Sfogo

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'Ho sofferto per una colpa che non è mia.'

Dice Riccardo con un tono misto tra il triste ed il disgustato. È mezzanotte passata e tutti sono andati a dormire. Come sempre io e Riccardo dormiamo assieme ma questa volta non siamo attaccati come al solito. Le nostre spalle si sfiorano mentre mi giro a guardarlo.

'Perché non mi hai mai detto che non eri tu il colpevole?' dico

Lui si gira verso di me. Finalmente gli occhi blu che tanto aspettavo di guardare si scontrano con i miei. Non c'è più quella tempesta che vedevo ogni volta, il mare è calmo.

'Avevi davvero bisogno che te lo dicessi?'

Mi guarda con un mezzo sorriso stampato in faccia, consapevole della risposta, poi si rigira verso il soffitto. La risposta è no. Non avevo bisogno che me lo dicesse. Avevo capito fin da subito che era innocente ma sentirmelo dire sarebbe stato più rassicurante.

'Pensi che ci sia qualcuno dietro a questa storia?' chiede mentre torna a guardarmi cercando di leggere la verità nei miei occhi ma io non avevo bisogno di mentire con lui.

'Non lo so, chi mai farebbe una cosa del genere?' rispondo.

'Che cosa intendi?' chiede Riccardo.

'Tutto questo Riki. Chi mai avrebbe architettato una stanza sotterranea con tutte queste prove da superare?'

'Qualcuno che vuole farci fuori.' dice con tono ovvio, a me però non sembra così ovvio.

'Non credo proprio.' rispondo sicura.

'Sei troppo ingenua' Ride di me. Si alza dal letto solo per rimettersi seduto sul bordo che era ai suoi piedi. Cosa crede? Che io sia stupida? Speravo di non riaffrontare questa conversazione...

'Forse non hai capito il mio punto di vista. Io dicevo solo che..'

Non faccio in tempo a finire la frase che lui si alza di scatto e con fare superiore mi rivolge la parola.

'No sei tu che non capisci. Qui la gente è disposta ad uccidere. Forse non sai come funziona la fuori.' Dice indicando il soffitto. L'unica cosa che ci separa dal resto del mondo.

'La gente insulta, non da peso alle parole e non pensa che ciò che dice fa male. Che brucia come i carboni ardenti. Lo sai che a molte delle persone qui fuori non gliene frega nulla se tu stai male sai? Perché non gli interessa ciò che sei, chi sei, cosa fai. Loro parlano e parlano. Parole frivole al vento.'

Rimango scottata dalle sue parole. Una lacrima gli cade sul viso. Si sta sfogando con me? Non dico niente e lo lascio parlare.

'Loro ridono e se la spassano, fieri di ciò che hanno detto. Ma non sanno che tu ci stai male. Che non puoi fare finta di nulla e che prima o poi ti immedesimi in quello che dicono. Che sorridi e vai avanti ma ci muori cazzo.'

Le lacrime scendono più velocemente sul suo volto. Si piega sulle ginocchia e guarda in basso mentre la sua schiena va su e giù. Vado verso di lui e mi siedo davanti. Appoggio le mie mani sulle sue, che sono appoggiate sulle ginocchia.

'Quando vedi le persone che si allontanano da te. Quando vedi le persone che hanno paura di te, persone che prima ti volevano bene, guardarti come un assassino, ti lacera il petto. Essere considerato il più inarrivabile fa schifo, Federica. Non posso essere me stesso lo capisci? E adesso che so che non era colpa mia... significa che tutta la merda che ho subito non dovevo subirla.'

Alza lo sguardo su di me. I suoi occhi sono molto più chiari ora.

'Lo so, a volte le persone ti incolpano senza sapere la verità. Ma ti posso assicurare una cosa: Le persone che hai accanto adesso sono persone vere. Chi nel momento del bisogno scappa non merita la tua attenzione.'

Cerco di essere il più rassicurante possibile mentre lui appoggia la sua testa sulla mia spalla.

'Sono così stanco' dice mentre la mia mano corre tra i suoi capelli. Tira su con il naso dopo aver preso un bel sospiro.

'Hai avuto mille opportunità per dire la verità ma non lo hai fatto, perchè hai preferito proteggere gli altri piuttosto che te stesso. Hai cercato di farlo anche con me ricordi?' chiedo giocando con i suoi capelli. Lui annuisce.

'Non ti chiederò di smettere di piangere. Ne hai bisogno come ne ho bisogno io.La vita non ti chiede il premesso quando vuole sconvolgere le cose. Ma non avere paura di viverla, non prenderla troppo seriamente, nessuno ne esce vivo' dico baciandogli la fronte mentre una lacrima scende sul mio viso. Finalmente i nostri occhi si incontrano di nuovo.

'e tu per cosa piangi?' chiede con gli occhi rossi. Sorrido amaramente mentre un' altra lacrima scende.

'anche io vivo con una colpa che non è mia... solo che non riesco a pensare ad un colpevole diverso da me stessa' dico cercando di trattenermi.

'Non capisco' dice Riccardo asciugandosi le sue lacrime una volta per tutte.

'Non devi' rispondo. Afferro con una mano il braccio con le cicatrici e lo stringo sperando di sentire dolore. Lui lo nota e sposta la mia mano incrociando le sue dita con le mie.

'Se devi stringere qualcosa per non pensare a ciò che ti fa piangere puoi stringere me' dice. Ma la cosa non aiuta perchè mi fa piangere ancora di più. Nessuno mi ha mai aiutato senza chiedere quale fosse il problema. Aiutare qualcuno senza chiedergli il problema è quasi inutile perchè se non sai dove è la falla come fai a coprirla? Ma allo stesso tempo è la cosa più pura e onesta di questo mondo. Le persone che ti aiutano senza chiedere il perchè sono le stesse che ti aiuterebbero a nascondere un cadavere se tu fossi l'assassino. Le stesse che rimarrebbero al tuo fianco anche se la falla che nascondi è più grande di loro. Proprio perchè a loro non importa perchè piangi ma perchè non sorridi.

'Pensa a qualcosa che ti rende felice' dice Riccardo spostando i miei capelli dalle mie lacrime. Scuoto la testa.

'Per essere felice non devo pensare. Il dolore mi aiuta a non farlo.' rispondo asciugandomi le lacrime con la mano libera.

'Mmh anche io posso esserti utile a 'non pensare'...' dice con un sorriso malizioso. Rido alzando gli occhi al cielo.

'Ti piacerebbe' rispondo ridendo. Riccardo tira la mia mano verso il suo petto facendomi finire addosso a lui.

'Molto' risponde mentre mi abbraccia. Non so per quanti secondi, minuti o ore rimaniamo così a coccolarci. Quello che so è che per la prima volta in tutta la mia vita ho sperimentato quel tipo di amore di cui tutti parlano. Quello che ti 'salva'.


LOST- L'unico ostacolo sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora