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Finalmente, dopo ben due giorni di viaggio e dopo aver praticamente attraversato tutta l'America, riuscimmo ad arrivare in Canada, a Quebec.
Ci fermammo in un Hotel proprio vicino al centro della città, sembrava un castello medievale dall'esterno, ma all'interno era spettacolare e nemmeno troppo vecchio.
"Bene, abbiamo solo 3 stanze a disposizione, quindi dividiamoci per bene e senza litigare" ci informó Derek sventolando davanti a noi le chiavi delle stanze con ognuna una targhetta con il numero sopra.
"Quante sono da due e quante da tre?" chiese Malia imbronciata. A mio parere, lei già sognava di avere una camera tutta sua dove poter fare baldoria.
"In realtà non ce n'è nessuna da due Malia" disse Derek con un sorrisetto e continuó prendendo la chiave con inciso sopra il numero 406 "Chi vuole venire in stanza con me?" continuó cantilenando con una voce da bambino, cosa che fece ridere tutti quanti
Alla fine furono Axel e Lucas and andare in stanza con lui, mentre noi quattro ragazze e i restanti quattro ragazzi ci dividemmo le ultime due stanze, la 404 e la 405, almeno Derek era riuscito ad averle vicine.
Presi la chiave della nostra stanza, la 405, e seguita dalle altre 3 ragazze, andammo a vedere che tipo di camera fosse.

Appena aprii la porta, un'enorme sala si protese davanti ai nostri occhi inebriandoci ci una bellezza inestimabile.
2 letti singoli erano posti sulla sinistra, affiancati da un'altra porta che conduceva al bagno, poi altri due letti erano uno sotto la finestra, proprio di fronte alla porta, e uno sulla destra, accanto ad un armadio di un legno chiaro.
"Ah il letto sotto la finestra è mio" ci informò Malia indicandolo, ma non muovendosi dalla soglia della camera.
"Perchè non tutte le case sono così?" chiese poi Lydia sospirando e avviandosi verso uno dei due letti singoli sulla sinistra.
"Vado io a destra, tu va con la tua amica" mi disse Lagoona sorridendomi e sorpassandomi per raggiungere il suo letto, cosa che fece con molta rapidità, per poi buttarvici sopra a peso morto.
"I bagagli chi li dovrebbe prendere scusatemi?" chiesi guardando tutte e tre le ragazze sdraiate sui propri letti e i loro sacchi pieni di roba dietro di me.
"Tu" mormorarono all'unisono e, rassegnata, mi girai per raccoglierle, ma qualcuno mi aveva già preceduto.
"Faccio io, non ti preoccupare" disse Theo proprio davanti ai miei occhi con i tre borsoni delle altre ragazze già in mano.
Mi scansai leggermente prima di vederlo posare ogni borsone accanto al proprio proprietario, poi si guardó attorno e sorrise.
"Buona fortuna" concluse uscendo, dandomi una leggera pacca su una spalla.
Stavo per salutarlo e vederlo scomparire nel corridoio, ma poi mi ritornó in mente una cosa, o meglio, una persona.
"Theo!" lo richiamai quando era già fuori dalla porta. Lui si fermó di scatto nel punto in cui era, perció feci io qualche passo per raggiungerlo.
"Dimmi, principessa" mi rispose con un sorrisetto, ma scossi leggermente la testa.
"Posso fidarmi?" gli chiesi lentamente e corrugó le sopracciglia.
"Perchè non dovresti?" continuó scuotendo la testa e ridendo, per poi ritornare leggermente serio "Cosa succede?"
Sospirai prima di rispondergli, il tutto dopo essermi guardata attorno ed essermi accertata che non ci fosse nessuno ad ascoltarci nei paraggi.
"Da un'occhiata a Liam, per favore" gli dissi in un sussurro.
Lui corrugó le sopracciglia e incrociò le braccia davanti a sè.
"E a te chi la darà un'occhiata?" mi chiese poi, ammorbidendo il suo tono di voce. Non replicai, solo lo lasciai andare verso la sua stanza con molte domande incompiute in testa.

Forse Theo ha ragione, e con lui anche Liam. Cosa mi sta succedendo?
So per certo che avere una figlia in ospedale e in fin di vita dal lato opposto dell'America, non giova la mia situazione... ma oltre a questo?
Non sono i primi a chiedermi cosa io abbia e cosa stia passando, ma oltre a Sarah, e in parte anche a Stiles, non riesco a pensare a nient'altro.
"Magari dovresti provare a prenderti un po' di tempo per te" disse una voce familiare alle mie spalle, facendomi girare "e per una volta non pensare al bene degli altri" continuó.
Lagoona era, ormai, di fronte a me e mi guardava con uno sguardo pieno di compassione.
Gli sorrisi piano, cosa che fece anche lei prima di abbassare lo sguardo verso la tasca dei suoi pantaloni per estrarne una piccola mappa.
"Proprio qui dietro c'è un parco" mi disse aprendo la cartina e mostrandomi un punto verde dietro il disegno dell'edificio del nostro Hotel "tu vai, qui ci penso io" continuó sorridendomi.
"Sei sicura?" le chiesi "Non mi pare il caso di sparire proprio ora che siamo arrivati a destinazione"
"Ho già detto ad Axel e Lucas di avvisare gli altri non appena te ne sarai andata" rispose sorridendomi e toccandosi la tempia, poi mi poggiò la cartina tra le mani "ora vai"

Le sorrisi un'ultima volta prima di avviarmi verso l'uscita dell'hotel.
Seguii le indicazioni che mia sorella mi aveva dato e dopo una decina di minuti raggiunsi quel parco di cui mi parlava. Una volta arrivata mi misi seduta in una delle panchine lì presenti e respirai affondo quell'aria fresca e leggera.
Facevano almeno cinque gradi in meno rispetto a Beacon Hills, e non esitai a stringermi meglio nella mia felpa. Sorrisi, pensando che dopo molto tempo mi stavo prendendo un momento per me, lontana da tutto e da tutti.
Mi guardai le mani prima di unirle tra loro e formarne una forma piatta di pietra, per poi riscaldarla con del fuoco sempre proveniente dalle mie mani e mettermela dentro la felpa per riscaldarmi un po'. Per un momento sentii calore, ma presto svanì.
"Forse dovresti provare con questa" mi fece una voce da dietro, che all'inizio mi spaventó, ma poi mi convinse a girarmi.
Un ragazzo era fermo proprio dietro la mia panchina, non lo avevo mai visto prima a dire la verità. Le sue sopracciglia erano corrugate e un suo braccio era teso verso di me con un bicchiere di carta fumante.
"Avanti, prendi" mi disse sventolandomi piano davanti agli occhi quel bicchiere.
Lo osservai nuovamente prima di prenderlo con entrambe le mani e sentirle in un attimo calde.
"Grazie..." gli dissi piano, avvicinando quanto più possibile quel bicchiere caldo al corpo.
"Era il minimo che potessi fare" mi rispose il ragazzo mettendosi seduto accanto a me "ho visto che stavi gelando"

Lo osservai affondo e notai una piccola cicatrice sullo zigomo sinistro, poco sotto l'occhio. I capelli erano bruni e come loro la leggera barba che gli contornava il viso.
"Puoi anche berla sai?" mi disse ridendo "Non è avvelenata"
"Accetto una bevanda calda da uno sconosciuto che non ho mai visto prima e dovrei anche berla?" gli risposi ridendo e posando lo sguardo sul bicchiere.
"Guarda" disse sfilandomi il bicchiere dalle mani e bevendone un sorso "non sono morto" continuó in un sorriso ripassandomi il bicchiere.
Feci la stessa cosa anche io e sentii subito un calore sprigionarsi in tutto il mio corpo, insieme all'irrefrenabile sapore di cannella, non appena deglutii.
"Wow" dissi velocemente "bella forte"
"È una nostra specialità" mi rispose "tu non sei di qui vero?"
"Beccata..." dissi ridendo. Anche il ragazzo mi sorrise, poi mi porse una mano.
"Io sono Nathan" continuó con un sorriso e solo nel momento in cui spostó una ciocca dal viso notai un piercing sul suo sopracciglio destro.
"Jey, lieta di aver fatto la tua conoscenza, Nathan" gli risposi stringendogli la mano.
Il ragazzo sospiró e poi si alzó in piedi guardandomi.
"È stato bello conoscerti, Jey, ma ora devo proprio andare" mi disse frugando nelle tasche "questo è il mio numero nel caso volessi un'altra bevanda calda uno di questi giorni" continuó passandomi un fogliettino scarabocchiato e facendomi l'occhiolino, cosa che mi fece pensare che ce lo avesse già pronto.
"D'accordo" dissi solamente, per poi vederlo scomparire tra gli alberi.
La gente canadese è di gran lunga più socievole di quella americana, per certi aspetti.
Lessi il biglietto che quel ragazzo mi aveva dato e mi salvai il numero sul telefono prima di tornarmene tra i fatti miei per almeno altri 15 minuti.

"Oh allora è qui che sei..." disse una voce alle mie spalle dopo un po' e girandomi trovai Derek con le braccia conserte e un sorriso smagliante "forza vieni, abbiamo delle novità"

Own Mind 2 || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora