Passó una settimana dall'incontro con Nathan, che da quel giorno ci ospitò a stare in casa sua. Quest'ultima era molto grande e di conseguenza riusciva a tenerci tutti dentro e ci permetteva di lavorare meglio senza dover stare agli orari dell'hotel.
Dopo aver sentito i ragazzi parlare, quella sera, nella testa ho un pensiero fisso, che non scompare, e al quale non so dare risposta.
Nathan in fin dei conti sembra un ragazzo apposto e di cui Axel si fida perció, se si fida mio cugino che già lo conosce da un po', perchè mai non dovremmo fidarci noi? Eppure con tutto quello che sta succedendo c'è sempre qualcosa che mi riporta alla domanda: ci possiamo davvero fidare?"Non ho trovato nulla su di lui che possa aiutarci" disse Lorace sedendosi vicino a me.
"Niente di niente?" gli chiesi ancora e lui sospirò.
"Oltre alla data e al paese di nascita, dove ha studiato in questi anni e cosa fa nella vita, non ho trovato nient'altro su Nathan" continuó fissando il vuoto "forse non ha davvero nulla da nascondere, forse quello che dice è vero"
"Si, magari hai ragione" gli risposi "ma visto che alcuni di noi ancora non si fidano non posso permettere che risucceda come sei anni fa con Mioua" continuai ripensando al passato e lui annuí piano facendomi capire che questa volta io avevo ragione "anche a lei avevamo dato fiducia, eppure nessuno di noi, Axel compreso, si sarebbe mai aspettato che lei potesse essere dalla parte di Robert"
Quando finii di parlare ci fu un attimo di silenzio prima che Lorace si decidesse a rivolgermi nuovamente la parola.
"C'è qualcos'altro che posso fare per te, Jey?" mi chiese cambiando argomento e sospirai a mia volta.
"Hai già fatto tanto Lorace, grazie" gli risposi con un sorriso che presto anche lui ricambió, prima di sparire.Raggiunsi gli altri nel salotto di quell'enorme casa e una volta arrivata, presi un attimo in disparte Lucas.
"Va tutto bene?" mi chiese non appena ci appartammo.
"Sapevi che noi Kamrow e Naneshe possiamo connetterci telepaticamente anche con gli essere umani?" gli chiesi di rimando e lui corrugó le sopracciglia.
"Non sapevo potessimo essere in grado di farlo" continuó strofinandosi la guancia con una mano, lì dove una leggere barba aveva ricominciato a crescere.
Mi voltai verso Stiles che era intento a parlare con Scott e feci la stessa cosa che avevo fatto sere prima.
"Stiles guardami" gli sussurrai nella mente e dopo pochi attimi lo vedemmo girare il capo verso di noi "va tutto bene, ti spiego dopo" continuai e lui mi fece un gesto con la mano che ci fece intuire che lui aveva capito.
"Da quanto lo sai?" mi disse serio incrociando le braccia al petto e corrugando di poco le sopracciglia.
"Da una settimana" gli risposi "mi è capitato per caso. Ma l'ho fatto solamente queste due volte"
"Bene non farlo più" continuó con tono duro e fece per andarsene, ma lo bloccai immediatamente.
"Ma che ti prende?" gli chiesi tenendolo per un braccio e lui strinse le sue labbra insieme, ritornando al posto in cui era prima.
"Se riesci a connetterti con gli esseri umani allora molto probabilmente riesci anche a controllare le loro menti a comando" mi rispose mantenendo un tono cauto, ma nel suo sguardo c'era tutt'altro che calma.
"E?" lo spronai.
"E non voglio che diventi... come lui" continuó marcando l'ultima parola, ma non capii a pieno cosa volesse intendere.
"Come chi?" gli chiesi nuovamente e lui abbassó il tono di voce, cosa che la rese più rauca e cupa.
"Come Robert" mi rispose e ci fu un lieve attimo di pausa.
"Perchè mai dovrei diventare come nostro padre?" gli chiesi accennando un sorriso sarcastico.
"Lui non è mio padre, non lo sarà mai" mi corresse guardandomi fisso negli occhi, facendoli scintillare per un momento "anche lui aveva imparato ad utilizzare il controllo mentale. Tu, essendo una Incly è normale che riesca ad ottenere abilità in più rispetto ad una Kamrow normale, ma Robert non era forte quanto te e si era indotto questo potere con la magia..." mi rispose e sospiró piano prima di continuare "Non voglio che anche tu, presa dalla frenesia di questa tua nuova abilità possa farti condizionare così come ha fatto lui" mi disse tutto d'un fiato e non feci altro che continuare a guardarlo negli occhi, preoccupata.
"Lucas" continuai "io non diventeró mai come Robert" cercai di rassicurarlo, ma tutto quello che fece poi fu andarsene e tornarsene nella camera in cui aveva deciso di stare.Davvero pensava che mi sarei potuta trasformare in Robert? Con tutto quello che ci è capitato, a ognuno di noi, per fermarlo, non dovrebbe minimamente immaginare una cosa del genere.
Restai lì ferma per un po' prima di decidere di girarmi a guardare gli altri, solo allora notai che qualcosa non andava.
Stiles, che quando lo avevo chiamato, parlava tranquillamente con Scott, ora discuteva animatamente con Theo che sua volta faceva movimenti con le braccia indicando prima lui e poi Scott al suo fianco, inserendolo automaticamente nella discussione; Malia e Lydia erano sedute a due sedie di distanza e si stavano rivolgendo uno sguardo fulminante; riuscii a sentire brutte parole anche tra Derek e Axel che ancora parlavano del fatto che far entrare persone estranee nel gruppo con tutto quello che stava succedendo non era delle idee migliori, e persino Lagoona e mia madre stavano litigando tra loro.
L'unico che sembrava impassibile a tutto questo era Nathan, che se ne stava in disparte ad osservare tutto questo disordine.
Provai a installare un contatto mentale con lui, lasciando da parte ció che Lucas mi aveva appena detto, per capire se potesse esserne in parte responsabile, ma non ci riuscii, era come se avesse una barriera a proteggerlo.Mi avvicinai piano a lui e lo chiamai, ma fu come se non mi sentisse.
Gli poggiai una mano sul braccio e sussultó, come risvegliato da uno stato di trance o da un brutto sogno.
"Scusami, non ti avevo sentita" mi disse scuotendo la testa e accennando un sorriso "cosa sta succedendo qui?"
"Non ne ho idea" gli risposi piano per poi tornare a guardare tutte le persone a cui volevo bene che si rivoltavano contro "pensavo tu potessi avere un'idea"
"Io? Come potrei?" mi rispose fin troppo velocemente, con una voce stridula "Io vengo ora dalla mia stanza, volevo avvisarvi che ho trovato una cosa che potrebbe aiutarvi con le vostre indagini segrete" continuó mimando delle virgolette immaginarie sulle due ultime parole e annuii.
"Bene allora, perchè non mi mostri cosa hai trovato e poi cerchiamo di risolvere la situazione?" gli chiesi e annuì, conducendomi poi nella sua camera.
Lì mi fece sedere sul suo letto e poi prese una scatola mal ridotta dalla scrivania presente nella stanza e me la porse, sedendosi accanto a me.
"Non volevo ficcare il naso, ho solamente ascoltato che parlavate di un certo Jockoto e allora mi sono dato da fare per aiutarvi" mi disse mentre, preoccupata, aprivo la scatola e ne tiravo fuori un diario che rigirai per un po' nelle mie mani.
La copertina era nera e rovinata, molto probabilmente un tempo era di pelle e lucida. Sul davanti, in basso a destra, erano incise due lettere: J. H.
"Questo cosa dovrebbe significare?" gli chiesi assottigliando di poco gli occhi e sfogliando lentamente le pagine ingiallite di quel diario per scoprire che era scritto in un'altra lingua.
"Come ti dicevo, volevo rendermi utile" ripetè "ho fatto alcune ricerche e ho trovato il diario personale di Jockoto. È in russo e perció me lo sono fatto tradurre da Lores, una ragazza che ho conosciuto in uno dei miei tanti viaggi in giro per il mondo" continuó, ma non gli dissi che in realtà non c'era bisogno di tradurlo perchè io il russo lo sapevo già a memoria.
"Oh, bene" dissi solamente "grazie"Aprii piano il diario e lessi la prima pagina:
"правило номер один: никогда не доверяй Натан Халкаджизи" che tradotto stava a dire "regola numero uno: mai fidarsi di Nathan Halkajizy"
Lessi per più volte quella singola frase, più che altro per immagazzinare per bene nella mia mente ció che, pur non sembrando vero, avevo appena letto."Sai Jey, un po' mi dispiace..." mi disse attirando nuovamente la mia attenzione e quando mi girai notai che aveva uno strano ghigno in faccia.
"Di che cosa?" gli chiesi, anche se molto probabilmente già sapevo la risposta.
Si voltó totalmente verso di me facendomi vedere i suoi occhi color oro puro che risplendevano nella stanza e accesero ancor di più il suo sorriso, tutt'altro pieno di buone intenzioni.
Allora lì capii tutto. Capii che non era stata una coincidenza averlo incontrato nel parco, capii che non era un caso che si fosse voluto unire alla squadra per aiutarci, capii che non era colpa loro se di là stavano tutti litigando. E capii anche che, probabilmente, non erano le piste di Jockoto che dovevamo seguire per spezzare la maledizione, ma quelle di Nathan.
Ma quando lo feci fu troppo tardi.
Nathan mi posó una mano sulla fronte e per un momento un calore fastidioso inondó tutto il mio corpo, riuscii solamente a gridare aiuto nella mia testa, ma non seppi mai se quel messaggio fosse mai arrivato a qualcuno perchè svenni sul colpo.Al mio risveglio, Jackson era al mio fianco.
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Own Mind 2 || Teen Wolf
FanfictionUn nuovo inizio. Di nuovo. Lontano da tutto e tutti. Un piccolo senso di sicurezza si fa spazio in Jey e una parte piú responsabile dovrà nascere per questa nuova persona che presto diventerà tutta la sua vita. Ma soprattutto dovrà vedersela nuovame...