, seduto in un freddo pavimento in mattonelle scure che copriva interamente il corridoio dalle pareti grigie, dove si trovava.

Da un lato del lungo corridoio,erano presenti sei porte, ben distanti l'una dall'altra, mente dall'altro si poteva notare l'uscita che portava a una scalinata di quarzo e lo scorrimano di legno scuro, decorato scrupolosamente.

Lyon lanciò un'occhiata di fuoco all'amico <Sei un bastardo, sappilo!>

Il corvino rise a quella affermazione e cominciò a camminare verso le scale purissime <Me ne farò una ragione>

Il moro si alzò in piedi e si appoggiò con le spalle al muro <Io non mi muovo da qui>disse mettendo il broncio.

Il corvino poteva capire l'amico, anche lui si era sentito così quando è arrivato a Dedland il primo giorno, ma sapeva che, volente o nolente, doveva passare due mesi qui.

<Senti, non puoi stare a piagniucolare appoggiato ad una parete, devi capirlo, devi PER FORZA restare qui due mesi, a partire da oggi.Le leggi del consiglio non si discutono>

Il moro sospirò portandosi entrambe le mani sulla faccia, esausto psicologicamente.

<Tu non puoi capire, mi ucciderà...>

Il corvino si lasciò sfuggire una piccola risatina che stizzì leggermente il leone
<E ora che hai da ridere?!>

Il gabbiano si grattò nervosamente la nuca e sorrise imbarazzato all'amico dicendogli <Vedi, oltre a la differenza di un anno tra cattivo e buono, c'è anche il divieto assoluto, da parte dei cattivi, di nuocere alla salute del loro "ospite" o se no, verranno polverizzati...cosa credevi, che ci lasciavano alla loro completa mercé?>

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