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Decisi di godermi l'attimo e di provare nuovamente quell'emozione che non provavo da tempo, poi peró qualcosa mi disse che ció che stava facendo non era giusto e mi allontanai lentamente da lui, riaprendo gli occhi.
Lui fece lo stesso e mi guardó, ma non riuscii a trovare nulla nella sua mente che mi dicesse cosa provasse.
"Scusa" gli dissi e lui sorrise di poco mostrandomi una lieve fossetta sulla guancia.
"Di cosa ti stai scusando precisamente?" mi chiese sospirando e tirandosi in piedi, poi mi porse una mano e mi aiutó ad alzarmi.
"Sai cosa intendo" gli dissi puntando lo sguardo a terra, poi peró decisi che era sbagliato non guardarlo e riportai i miei occhi nei suoi "io ho una figlia, Theo"
"E con questo?" mi chiese ridendo e continuandomi a guardare.
Guardai l'orologio che avevo al polso e notai che non era passata nemmeno mezz'ora da quando ero con lui.
"Non posso usare la scusa del 'si è fatto tardi, devo andare' per cambiare argomento, ma ti chiedo il favore, almeno per oggi, di non parlare più di questo" gli dissi seria e vidi che il suo sorriso era svanito, poi annuì guardando altrove.
"Questo cosa?" disse poi scoppiando a ridere.
"Theo!" continuai spintonandolo e ridendo a mia volta.
"Che facciamo allora, continuiamo con l'allenamento?" disse poi finalmente cambiando argomento il ragazzo di fronte a me.
"Se non sei stanco..." serrai i pugni e ridendo, mettendomi in posizione.
"Se c'è una cosa che imparerai di me" mi disse imitandomi "è che io non saró mai stanco"

Ci allenammo fino all'ora di pranzo, credo fossero le 14 quando decidemmo di smettere, e fortunatamente senza fare ricorso a ció che poco prima era accaduto.
"Hai da fare per pranzo?" mi chiese cambiandosi la maglietta sudata proprio davanti a me e scossi la testa leggermente.
"C'è un posto, come dire, un po' riparato dove possa cambiarmi anche io?" gli chiesi, prendendo dallo zainetto che avevo portato con me un'altra maglia a maniche corte.
"Dietro quei pesi lì c'è un bagno" mi disse indicandomi un angolo del capannone con il dito "ma se vuoi puoi anche cambiarti qui, non lo diró a nessuno" mi disse con un lieve sorriso, questa volta tornato beffarlo .
"Solo per il fatto che tu ti possa cambiare come se niente fosse davanti a me, non vale a dire che anche per me vale la stessa cosa, sai?" gli risposi di rimando e lo vidi ridere di poco.
"Cosa c'è, hai paura di spogliarti davanti a me?" mi disse sogghignando.
"Io non ho paura" gli dissi posando la maglietta e la felpa nuovamente accanto al mio zaino e levandomi la maglia, rimanendo in reggiseno, poi presi la maglia pulita e me la rimisi, il tutto senza mai staccare lo sguardo dai suoi occhi.
"Non male" mi disse alzando un sopracciglio.
"Si, non male" dissi facendogli il verso e girandomi per raccogliere le mie cose e scuotendo la testa per ciò che avevo appena fatto, poi mi misi la felpa e lo zaino in spalla e mi avviai verso l'uscita.
"Aspetta" mi fermó Theo bloccandomi il braccio "pranza con me" mi disse e sospirai.
"Theo... il fatto che prima ci siamo baciati, e anche che io mi sia spudoratamente cambiata davanti a te, non significa nulla" iniziami ma mi bloccó nuovamente.
"Non ho mai accennato il fatto che potesse significare qualcosa!" disse ridendo "Non possiamo mangiare qualcosa sai, così, da amica a amico, o se non mi consideri tale, da persona parte del branco di Scott all'altra" mi disse lasciando il mio braccio e sventolando di poco le sue mani in aria.
"Mi dispiace darti questa notizia Theo, ma non credo di essere un membro del branco di Scott, quanto la parte di una sua amica associata che lo aiuta a combattere il crimine" gli dissi, questa volta risi io al suo posto "ma se tu vuoi pranzare con me, da amico, va bene, ma ti avviso che alle 16 inizio il turno di lavoro, quindi sbrighiamoci"

Il ragazzo davanti a me sorrise e io non potei fare altro che sospirare. Da quando lo avevo conosciuto mi aveva incasinata la testa, avrei dovuto dare ascolto a Scott e non venire... forse.
"Bene allora, vado a preparare la macchina" mi disse e fece per uscire.
"La macchina? Non ho visto macchine qui fuori" gli dissi, questa volta boccandolo io.
"Forse perchè è nel garage?" continuó alzando un sopracciglio e indicando dietro di se con il pollice "Oppure la signorina vuole usare il teletrasporto?"
"La macchina per ora andrà bene" gli dissi lasciandolo uscire.
Theo guidó fino ad una pizzeria vicino il centro commerciale della città. Dice che spesso, quando deve pranzare da solo, viene qui, e oggi che ci sono io vuole provare com'è mangiare in quel posto con qualcuno.
Finimmo di mangiare per le 15:40, non parlammo molto durante il pranzo, ma appena finimmo si offrì subito di pagare il conto anche per me e di accompagnarmi al lavoro.
"Non se ne parla nemmeno che ti lascio andare da sola per la strada a quest'ora!" mi disse uscendo dalla pizzeria.
"Theo ho 24 anni!" protestai ridendo.
"E io ne ho 26, perció lasci che ti accompagno" mi disse avviandosi alla macchina e aprendomi la portiera del passeggero.
Sbuffai di poco ridendo e salendo in macchina. Come se non bastasse tutto questo mi accompagnó anche davanti all'entrata del negozio usando la scusa che mi sarei potuta perdere.
"Ci si vede in giro allora" gli dissi dandogli un pugno sul braccio.
"Quando vuoi" mi disse in un sorriso "sai dove trovarmi"
Se ne andó sorridendomi ed entrai in negozio.
"È il tuo ragazzo quello?" mi chiese una commessa che finiva il turno prima di me.
"È più un amico che ho conosciuto da poco" le risposi guardandolo un'ultima volta allontanarsi.
"Mh, sarà" mi rispose la mia ragazza facendomi l'occhiolino e dandomi una gomitata, facendomi ridere "ci si vede domani"
"A domani" salutai la mia collega, credo si chiami Sasha, e mi cambiai velocemente prima di iniziare il turno di lavoro fino alle 19.

Quel giorno, finito di lavorare, decisi di camminare un pochino per arrivare a casa, e di teletrasportarmi solo nel caso fossi stata stanca, ma non ce ne fu bisogno.
"Hey ti serve un passaggio?" mi chiese un ragazzo da dentro una macchina.
"Scott!" dissi fermandomi e salutandolo.
"Forza sali" mi disse indicando con la testa in posto del passeggero.
Feci come mi aveva detto e poi ripartimmo.
"Allora" mi disse facendo la mamma della situazione "come è andata con Theo sta mattina?" continuó.
"Bene.." gli dissi solamente.
"Ma?" continuò nuovamente tenendo lo sguardo fisso sulla strada, ma sapevo che stava alzando un sopracciglio.
"Nessun ma, è andata bene punto e basta" continuai, forse un po' troppo nervosa.
Scott sospiró e percepii stava esitando, indeciso se parlare nuovamente o meno.
"Avanti, dimmi quel che hai da dire" gli dissi sventolando le braccia in aria.
"Se non c'è nessun ma" inizió "come mai, quando ho accennato l'argomento, il tuo cuore ha preso a battere più forte?" mi chiese e accostò in un punto in cui poteva, per poi girarsi e guardarmi negli occhi.
"Cosa?" gli chiesi nuovamente.
"Ecco lo ha rifatto" ammiccó.
"Ma cosa dici? E poi il cuore non è una persona, magari mi saró sentita un po' stanca" gli dissi scuotendo di poco la testa.
"Di solito il cuore rallenta quando sei stanca" ricominció ma lo guardai storto.
"Scott!" continuai.
"Okay okay d'accordo" disse "voglio sapere solo una cosa"
"Cosa?"
"Ti piace?" mi chiese alzando un sopracciglio.
"Cosa? No Scott, non mi piace!" gli risposi, non sapendo se essere divertita o arrabbiata.
"Vi siete baciati?" mi chiese ancora.
"Scott!" lo ripresi "Avevi detto una sola domanda!"
"Non ci credo... Vi siete baciati?!" disse allargando di poco la bocca.
Scossi nuovamente la testa, slacciai la cintura di sicurezza ed uscii dall'auto iniziando a camminare.
"Jey! Jey avanti stavo scherzando!" mi disse mentre camminavo, seguendomi piano con la macchina. Fortunatamente c'erano poche macchine in strada a quell'ora, o tutta Beacon Hills sarebbe stata tutta quanta inondata da clacson "non succede nulla se vi siete baciati!" continuò mettendo di poco la testa fuori dal finestrino e urlando in modo che lo sentissi, ma probabilmente aveva dimenticato che anche se avesse sussurrato a un kilometro di distanza lo avrei sentito.
Stavo per gridargli nuovamente contro, ma fui bloccata da un boato fortissimo.

Per circa dieci secondi tutto quanto intorno a me fu devastato da un fortissimo terremoto, ma ovviamente, si sa che quando qui a Beacon Hills succedono le cose, non sono mai buone.
Infatti, come si suol dire, parli del diavolo e spuntano le corna, improvvisamente sentii un forte dolore alla testa e un urlo mi risuonó nella mente come se fosse stato a due passi da me.
"Mamma!"
Quell'urlo che avevo sentito era parte di una sola parola e di una sola persona e, sfortunatamente, capii subito a chi apparteneva.
Fu allora che capii che quello di cui mia madre era venuta a parlarci era tutto vero.
E se tutto questo è vero, allora Sarah rischia realmente di morire.

Own Mind 2 || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora