7- Frustrazione

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Il mattino seguente Lyon si svegliò in un modo particolare: tutta la casa profumava di dolce.

Non capendo da dove provenisse quel profumo, aprì un occhio solo, giusto per capire da dove provenisse l'inebriante odore.

Vide solo una figura minuta e non definita seduta sulla sedia candida, mentre stava leggendo un libro.

Lyon allora aprì anche l'altro occhio, sbadigliò e si mise seduto per poi rivolgere lo sguardo alla persona che adesso non era più seduta, ma in piedi e il libro non era più tra le sue mani, ma sulla sedia; solo quando la guardò negli occhi la riconobbe: era Lem.

<Ben svegliato! Mi avevano mandato per avvisarle che la colazione era pronta ma lei stava ancora dormendo> tutto ciò lo disse con un grande sorriso, al quale Lyon rispose <Ok, allora scendo, ma un'ultima cosa...>

<si?>

<Vi prego, dammi del tu, dillo anche alle altre ok?>

<Sarà fatto!>disse la viola prima di saltellare fuori con il libro, che stava precedentemente leggendo, tra le mani.

Lyon si alzò da quel letto ben riposato, come se avesse dormito anni ed anni e, al posto di venire svegliato dal principe azzurro, a svegliarlo fu l'odore della colazione.

L'aria all'interno della stanza era viziata, allora il leone si avvicinò verso il balconcino e lo aprì ma, al posto di essere accarezzato da una brezza leggera e rinfrescante, venne brutalmente investito da un vento freddo ed, essendo solo in mutande, incominciò a tremare vigorosamente per poi richiudere di botto il balcone.

Si lanciò verso l'armadio e lo aprì, nell'intento di trovare qualsiasi cosa che lo riscaldasse un minimo.

Ne uscì con una maglietta a maniche lunghe verde acqua e un pantalone nero di una tuta.

Poi gli venne in mente cosa aveva visto nell'armadio: il cesto dei panni sporchi; si ricordò che nella tasca del pantalone aveva il suo ciondolo e non poteva perderlo!!!

Riaprì velocemente l'armadio, andò a frugare un po' nel cesto, tirò fuori il pantalone e iniziò a cercare nelle quattro tasche, fino a trovarlo, tirando un sospiro di sollievo.

Ributtò il pantalone tra i panni sporchi, chiuse l'anta di legno scuro e si avvicinò a uno dei comodini.

Controllò che tutti i cassetti fossero vuoti e, appurato ciò, andò a riporre l'oggetto tanto prezioso per il leone nell'ultimo cassetto.

Fiero del suo salvataggio uscì dalla sua camera e si diresse in cucina, il tutto bestemmiando in aramaico antico per non aver trovato un paio di pantofole, visto che il pavimento era congelato, contrariamente alla temperatura della casa.

Entrato in cucina si sedette su una sedia mentre Nem era ai fornelli, finché lo stomaco del leone non cominciò ad emettere suoni imbarazzanti, segno che stava morendo di fame.

<Hai fame vero?> chiese la viola girandosi verso il leone divertita.

<Credo che il mio stomaco abbia risposto per te> gli rispose Lyon sdrammatizzando la situazione già imbarazzante di suo.

Allora la ragnetta gli porse un piatto con sopra due waffle e un bicchiere di latte e caffè.

Nel mente che assaporava quella dolce delizia dorata pensò "Infondo potrei anche abituarmici, forse questi due mesi non saranno male"

"Magari posso dormire tutto il pomeriggio e svegliarmi presto la mattina, in modo da non trovare a casa il demone"

Mandò giù un altro boccone e fece una grande sorsata di latte finendolo.

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