Già da due settimane le lezioni pomeridiane sono partite. Il corso di musica è intenso soprattutto perché la mia concentrazione fluttua tra le mille domande che mi frunnalo per la testa.
Non abbiamo ancora trovato nulla di nuovo per il corpo di Giulia o per i segni disegnati nei fascicoli. Abbiamo semplicemente lasciato correre sperando quasi di dimenticarcene. Ma è sempre lì, che sbuca ad ogni conversazione, che ogni lezione è buona per pensare ad un piano o che qualsiasi cosa ci passi affianco riconduca i nostri pensieri a Giulia.
Arms to the ground
Far from the rivers
Grace in our tears
High on a fever
Somebody heal me from my pain
Ooh
I'm reaching closer
My stars dive lower
Filling up lost memories
Queste sono le parole che stiamo cantando da circa un ora. È una corale e ancora mi stupisco quando sento la voce di Zoe, è così particolare che potresti stare ad analizzarla per ore. Il professore decide di averne abbastanza e ci congeda con un cordiale saluto. Ormai la classe di canto è composta solo dal nostro gruppo. Passiamo dal cortile per arrivare al dormitorio quando una massa di persone, radunate in un cerchio disordinato, attira la mia attenzione. Cerco di farmi largo tra la folla trascinando, a mia insaputa, il resto del gruppo. Una volta arrivata in prima fila vedo una chioma di capelli rossi sparsi a terra con una ragazza bionda sopra al corpo ormai inerme. Riconoscerei quei capelli ovunque. Vittoria cerca di ripararsi ma la bionda è più agile di lei. Corro tra di loro per separarle ma un schiaffo mi arriva sulla guancia talmente forte da farmi cadere a terra. Arrabbiata e disgustata prendo la ragazza bionda per i capelli e inizio a tirargli calci. Ogni suo lamento è gloria per me. Potrei continuare all'infinito dato che l'adrenalina è salita alle stelle.
Due forti braccia mi afferrano la vita e mi alzano facilmente. Cerco di dimenarmi ma lui è più forte di me. Riesce ad allontanarmi dalla bionda ma continuo ad urlare e a dimenarmi una pazza. Non ho più il controllo di me stessa.
'Sta ferma!' urla Riccardo una volta fuori dal cerchio.
Mi mette con i piedi per terra e corro da Vittoria che si è seduta grazie all'aiuto di Nicolò e Lorenzo.
'Vittoria' Sussurro con le lacrime agli occhi. Il suo viso è tumefatto e il suo labbro sgocciola di sangue. La rabbia mi ribolle nelle vene e la voglia di prendere a schiaffi quella bionda mi risale. Senza controllo mi rialzo e corro verso di lei. La bionda, che si sta tenendo lo stomaco, caccia un urletto. Ma prima che potessi arrivare a lei Riccardo mi prese un altra volta in braccio.'Adesso andiamo via.' dice Riki.
Smetto di dimenarmi ma respiro ancora a fatica perché la voglia di fargliela pagare è ancora alta. Riki fa un cenno ai ragazzi che prendono Vittoria e la portano in infermeria. Volevo andare con lei ma Riccardo mi porta dalla parte opposta.
'Voglio andare con Vittoria' dico seria.
'No, ti devi calmare.' Il suo tono di voce non accetta repliche.
'Ok ma asciami, sono in grado di camminare da sola' dico seria colpendo la sua spalla con la mano. Mi appoggia a terra, di nuovo, e mi prende il polso trascinandomi con lui.
Arriviamo in un grande prato, lo stesso di ieri. Lo guardo e decido di sedermi sull'erba. Lui si siede accanto a me e mi guarda. Le immagini di quello che è successo prima mi attraversano la mente. Se lui non mi avesse fermato cosa sarebbe successo?
Quella ragazza sarebbe potuta diventare come Giulia. Mi giro verso Riccardo che mi sta ancora guardando.'Io non volevo farle del male' dico sussurrando.
'Io lo so, ma chi non ti conosce no'
'È la stessa cosa che è successa a te vero? Tu non sei colpevole di ciò che è successo a Giulia, ma chi non ti conosce non lo sa'
Riccardo sospira e sposta lo sguardo verso la scuola.
'Io non so cosa sia successo, ma so che perdere il controllo delle situazioni è facile. Almeno tanto quanto essere oggetto di pregiudizi. Ma tu sei una donna e questo lo sai da quando sei nata' dice con un sorriso triste.
'Perché non dici che non sei colpevole?' Chiedo ingenuamente. A volte le cose che ci sembrano più difficili hanno soluzioni semplici.
'Se tu avessi subito una violenza sessuale da un uomo durante la notte ma eri sola con un vestito attillato appena tornata da una festa. Chi pensi vincerebbe la causa.... tu o l'aggessore?'
'Beh direi io ma..'
'Vince chi ha il miglior avvocato. Qui non si parla più di giusto o sbagliato, colpevole o non colpevole. Serve una bugia che copra ciò che è successo per non creare una voragine ancora più grande'
'Ma così ci rimetti tu, non è.. corretto'
'E se Giulia si fosse suicidata? Come la spieghi la cosa? Dovrebbe andarci di mezzo la scuola, la sua vecchia squadra, la sua famiglia i suoi insegnanti e tutti i suoi amici. È più semplice dare la colpa solo a me' dice guardando l'erba sotto di lui.
'Poi non so cosa sia successo a quella festa, non ricordo. Forse avevo bevuto un po'. Ricordo solo che la sua giacca mi è scivolata dalle mani e poi... è caduta'Il silenzio ci circonda e per un momento dimentico ciò che è successo a Vittoria. Lui mi fa questo effetto. quando gli parlo o quando lo guardo sembra che tutto il resto sparisca.
'Hai un bel gancio destro, complimenti' dice spingendomi leggermente di lato.
'Sai anche tu che quella bionda si meritava tutto' dico sorridendo. Di amici ne ho già persi tanto, Vittoria non finirà nella lista.
'Ti fa male?' Dice guardando le mie nocche rosse. Le sfioro con il pollice della mano opposta e la pelle brucia leggermente.
'No' rispondo scollando le spalle.
'Sembra che il dolore ti piaccia. Mi devo preoccupare?' Dice ironicamente.
Sorrido ma poi torno seria.
'Il dolore ci fa sentire vivi' dico sinceramente. Sento il suo sguardo su di me. La sua testa si appoggia sulla mia spalla.
'E tu quando hai iniziato a farti questi non ti sentivi viva?' Dice sfiorando le cicatrici sulle mie braccia.
'Quando perdi qualcuno di importante il mondo continua a girare, ma tu smetti di girare con lui. Per un po' non senti più nulla.'
'Perché sentivi il bisogno di risentire? Voglio dire, lo so che è strano da chiedere ma a volte mi chiedo spesso come sarebbe non sentire le emozioni'
'Beh te lo dico io, è come sentire un fischio, sempre lo stesso per tutto il tempo. Guardi le persone e ti sembrano vuote. Guardi gli alberi, i cani e i gatti per strada, , i bambini. Tutto ciò che è vita ti sembra.. indifferente. Ti senti un fantasma. Un fantasma come quelli di Hogwarts, li vedi e li senti ma loro non riescono a toccare nulla, non mangiano, non dormono, non amano... non vivono più. Le emozioni sono ciò che colorano la vita, se non ci fosse sarebbe tutto grigio come un vecchio ricordo sbiadito.'
STAI LEGGENDO
LOST- L'unico ostacolo sei tu
FanfictionCredevo di non avere via di uscita. Temevo di essermi persa. Di essere affogata nelle mie stesse paure e in quelle degli altri. Avevo paura che la solitudine, la via di fuga che stavo cercando, mi stesse portando verso un vicolo buio. In quel posto...